Il coraggio di un imprenditore fa arrestare due usurai-estorsori. FOTO/VIDEO

FRANCAVILLA  FONTANA-In cambio di un prestito di 10 mila euro i suoi creditori in due anni si erano fatti restituire 65mila euro, con un tasso usuraio del 462 per cento su base annua. E non solo, ma attraverso violenze e minacce si erano impossessati di un’ Audi A3 e chiedevano ancora altri soldi. Ma un imprenditore di Erchie stanco delle richieste e delle continue violenze ha trovato il coraggio per denunciare i suoi aguzzini. I carabinieri della Compagnia di Francavilla Fontana, guidati dal comandante Prudente, questa mattina hanno dato esecuzione al fermo di due uomini, disposto dal pubblico ministero Marco D’agostino. Sono finiti in manette con l’accusa di usura ed estorsione continuata, in concorso e aggravate, Gianfranco Mezzolla 45 anni di San Pancrazio Salentino e Angelo Librato 32 anni di Mesagne, entrambi già noti alle forze dell’ordine. Il 32 enne di Mesagne è ritenuto un esponente della Scu, vicino al clan Campana, questi ha precedenti per associazione mafiosa.

Una storia da incubo, due anni di violenze in cambio di numerosi soldi. Tutto è partito a novembre del 2010 quando l’imprenditore si è fatto prestare 10 mila euro dai due uomini, in cambio dei quali i creditori hanno preteso 65 mila euro. Negli ultimi tempi, oltre ad avergli tolto la vettura un’Audi A3, si erano fatti promettere altre somme di denaro, circa 24.000 complessivi (15.000 euro per Librato e 9000 mila per  Mezzolla) . Numerosi gli episodi di violenza di cui è rimasto vittima l’imprenditore. Tra i più gravi quello di maggio scorso quando l’imprenditore è stato selvaggiamente picchiato con un bastone in legno e con un tira pugni,  lo colpirono così forte da rompergli due costole. Non solo, ma nel mese di agosto Angelo Librato ha minacciato con una pistola la vittima,  gli ha prima ricordato di avere una parentela con il  boss della Scu Francesco Campana, per spaventarlo un po,’ e poi gli ha mostrato una pistola che occultava nei pantaloni e la faceva tintinnare contro i piedi di un tavolo metallico. Le minacce sono andate avanti sino a qualche giorno fa, i primi di settembre gli è stato detto che se non avesse pagato entro il 14 scorso, sarebbero entrati con una pala meccanica nella sua casa. In un mese i carabinieri hanno ricostruito tutta la storia e grazie a pedinamenti, riprese video e documenti sono riusciti a bloccare i due. Che per ottenere ancora soldi avevano anche organizzato una rapina alle poste di San Pancrazio Salentino che si sarebbe dovuta consumare nella giornata di oggi, grazie alla collaborazione di una parente dell’imprenditore che, secondo di due, avrebbe dovuto fare la “spia”.

“Allo scopo di recuperare il “credito”, che ormai aveva raggiunto cifre astronomiche che difficilmente la vittima avrebbe potuto coprire- spiega il capitano Prudente- Angelo Librato, dopo aver coinvolto una conoscente della vittima al fine di farle aprire prestiti a copertura delle sue esose richieste economiche, sfruttando il fatto che la stessa era impiegata nell’ufficio postale di San Pancrazio Salentino, stavano pianificando una rapina che si sarebbe dovuta effettuare proprio in questi giorni. Questo, qualora anche la donna non avesse prestato la propria collaborazione, avrebbe determinato un grave rischio all’incolumità pubblica dato che  la rapina era stata pianificata per la data di oggi, quando vi sarebbe stata alta liquidità in previsione del pagamento delle pensioni”. Il mesagnese stava valutando di segare le inferriate delle finestre per accedervi “di sorpresa” o di penetrarvi da una porta che un complice, non identificato, con la partecipazione attiva di Mezzolla avrebbe dovuto aprire dall’interno. Ma i piani dei due malviventi grazie all’interno degli investigatori e al coraggio dell’imprenditore sono saltati. Per gli imprenditore di Erchie sono state già avviate le pratiche  per l’accesso al Fondo Vittime di Usura con la collaborazione della Associazione Antiracket di Francavilla Fontana. Le indagini continuano perché ci potrebbero essere state altre vittime.

Lucia Portolano

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