BRINDISI- Il 25 novembre – in occasione della Giornata Internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne, istituita dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite – è stato sottoscritto il Protocollo d’intesa per l’inserimento/reinserimento lavorativo di donne vittime di violenza, in concomitanza con la campagna nazionale di sensibilizzazione “Posto Occupato”.
Firmatari del protocollo ARPAL Puglia, in persona del Direttore Generale, Gianluca Budano e del Dirigente Ambito Territoriale Lecce, Brindisi e Taranto, Luigi Mazzei e Confindustria Brindisi, in persona del Presidente, Gabriele Menotti Lippolis e della Coordinatrice Comitato Imprenditrici, Alessandra Cursi, dal Direttore, Angelo Guarini e dal Vicedirettore, Vincenzo Gatto.
Il Protocollo si inserisce nel Progetto interistituzionale “R.I.Vi.Vi”: una rete tra i Centri per l’Impiego – coordinati da ARPAL Puglia – Centri Antiviolenza, Case rifugio e Ambiti Territoriali Sociali, ai quali le vittime di violenza posso rivolgersi nel completo anonimato.
Un percorso dedicato e tutelato di accompagnamento al lavoro, pertanto, i cui destinatari sono le donne vittime di violenza e i loro figli conviventi che abbiano compiuto 16 anni di età e risultino inoccupati, disoccupati o in cerca di nuova occupazione.
Il protocollo punta a promuovere un percorso velocizzato per favorire l’incontro tra domanda e offerta di lavoro.
Budano ha precisato che non si tratta di una forma assistenziale. L’inserimento di donne vittime di violenza perfettamente abili al lavoro, anzi, può essere un valore aggiunto per le aziende.
“Il valore in più – ha sottolineato il direttore di ARPAL Puglia – è quello di riscattarsi. Il protocollo può quindi avere un effetto moltiplicatore delle politiche attive del lavoro”.
“La dipendenza economica delle donne vittime di violenza – ha affermato Alessandra Cursi – è l’unico ostacolo o, perlomeno, uno dei più importanti, per l’affrancamento di queste donne dai loro carnefici”.
“Il Progetto “R.I.Vi.Vi”: nato dall’Ambito di Lecce ed esteso a quelli di Brindisi e Taranto, mira a garantire un percorso privilegiato di inserimento lavorativo alle donne vittima di violenza e soprusi – ha dichiarato Luigi Mazzei – Dal suo lancio ad oggi ha già permesso la presa in carico, la profilazione e la collocazione o ricollocazione lavorativa di 118 donne destinatarie dell’iniziativa”.
“Siamo soddisfatti di questo nuovo protocollo siglato con Confindustria Brindisi, – ha commentato il presidente del Consiglio di Amministrazione di ARPAL Puglia, Beniamino di Cagno- che sottolinea il lavoro sinergico che stiamo da tempo svolgendo sul territorio, certi che possa offrire reali possibilità di emancipazione alle purtroppo tante donne vittime di violenza di genere”.
“Il primo passo verso la libertà – ha aggiunto l’assessore regionale alla Formazione e Lavoro Sebastiano Leo – è sicuramente l’indipendenza economica e sociale, a maggior ragione nei contesti di violenza fisica o psicologica. Favorire questa autonomia delle donne fragili è la concretizzazione del diritto, del contrasto alla violenza di genere, del riscatto sociale”.
Confindustria Brindisi e il suo Comitato Imprenditrici intendono contribuire al raggiungimento della finalità del Progetto e si impegnano a promuovere – a livello locale – una strategia di responsabilità sociale di territorio, con riferimento al cruciale tema dell’indipendenza economica femminile e all’importanza che lo stesso riveste per combattere la piaga della violenza di genere.
Pertanto, si adopererà per diffondere i contenuti del Protocollo presso le imprese associate al fine di reperire i fabbisogni aziendali rendendo, così, l’incontro fra domanda e offerta (anche finalizzato all’avvio di tirocini curriculari ed extracurriculari) quanto più efficace e rispondente alle finalità del Progetto “R.I.Vi.Vi”, nel pieno rispetto della privacy.
ARPAL Puglia si impegna a garantire il bilancio delle competenze delle donne segnalate e verificare la possibilità di abbinarle alle offerte di lavoro a disposizione; proporre azioni di formazione e specializzazione alle donne inserite nel Progetto “R.I.Vi.Vi”; supervisionare l’andamento del percorso lavorativo.
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