Cellino San Marco: la commissione antimafia chiede altri 2 mesi d’indagini

CELLINO SAN MARCO- Altri due mesi per verificare se ci sono infiltrazioni mafiose nell’attività amministrativa del Comune di Cellino San Marco. La commissione d’indagine antimafia ha chiesto una proroga di altri due mesi, per stabilire se  il consiglio comunale di Cellino deve essere sciolto per ingerenze della criminalità nella gestione della “cosa pubblica”.

Sabato scorso sono scaduti i termini dei primi tre mesi. Il prefetto di Brindisi Nicola Prete,  su delega del Ministero dell’Interno, dopo le indagini condotte dal Nucleo investigativo dei carabinieri di Brindisi, il 12 luglio scorso ha istituito la commissione.

Troppi attentati intimidatori a sindaco e rappresentati della sua giunta  negli ultimi mesi, tanto da far dubitare i militari dell’arma. Tanto da chiedere una verifica dell’operato dell’amministrazione comunale.

Gli atti criminali non si sono fermati alle bombe  e agli incendi d’auto, perchè proprio mentre la commissione era a lavoro, un altro politico di Cellino è stato preso di mira. Il coordinatore cittadino del pdl, Omero Molendini Macchitella, braccio destro del sindaco Francesco Cascione, qualche settimana fa è stato brutalmente aggredito, picchiato a sangue con delle spranghe da quattro uomini incappucciati.

La commissione lavorerà quindi altri 60 giorni, tanto le serve per concludere i lavori e spulciare tutti i documenti. Nel caso in cui dovesse ravvisare legami, collegamenti e condizionamenti della criminalità nell’amministrazione comunale, il prefetto potrebbe sciogliere il Consiglio comunale per infiltrazioni mafiose.

L’organismo d’indagine, presieduta dal viceprefetto Maria Filomena Dabbicco in servizio presso la Prefettura di Bari, è composta da Michele Albertini, dirigente del servizio economico-finanziario della Prefettura di Brindisi e Giuseppe Lorenzo, tenente del Nucleo di Polizia Tributaria della Guardia di Finanza di Brindisi.

All’attenzione della commissione sono finiti diversi affidamenti, tra questi quello del verde pubblico, poco migliaia di euro, affidati a persone con precedenti discutibili. Questo affidamento non sarebbe piaciuto a qualcuno.

Ma l’amministrazione si è giustificata dicendo che i soggetti interessati avevano presentato tutti i documenti, le carte erano in regola compreso il certificato antimafia.  Il sindaco Cascione dice di avere le idee chiare su quello che sta accadendo nel suo paese, ha fatto i nomi agli investigatori. Nello stesso tempo però il primo cittadino parla di incapacità investigativa. Ma gli inquirenti un’idea se la sono fatta. Eccome.

 Lucia Portolano

2 Commenti

  1. Non vorrei aver letto male, ma ieri su un quotidiano locale si parlava di una richiesta di 10 giorni di proroga, da parte dei componenti della commissione…

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