Spari contro la saracinesca del bar Monik, “Non abbiamo fatto nulla”. Video-intervista

spari caffè monikBRINDISI- Fucilate questa notte  intorno all’una contro la saracinesca del bar Cafè Monik al rione Sant’Angelo. Presa di mira dai malviventi la saracinesca laterale. Due colpi  con un fucile da caccia, uno con cartuccia a pallini e l’altro a munizione a unica palla.

Il bar è di proprietà di Vito Passaseo, fratello di Giuseppe, collaboratore di giustizia. Solo due giorni fa a fuoco l’auto di Vincenza Passaseo, sorella del pentito brindisino. E’ stato lo stesso proprietario del bar a sentire gli spari, abita al piano superiore  della sua attività commerciale. “Erano circa l’una quando ho sentito due spari, sono sceso- racconta- ho visto che era stato colpito il mio bar ho chiamato subito i carabinieri”.

Già lo scorso anno il bar era stato preso di mira, contro la vetrata furono sparati due colpi. Il titolare dice di non aver mai avuto conseguenze da quel gesto. “Non riesco a spiegare questi nuovi colpi- afferma Vito Passaseo- non abbiamo mai ricevuto pressioni. Anche dopo quelli dello scorso anno non c’è stata alcuna conseguenza. Noi non abbiamo fatto niente, nulla contro nessuno”.

vito passaseoIntanto nella notte tra domenica e lunedì, un altro episodio ha visto vittima una delle sei sorelle del collaboratore di giustizia. Le fiamme, sulle quali non si ha certezza dell’origine, hanno danneggiato il suv di Vincenza Passaseo. L’auto era parcheggiata in via Aleandro al rione Sant’Angelo, dove abita la donna.

Vito Passaseo non sa dire se ci sia dei legali tra questi due episodi. L’origine dolosa delle fiamme non è stata accertata.

Tra lui e sono fratello pentito non ci sono più legami da anni. “Non ci siamo mai più visti, nè sentiti- aggiunge Vito- noi non abbiamo mai fatto niente a nessuno”.

I carabinieri del nucleo investigativo di Brindisi, al comando del colonnello Alessandro Collella- indagano sui due fatti. E’ possibile che ci sia un legame.

Intanto sul Nuovo quotidiano di Puglia oggi è stata riportata la dichiarazione del collaboratore di giustizia dopo l’incendio dell’auto di sua sorella. “Lasciate stare mia sorella”, avrebbe detto il pentito con una telefonata alla redazione del giornale. Le dichiarazioni di Giuseppe Passaseo sono state negli anni ritenute attendibili dagli inquirenti, con riscontri investigativi. Il suo nome  da collaboratore  di giustizia è tornato alla ribalta la scorsa settimana dopo i  18 arresti inflitti a presunti capi e affiliati della Scu nella provincia brindisina. Ha sempre dichiarato di  aver abbandonato la mala perchè non voleva commettere degli omicidi.

Ascoltate questa video-intervista

Lucia Portolano

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