BRINDISI- La comunità pugliese in generale e brindisina nello specifico è da sempre molto attenta alla questione dei migranti. Da sempre terra d’accoglienza e di confine, l’Alto Salento è stato protagonista negli anni di alcuni dei più importanti fatti legati al mondo dell’immigrazione: dal 1991 con lo sbarco di massa a Brindisi degli albanesi in fuga dalla tragica fine del comunismo, fino all’enorme tendopoli sorta in un batter d’occhio due anni e mezzo fa tra Oria e Manduria, dove vennero spediti, dopo il loro sbarco sulle coste siciliane, migliaia di tunisini partiti dall’Africa dopo la caduta di Ben Ali. Brindisi, poi, vive quotidianamente le vicende degli immigrati per la presenza del Cie e del Cara di Restinco. Per questi motivi, e non solo per questi, la tragedia di Lampedusa, con le sue centinaia di morti, non poteva lasciare indifferenti le organizzazioni sindacali provinciali.
Le segreterie territoriali di Cgil, Cisl e Uil terranno a Brindisi un presidio l’11 ottobre presso la Prefettura, in piazza Santa Teresa, e chiederanno un incontro con il prefetto, Nicola Prete per rappresentare le ragioni della mobilitazione. Tra le proposte che i rappresentanti sindacali porteranno al dottor Prete ci sono: la realizzazione di un piano per la costruzione di un efficace sistema di accoglienza, anche attraverso l’impegno dell’Unione europea, che non può esimersi dalla responsabilità di sostenere una delle più importanti frontiere europee nel Mediterraneo; l’istituzione di corridoi umanitari per i profughi che fuggono dalle guerre, rendendo esigibili in condizioni di sicurezza l’accesso all’asilo e alle misure di protezione internazionale; la riforma della legislazione sull’immigrazione e la dotazione da parte dell’Italia di una legge organica in materia di asilo; il contrasto alla tratta degli esseri umani, anche attraverso forme efficaci di collaborazione con i Paesi di origine e di transito di migranti e profughi e la caccia ai trafficanti.
Mau. Di.
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