BRINDISI- Il trucco sempre lo stesso: frazionare gli impianti fotovoltaici per dichiarare una potenza inferiore a un megawatt per eludere le autorizzazioni regionali. In realtà gli impianti contigui erano di una stessa proprietà,un frazionamento illecito attraverso un sistema di società collegate tra Spagna, Lussemburgo e Salento.Una manovra per intascare milioni di euro di incentivi pubblici falsificando le dichiarazioni. La Procura di Brindisi dispone l’arresto di 12 persone, dieci in carcere e due ai domiciliari. Uno di questi, ritenuto a capo del business è ricercato da tempo. 24 sono le persone indagate, anche un dirigente, un tecnico e un funzionario del Comune di Brindisi.
Le esecuzioni di custodia cautelare sono state effettuate dal Nucleo di polizia tributaria della guardia di finanza di Brindisi disposte dal gip Paola Liaci su richiesta del procuratore aggiunto Nicolangelo Ghizzardi. Gli arresti sono stati eseguiti tra Brindisi- Messina e Roma. Un’operazione che ha visto a lavoro in sinergia la Tributaria della guardia di finanza al comando del maggiore Gabriele Sebaste, i carabinieri del Noe di Lecce guidati dal maggiore Nicola Candido e il corpo forestale dello Stato. A sopraintendere le indagini il procuratore capo della repubblica di Brindisi Marco Dinapoli. Tra gli arrestati non vi è nessun brindisino.
A vario titolo devono rispondere di associazione a delinquere, reati urbanistici ambientali, falso, indebita percezione di incentyvi dello Stato e illeciti amministrativi a seguito della fruizioni dei finanziamenti.
Tra gli indagati anche un dirigente, un tecnico, e un funzionario del Comune di Brindisi. In quanto sono i tre firmatari della documentazioni in cui si attestava che alcuni impianti non ricadevano negli ambiti di tutela paesaggistica. Secondo invece il consulente del pm quelle zone erano soggette a vincolo paesaggistico quindi richiedevano il rispetto di alcune norme.
Indagato anche un imprenditore leccese legale rappresentante di una società del fotovoltaico.
Gli impianti sequestrati sono 27 tra Brindisi (contrada Conella), Francavilla Fontana, Torre Santa Susanna e Cellino San Marco. I Noe hanno messo i sigilli a 21 impianti considerati contigui nella sola zona di Brindisi.
E’ stato inoltre disposto il sequestro finalizzato alla confisca delle somme pari ai contributi percepiti circa 7 milioni di euro, e sono stati bloccati 303 milioni di incentivi statali che queste società avrebbe dovuto ottenere. Evitando un enorme danno erariale.
Il tecnico, il progettista e l’esecutore dei lavori era sempre lo stesso, anche le richieste era state rilasciate lo stesso giorno. Decine di diverse società che facevano capo ad un’unica proprietà. Ancora una volta nel mirino la Global solar fund. Un giro d’affari milionario tra Capoverde, Lussemburgo sino ad arrivare in Puglia, nel brindisino. Un ‘operazione speculare che va avanti negli ultimi anni scoperta dalla Procura di Brindisi, la prima ad indagare nel campo del fotovoltaico.
Ad avvallare la tesi degli inquirenti anche testimonianze e intercettazioni telefoniche. Tra tutte appare interessante quella tra un socio di Tecnova e un’altra persona in merito alla falsa dichiarazione della fine dei lavori. Importante infatti era concludere le opere entro il 31 dicembre 2010 per rientrare negli incentivi del piano del fondo energetico. La conversazione: “Tu sai esattamente la responsabilità che abbiamo entro il 31 dicembre, della tariffa. Abbiamo già barato, abbiamo messo lì la documentazione affinchè non vedano la tariffa, altrimenti la perdiamo. E la documentazione segna il termine del cantiere, e il termine del cantiere è stato dato, però non si è terminato il cantiere”. Insomma si attestava una cosa ma la realtà era un’altra.
BrindisiOggi
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