Espulsione dall’Udc, Pagliara e Ferrari fanno causa ad Argese: “Non chiamateci più espulsi”

BRINDISI- Questa espulsione  dal partito di Casini non li è proprio andata giù. Non capiscono le ragioni e soprattutto chiedono un risarcimento danni per la  loro immagine  che ritengono sia stata lesa da questa decisione del segretario provinciale dell’Udc.  I consiglieri comunali Massimo Pagliara e Antonio Ferrari passano alle vie legali,  difesi dall’avvocato Greco hanno presentato richiesta di risarcimento danno, con atto di citazione giudiziario presso il tribunale di Brindisi. Non solo, arrivati a questo punto, chiedono ai giornalisti di non essere più denominati espulsi. Anche se allo stato attuale l’espulsione dal partito resta e come, o comunque resta la comunicazione ufficiale del segretario provinciale.

“In riferimento alla “fantomatica espulsione”- scrivono Pagliara e Ferrari – comunichiamo che a tutt’oggi non abbiamo ricevuto alcun provvedimento ufficiale in tal senso da parte di qualsivoglia organo statutario dell’Udc, né tantomeno abbiamo avuto riscontro alla lettera inviata dal nostro legale il 2 luglio scorso con la quale chiediamo il contenuto della relazione cui si fa riferimento nella citata relazione del commissario cittadino Udc, i fatti specifici sui quali si baserebbe la sanzione disciplinare e l’iter procedurale seguito dagli organi statutari”.

In poche parole non avendo ricevuto la comunicazione, i due consiglieri comunali ritengono che la notizia dell’espulsione diffusa con comunicato stampa dal segretario provinciale dell’Udc Ciro Argese non sia vera.

Pagliara e Ferrari precisano di non essere mai stati inscritti al partito di Casini, quindi non possono essere stati “espulsi”.  Erano però stati candidati al consiglio comunale di Brindisi nella lista dell’Udc. “Poiché trattasi di aggettivazione infondata “lesiva della immagine”- concludono i consiglieri- illecitamente provocata da una falsa comunicazione, abbiamo evocato in giudizio il responsabile di tale falsa comunicazione. Invitiamo le testate giornalistiche destinatarie della presente a non continuare ad utilizzare nei loro confronti la predetta aggettivazione”.

BrindisiOggi

 

 

Commenta per primo

Lascia un commento

L'indirizzo email non sarà pubblicato.


*