Brina al magistrato: “Era la mia prima rapina, ho 8 fratelli da badare”

BRINDISI- «Era la prima volta. Ho cercato di rapinare il supermercato ma non faccio parte di nessuna banda. Ho 8 fratelli cui badare, l’ho fatto per loro». Sarebbe questa, in sintesi, la posizione di Pierluigi Brina, il 21enne che insieme a un complice, ha tentato una rapina al Dok, il 22 ottobre scorso, venendo fermato da due agenti della polizia poco dopo. Il ragazzo ha continuato la collaborazione con gli inquirenti anche durante l’interrogatorio di garanzia avvenuto stamattina davanti al gip del tribunale di Brindisi, Maurizio Saso, che aveva convalidato l’arresto richiesto dal pm Luca Buccheri.

Brina ha confermato la sua versione, quella resa due giorni fa, immediatamente dopo il suo arresto. Il giovane, già dopo l’arresto, aveva ottenuto i domiciliari. Brina, dunque, ha ammesso la sua partecipazione alla tentata rapina del 22 ottobre, non rivelando il nome del suo complice agli inquirenti e respingendo qualsiasi addebito circa una sua possibile appartenenza alla cosiddetta banda dello scooter cui sarebbero riconducibili altri episodi criminali con bersaglio i supermercati del capoluogo.

Brina, orfano di padre, ha 8 fratelli: il movente del suo gesto, secondo la sua confessione, sarebbe da ricercare nell’estrema indigenza della sua famiglia e nella mancanza di lavoro. Il neofita della rapina sarebbe stato particolarmente sfortunato nella sua azione: al momento di svaligiare il Dok col suo complice, all’interno del supermercato c’erano i vicequestori Vincenzo Zingaro e Gianluigi Lenti, fuori servizio, che hanno intimato ai due l’alt, senza che questi prestassero ascolto. Cominciata la fuga a piedi, lasciati perdere bottino e scooter, Brina è stato fermato da due agenti della Squadra mobile, anch’essi fuori servizio, che si trovavano nei pressi della rotatoria della statale 7.  Brina è stato fermato. Il complice, che aveva scelto una di fuga diversa, è riuscito a far perdere le sue tracce. Brina, arrestato, è stato da subito collaborativo con gli inquirenti, indicando dove aveva nascosto passamontagna, guanti e casco gli agenti della sezione antirapina coordinati dall’ispettore Giancarlo Di Nunno. 

Maurizio Distante

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