Festa di San Teodoro, Consales: “I cambiamenti sono la strada giusta per far crescere la città”

BRINDISI- “I cambiamenti sono difficili da digerire, ma è questa la strada giusta per far crescere la nostra Brindisi” è questo in estrema sintesi il senso del discorso pronunciato dal sindaco Mimmo Consales ieri sera in occasione della festa di San Teodoro e San Lorenzo. Parole pronunciate , su di un lungomare, quello di viale Regina Margherita, che parlava già da se.

Migliaia di persone, come ogni anno si sono riversate sul porto per  partecipare alle celebrazioni civili e religiose.

Suggestiva, come sempre, la processione a mare delle statue dei santi patroni, affascinati i fuochi che anche quest’anno hanno incantato grandi e piccini.

Emozioni senza tempo che non hanno subito alcun tipo di cambiamento a differenza delle tradizionali bancarelle , tolte via per lasciare spazio ai più moderni ed ordinati stand o alle luminarie concentrate verso il porto perché si capisse che la festa è sul lungomare.

Scelte che non tutti hanno condiviso ma che non hanno frenato la partecipazione.

Ma i cambiamenti a cui ha fatto riferimento il primo cittadino non sono stati solo quelli legati all’aspetto del porto e della festa ma anche quelli sociali.

“E’ un segnale, anche questo, di una città che ha voltato pagina, che nel volgere di poco tempo è diventata la più verde della Puglia grazie ai suoi splendidi parchi ed alle aree recuperate dal degrado come quella di Sbitri.

E rispetto allo scorso anno possiamo salutare con soddisfazione la soluzione del problema del dormitorio di via Provinciale San Vito in cui vengono ospitati i nostri fratelli immigrati. Lo abbiamo fatto da soli, con le nostre risorse e consapevoli che una città europea non può ignorare le esigenze dei più deboli. Certo, ancora tanto va fatto in questa direzione, a cominciare dalla soluzione dell’emergenza casa su cui siamo impegnati con ogni mezzo”- ha detto il sindaco- “E non dimentichiamo certo la piaga della disoccupazione, che colpisce indistintamente tutte le nostre famiglie. Non abbiamo ricette miracolistiche, ma qualche piccolo importante segnale di ottimismo lo stiamo registrando visto che è ormai imminente il pieno coinvolgimento del governo nazionale – attraverso la Presidenza del Consiglio dei Ministri – rispetto alle problematiche dell’area di Brindisi, a partire dalla questione delle bonifiche del sito industriale”.

Consales ha così concluso: “Non è semplice, ma dobbiamo e possiamo crederci perché Brindisi questa volta ha tutte le carte in regola per non lasciarsi travolgere da quel pessimismo che tanti danni ha già provocato in passato”.

Festa, identità e cammino, invece, sono state le parole dell’arcivescovo di Brindisi ed Ostuni, monsignor Domenico Caliandro che per il primo anno ha presieduto le celebrazioni religione dei santi patroni. “Festa- ha detto-  è creare uno spazio ai nostri patroni, creare uno spazio per incontrarci con loro, con ciò che significano e portano come segreto, il senso della loro vita.

Identità perché  si è riusciti costruire il consiglio pastorale in questi mesi, a dare un punto orientamento tutta diocesi, vogliamo interrogarci su cosa significa essere cristiano, messo da parte questa parola, cos’è essere cristiani? Guardando san Teodoro ci accorgiamo: è la libertà che fa una scelta, una scelta che sa conservare a costo della vita”.

“Cammino– ha concluso infine- perché chiediamo alle autorità di produrci dei progetti che valorizzino le persone,  che ci sia veramente un confluire verso il centro ed un andare dal centro quartieri perchè città possa avere un anima”.

 BrindisiOggi

Foto Vincenzo Tasco

2 Commenti

  1. Il “cambiamento sociale” è realmente un processo lento e difficile, al quale molti si oppongono; esso è comunque sempre destinato a fallire se non vengono indicati i traguardi da conseguire, non vi sono valori-guida condivisi, non esiste un piano di azione coerente, non si predispone un efficace sistema di monitoraggio e controllo dei progressi.
    Riferendoci a Brindisi, un processo di cambiamento sociale dovrebbe mirare innanzi tutto a: realizzare una città più vivibile in tutti i suoi agglomerati urbani, favorire la crescita del lavoro, ridurre il tasso di violenza ed illegalità, potenziare la formazione professionale, attivare servizi diffusi di assistenza agli anziani, garantire più qualificati sistemi di diagnosi e cura. Per realizzare tutto ciò sarebbero necessarie condivisione e continuità d’azione da parte di chi si avvicenda nei ruoli di guida e gestione della cosa pubblica. A tal fine sarebbe anche ampiamente giustificato l’impiego di risorse economiche straordinarie e l’avvio di un confronto politico-sociale serrato.
    In questi giorni si preferisce invece discutere sulla bontà degli ultimi fuochi di San Teodoro, sulla dislocazione delle luminarie o discettare sulla paternità di innovazioni – iniziative di minor conto .
    Per non sfuggire però del tutto il dibattito in corso, va ricordato che l’organizzazione di manifestazioni estive destinate al grande pubblico cittadino non è invenzione dell’attuale o precedente sindaco di Brindisi. La prima iniziativa a livello nazionale fu l’Estate Romana, organizzata nel 1977 e proseguita negli anni successivi durante le giunte di sinistra di Carlo Giulio Argan e Luigi Petroselli, a cura dall’architetto Renato Nicolini , allora assessore alla cultura nella capitale. Anche quella, come molte altre iniziative che nacquero negli anni successivi ad imitazione non fu scevra da critiche e roventi polemiche. Si disse che le modalità di intervento si ispirassero alla moda dell’effimero e che le manifestazioni “culturali” si erano trasformate in ribalte di sindaci ed assessori, affogando in parate di valore culturale nullo, con largo sperpero di denaro pubblico .
    Sbaglia comunque il sindaco Consales a liquidare come “resistenze al cambiamento” le poche critiche espresse nei confronti dell’ “estate brindisina”. Forse molti altri condividono la sua irritazione, noi preferiamo stare tra coloro sono “indifferenti” a tutto ciò e preferiscono auspicare, ed eventualmente contribuire, un “cambiamento” diverso, più sfidante, più qualificato, più vero .

  2. IL PROBLEMA E’ CHE NON SI PUO’ CAMBIARE IL BRINDISINO MEDIO, CHE NON CONOSCE IL SENSO CIVICO NE IL RISPETTO PER GLI ALTRI. PURTROPPO IL BRINDISINO TIPO E’ UN ROZZO FIGURO CHE SI RIPRODUCE IN CONTINUAZIONE, VIVE DI ILLEGALITA’, E L’UNICA COSA CHE HA CAMBIATO E’ IL “SANTU CO'” IN “COMPA'”..

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