ROMA- Stipendi congelati per quattro anni, blocco delle assunzioni, anche i carabinieri protestano. Tagli al comparto della sicurezza, che hanno bloccato gli stipendi prima per tre anni ed oggi anche per il 2014. Con una nota stampa il co.ce.r. ( Consiglio Centrale di Rappresentanza) composto da 18 delegati, in rappresentanza di tutti i carabinieri d’Italia rende pubblica l’attuale situazione dei dipendenti del comparto difesa e sicurezza. “Al termine dell’ennesimo, inconcludente incontro tenutosi alla funzione pubblica a Roma- si legge nella nota– il cocer dice basta all’ennesima grassazione perpetrata ai danni del personale in divisa. Basta con le elemosine, basta con l’una tantum su avanzamenti di grado e assegni di funzione: come per altre criticita’, anche per il trattamento economico del personale in divisa questo governo provveda urgentemente a reperire i necessari fondi, facendo, magari, economia sui ben noti scandalosi sprechi della pubblica amministrazione e sulle vergognose prebende delle varie caste”.
I carabinieri non possono scioperare, ma per la prima volta dopo anni vengono fuori con un duro comunicato in cui puntano il dito contro le istituzioni. I loro salari sono stati bloccati dal 2011 ad oggi, ed è giunta la conferma che sarà lo stesso anche nel 2014. Chiunque abbia raggiunto nuovi gradi o livelli percepirà sempre lo stesso stipendio, quello bloccato quattro anni fa con ripercussioni anche sulle pensioni. I dipendenti dell’arma attendono la decisione della Corte costituzionale che si esprimerà il prossimo 5 novembre sulla costituzionalità della legge che ha previsto i tagli per il loro comparto.
Tra i 18 delegati del Cocer in rappresentanza dei carabinieri pugliesi c’è il comandante del Noe di Lecce Nicola Candido, presente anche lui all’incontro romano.
“In tale circostanza- si legge ancora nella nota- accusiamo le istituzioni anche di costringerci ad alzare i toni della protesta, facendoci venir meno, nostro malgrado, alla peculiare, secolare compostezza degli uomini dell’arma, per poter vincere la loro colpevole indifferenza e, al contempo, richiamare l’attenzione della pubblica opinione. Sono anni che questo organismo si fa interprete, inascoltato, del sempre crescente disagio di un intero comparto, sempre piu’ penalizzato da dissennate politiche di tagli, praticate nella bieca, cinica, vergognosa considerazione che, in quanto militari, non ci e’ permesso di praticare piu’ adeguate forme di protesta per far sentire la nostra voce. Adesso diciamo basta e, stavolta, lo diciamo con forza, la responsabilita’ di quanto dovesse accadere in seguito ricada su costoro”.
Un messaggio chiaro quello dei carabinieri davanti ad una politica sorda.
Lu.Po.
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