Danni provocati dalla pesca a Torre Guaceto: polistirolo e reti di plastica finiscono negli habitat costieri

CAROVIGNO- Tante persone provenienti da tutta la Puglia che hanno partecipato alla pulizia spiagge di comunità organizzata dal Consorzio di Gestione della riserva. Ma un dato crea allarme: l’enorme quantità di vaschette di polistirolo e reti per mitili abbandonata in mare sta diventando parte strutturale degli habitat.

Da Lecce a Bari, tanti i cittadini e membri delle associazioni locali che hanno raggiunto Torre Guaceto per dedicare una domenica mattina alla pulizia delle spiagge della riserva.
Questa volta i partecipanti sono stati divisi in due gruppi, entrambi impegnati sul fronte sud dell’area protetta, Apani. In totale sono stati riempiti un centinaio di sacchi di rifiuti.
I volontari hanno raccolto marine litter di ogni tipo, finanche un barile, una bombola del gas ed un materassino da letto. Rifiuti ingombranti e potenzialmente altamente inquinanti rimasti in mare per lungo tempo come reso palese dal televisore con tubo catodico abbandonato in acqua chissà quanti anni addietro.
Ma nonostante lo spettacolo di rifiuti spiaggiati sia stato spiazzante per tutti, è un altro l’elemento che allarma l’ente gestore di Torre Guaceto.
“I volontari hanno lavorato al nostro fianco per rimuovere un gran quantitativo di rifiuti finiti a due passi dalla zona A, l’area più delicata e quindi tutelata della riserva – ha spiegato il presidente del Consorzio di Gestione di Torre Guaceto, Rocky Malatesta -, ma combattiamo una guerra ad armi impari. Buona parte dei rifiuti portati dal mare è costituita da due categorie merceologiche: cassette di polistirolo e reti di plastica per l’allevamento dei mitili. Attrezzi da pesca abbandonati in mare che a furia di finire spiaggiati, stanno diventando parte integrante degli habitat costieri, così fortemente sedimentati da non poter essere rimossi senza danneggiare lo stesso ecosistema

Commenta per primo

Lascia un commento

L'indirizzo email non sarà pubblicato.


*