Proclamato lo stato di agitazione e blocco degli straordinari contro la chiusura del petrolchimico

BRINDISI- Fin dalle prime luci dell’alba, i segretari generali delle categorie della Cgil di Brindisi si sono riuniti con i lavoratori davanti ai cancelli del petrolchimico per manifestare il loro fermo dissenso contro la decisione di Eni Versalis di chiudere lo stabilimento e l’impianto di cracking.

La Cgil ha proclamato lo stato di agitazione con il blocco delle prestazioni straordinarie. Questa decisione nasce dall’incertezza che grava sul futuro dell’industria chimica italiana, aggravata dalla scelta di Eni Versalis di chiudere gli impianti di Brindisi e Priolo, dopo quelli di Porto Torres, Gela e Porto Marghera. Un’intera filiera rischia di essere compromessa, con gravi conseguenze occupazionali e sociali.

Giuseppe Maggiore, componente della Fillea Cgil di Brindisi, ha dichiarato: «Siamo qui per difendere la chimica di base italiana. La chiusura dell’impianto di butadiene a gennaio ha reso evidente l’intenzione di Eni Versalis di dismettere il sito. Chiediamo al Governo di intervenire, imponendo investimenti alternativi e progetti di transizione ecologica che tutelino l’occupazione».

Gabrio Toraldo, segretario generale della Flai Cgil Brindisi, ha sottolineato: «Monitoriamo con attenzione la situazione. Servono investimenti concreti per evitare la desertificazione industriale e ambientale. Proponiamo l’uso di terreni contaminati per colture innovative e biorisanamento, garantendo occupazione e sostenibilità».

Gianni Stozzo, segretario generale della Filt Cgil di Brindisi, ha affermato: «La chiusura del petrolchimico e della centrale Enel porterà a una deindustrializzazione senza precedenti. Serve una strategia chiara per lo sviluppo della città. Chiediamo di riconoscere Brindisi come area di crisi complessa e attivare ammortizzatori sociali straordinari».

Claudia Nigro, segretaria generale della Filcams Cgil Brindisi, ha detto: «L’abbandono della chimica di base non deve ricadere sui lavoratori. È inaccettabile chiudere senza avviare nuovi investimenti che salvaguardino l’occupazione e valorizzino le competenze acquisite».

Ciro Di Gioia, segretario generale della Fiom Cgil, ha evidenziato: «Oggi incontriamo in assemblea tutti i lavoratori degli appalti del petrolchimico per condividere le nostre rivendicazioni. Avviamo un’azione sociale organizzata per difendere occupazione, competenze e asset industriali. Speriamo di superare le divisioni sindacali e lottare uniti per il futuro di Brindisi e dell’Italia».

Antonio Frattini, coordinatore regionale della Filctem Cgil Puglia, ha affermato: «In questo delicato momento storico, di grande trasformazione geopolitica, il piano di dismissione di Versalis rischia di compromettere in maniera irreversibile la chimica di base italiana, creando una nuova dipendenza insostenibile per il nostro Paese».

Massimo Di Cesare, segretario generale della Cgil Brindisi, ha concluso: «Chiamiamo a responsabilità Eni-Versalis e Governo. Brindisi merita attenzione e rispetto. Non accettiamo chiusure. Servono investimenti per la chimica, l’energia verde e il riciclo. Si fermi la chiusura del cracking e si avviino progetti concreti per risarcire la comunità e sostenere la ricerca. La Cgil ha assunto la richiesta dei delegati del petrolchimico e si attiverà per promuovere un attivo unitario il prima possibile, anche lunedì pomeriggio».

La Cgil continuerà a lottare con fermezza, chiedendo risposte immediate e azioni concrete per il futuro di Brindisi, dei suoi lavoratori e dell’intera industria chimica italiana.

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