INTERVENTO/E’ possibile che si stia verificando anche a Brindisi una situazione di danno erariale, in conseguenza dei risultati deludenti della raccolta differenziata e dei maggiori conferimenti in discarica?
La Corte di conti della Liguria, con sentenza n 83 del 27 maggio 2013, ha condannato i sindaci e gli assessori all’ambiente ed il responsabile del relativo servizio del comune di Recco, in carica nei periodi interessati dalla verifica, al pagamento della somma complessiva di 261.136 euro, come quota parte del più rilevante danno patrimoniale subito dal comune, a causa del mancato raggiungimento delle percentuali minime di raccolta differenziata previste dalla legge.
Un danno quantificabile nei maggiori costi sostenuti dal comune per il conferimento in discarica di quella percentuale di materiale, che in base alle previsioni di legge avrebbe dovuto essere destinato alla raccolta differenziata, unitamente a quelli relativi alle sanzioni connesse con il mancato raggiungimento degli obiettivi.
La Corte ha ravvisato nel comportamento degli interessati negligenza e grave trascuratezza nella cura dell’interesse pubblico, determinate da un atteggiamento di sostanziale inerzia rispetto alle attività, che avrebbero dovuto svolgere per migliorare il servizio di raccolta differenziata e garantire il rispetto delle percentuali previste.
Dai fatti in causa è risultato, che gli interessati hanno agito come se le norme relative alle percentuali minime obbligatorie della raccolta, fissate dal legislatore e dalle linee guida regionali, non esistessero.
Infatti nel contratto di affidamento del servizio erano state fissati limiti di percentuale di raccolta differenziata inferiori a quelli previsti dalla legge.
Una vicenda questa che offre spunti di riflessione su quanto avviene nel comune di Brindisi, atteso che le percentuali di differenziata contenute nel capitolato di appalto, le stesse da diversi anni, risultano notevolmente inferiori all’obiettivo del 65% previsto dal d.lgs 152/2006, cui si fa riferimento nelle recenti linee guida della regione Puglia.
Destano anche grande preoccupazione, se non allarme, i dati relativi alla raccolta dei rifiuti del comune di Brindisi registrati negli ultimi mesi, che evidenziano un vistoso arretramento nelle percentuali di raccolta differenziata, sia rispetto ai mesi precedenti, sia rispetto agli stessi mesi degli anni precedenti 2012 e 2011.
Infatti, rispetto ai 29.62% e 29,98% del 2012 e ai 29,19% e 28,09% del 2011, i corrispondenti dati di giugno e luglio di quest’anno si sono attestati rispettivamente sulle percentuali del 26,12% e del 23,27%, con una riduzione del differenziato di oltre 400.000 kg.
Una diminuzione peraltro complessiva, che non consentirà il raggiungimento delle percentuali richieste dalla legge e che comporterà inevitabilmente un ulteriore incremento dei costi di conferimento in discarica, in aggiunta alle maggiorazioni già in vigore per l’ecotassa e la tritovagliatura dei rifiuti, con innegabili riflessi negativi sulle casse comunali e di conseguenza sulla tassa, già particolarmente elevata, che dovranno pagare i contribuenti brindisini.
Una situazione sulla quale sarebbe necessario approfondire per accertare eventuali responsabilità, perché non mi sembra giusto e corretto, che i cittadini debbano sempre pagare per gli errori altrui.
Nondimeno, bisogna prendere atto che l’obiettivo, pubblicizzato con tanta enfasi negli anni scorsi di ridurre la quantità di indifferenziati da destinare alla discarica ed incrementare in modo consistente la raccolta differenziata per adeguarla ai valori di legge, è fallito.
Doveva produrre anche un miglioramento della qualità del servizio, invece oltre a deludere le aspettative, sta causando non pochi problemi, evidenziati nelle lamentele di tantissimi cittadini.
Allora sarebbe opportuno, come hanno fatto altrove, incentivare la raccolta differenziata prevedendo benefici per i cittadini virtuosi, riorganizzare la raccolta differenziata, aumentando anche i giorni di raccolta, ma principalmente attivare finalmente le tante isole ecologiche inutilizzate esistenti in città, per la raccolta dell’umido, che i cittadini potrebbero conferire tutti i giorni, a qualsiasi ora.
Io non ho tutti gli elementi per valutare se nel caso specifico si possa ipotizzare una situazione di danno erariale identica a quella verificata nel comune di Recco, credo che sia necessario mettere mano e riconsiderare con urgenza il progetto e le attività messe in campo, anche perché non è più sostenibile il reperimento di aree per discariche di tipo tradizionale, ma principalmente non si può continuare ad inquinare la terra ormai satura di veleni.
Vincenzo Albano
Non sara la diminuzione del potere di spesa che fa abbassare le percentuali in merito alle differenziate?