Associazione di tipo mafioso, tentata estorsione e lesioni personali, due fermi dal tribunale dei Minori

SAN PIETRO VERNOTICO- Nel corso della mattina del 25 luglio 2024, a San Pietro Vernotico (BR), i Carabinieri del Nucleo Investigativo del Comando Provinciale di Brindisi hanno eseguito un Decreto di Fermo di indiziato di delitto del Pubblico Ministero, emesso dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale per i Minorenni di Lecce nei confronti di due ragazzi (all’epoca delle contestazioni dei delitti entrambi minorenni), ritenuti responsabili, a vario titolo, di “associazione di tipo mafioso” con l’aggravante dell’associazione armata, “tentata estorsione”, “danneggiamenti con esplosivi o a seguito di incendio”, “porto illegale di materiale esplodente”, “lesioni personali”, con l’aggravante di aver agevolato l’attività dell’associazione di tipo mafioso”.

I minori indagati fanno parte della medesima associazione di tipo mafioso operante in San Pietro Vernotico, per la quale il 22 luglio scorso, il Nucleo Investigativo di Brindisi ha eseguito un decreto di fermo emesso dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Lecce nei confronti di quattro persone. Nella fattispecie, i due provvedimenti precautelari scaturiscono dall’indagine avviata nell’ottobre del 2022  e condotta dal Nucleo Investigativo di Brindisi e supportata da attività di intercettazione audio – video, telematiche, servizi dinamici di pedinamento e osservazione,  a seguito di gravi atti intimidatori ad alcuni esercizi commerciali, verificatisi in San Pietro Vernotico (BR), ed ha documentato l’esistenza di un’associazione mafiosa riconducibile all’organizzazione mafiosa denominata Sacra Corona Unita operante nella frangia cosiddetta Tuturanese, in San Pietro Vernotico, di cui il capo promotore detenuto (già affiliato SCU) ancorché detenuto impartiva direttive e ordini, [per il tramite di dispositivi mobili o personal computer illecitamente detenuti nella propria disponibilità a propri sodali in libertà], relativi alle attività illecite, al controllo del territorio, alla gestione della cassa comune, al mantenimento degli affiliati e delle loro famiglie, nei riguardi di imprenditori locali e della ex moglie e/o dei famigliari di quest’ultima, ritenuta responsabile di aver instaurato un legame sentimentale con altro uomo. Dalle indagini è emerso che i due ragazzi all’epoca delle contestazioni entrambi minori abbiano partecipato, con ruoli diversi all’associazione di tipo mafioso, ovvero ritenuti responsabili e materiali esecutori di attività estorsive, danneggiamenti ad attività commerciali collocando esplosivo o liquido incendiario, ricevendo assistenza economica dal clan in ragione del vincolo solidaristico, e per il soggetto oggi maggiorenne, responsabile in concorso con altri, di una violenta aggressione fisica.

In particolare sul conto dei soggetti gravati dalla Misura precautelare sono state documentate nel corso delle attività d’indagine:

–     gravi elementi di reità, circa l’appartenenza alla citata organizzazione mafiosa nonché le dinamiche improntate al controllo del territorio, facendo ricorso anche all’uso di materiale esplosivo, nonché azioni incendiarie a scopo intimidatorio;

–     svariate tentate estorsioni in danno di imprenditori locali. Con modalità particolarmente efferate sono stati compiuti attentati dinamitardi, danneggiamenti a seguito di incendio di autovetture e/o incendio ad attività commerciali, seguite da richieste estorsive. In particolare, il minore con il ruolo di partecipe all’associazione mafiosa a novembre dello scorso anno veniva arrestato in flagranza di reato per porto e detenzione di materiale esplosivo poiché fermato mentre era intento a collocare presso un esercizio commerciale di quel centro cittadino, un ordigno esplosivo artigianale del peso di circa 900 grammi. A seguito di tale evento particolarmente rappresentativo dell’appartenenza del 17enne all’associazione di tipo mafioso, il capo promotore garantiva l’assistenza legale al giovane arrestato, e il suo mantenimento, infatti nella circostanza provvedeva a fargli pervenire capi d’abbigliamento, scarpe e somme di denaro.

L’esecuzione dei due provvedimenti odierni si inserisce in una precisa strategia di contrasto attuata dal Comando Provinciale Carabinieri di Brindisi e dall’Autorità Giudiziaria – che lunedì scorso ha già portato all’esecuzione di un fermo di indiziato di delitto nei confronti di quattro persone –, alla luce della pericolosità delle attività illecite compiute e degli stessi autori, nonché dell’escalation del gruppo criminale che nelle ultime settimane avevano intensificato le attività intimidatorie a San Pietro Vernotico. Gli elementi probatori raccolti nel corso delle indagini hanno consentito ai Carabinieri del Comando Provinciale di Brindisi di eseguire questa mattina il decreto di fermo emesso dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale per i Minorenni di Lecce.

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