BRINDISI- Dalle vicende politiche, a quelle ambientali a Brindisi, negli scorsi anni, la Chiesa spesso è stata chiamata in causa. Oggi monsignor Domenico Caliandro, arcivescovo di Brindisi-Ostuni, è stato sollecitato a prendere una posizione ferma in difesa del territorio, lo chiedono in coro i cittadini ambientalisti attraverso una lettera aperta che pubblichiamo di seguito.
“All’Arcivescovo di Brindisi-Ostuni Mons Domenico Caliandro
Gent.mo Arcivescovo,
come ogni anno da quando è stata istituita, la Giornata per la Custodia del Creato si celebra in tutta Italia in coincidenza dello svolgimento a Brindisi della Festa dei Santi Patroni. Il 1° settembre prossimo l’8a Giornata è stata intitolata dalle Commissioni episcopali che ne curano l’organizzazione “La famiglia educa alla custodia del creato” e la celebrazione nazionale avrà luogo ad Assisi.
Si tratta di una felice coincidenza che può essere colta utilmente per testimoniare anche in questa città l’amore di Gesù Cristo per gli uomini e le donne più umiliate e più sfruttate mentre si festeggia la memoria dei Patroni.
Nell’euforia della Festa è facile inneggiare ai Santi Patroni, Teodoro e Lorenzo, esempi dell’amore fraterno, mentre ben altri patroni hanno preso il loro posto e ricevono una più fattiva venerazione ed una più costante sequela negli altri giorni dell’anno.
Le spoglie e le effigi dei Santi saranno portate, accompagnati dalla Sua significativa presenza, attraverso uno dei Siti di Interesse Nazionale per le bonifiche, uno dei 57 siti più inquinati d’Italia dall’attività industriale degli ultimi 50 anni.
Suolo e sottosuolo di svariati ettari e il tratto di mare antistante la costa che va da Cerano a Punta Penne rientrano nel perimetro di un’area tanto inquinata che per il Governo Italiano può nuocere alla salute dei suoi abitanti. Balneazione e pesca sono vietati in tutto il porto. Recentemente uno sversamento di sostanze tossiche è stato rilevato da uno scarico industriale. Tutto ciò è stato possibile perchè si è praticato il culto del “dio-denaro”, profitto per pochi e briciole per molti, arrecando un danno ambientale di valore incalcolabile e comunque, a dieci anni dalla sua precisa definizione, non ancora riparato come invece avvenuto in altri siti del Nord Italia.
Le processioni lambiranno le case di famiglie che hanno subito lutti ed ancora li subiscono da questo modello economico, attraverseranno quartieri dove altre famiglie hanno subito sulla salute dei loro membri le conseguenze negative della vicinanza all’area industriale. E’ un bollettino di guerra che non cessa di essere aggiornato e che solo saltuariamente assurge agli onori della cronaca ma che la gente conosce bene ed anche le Istituzioni. Molte voci interessate esercitano opera di negazione su questa realtà ed hanno gioco facile perchè a patire le conseguenze del culto del “dio- denaro” sono persone senza voce e senza potere, i “piccoli” di cui parla il Vangelo. Questi stessi interessi hanno elargito per anni donazioni alla Chiesa locale per restauri e per le feste religiose senza che risulti provenire dalla stessa nè una richiesta di spiegazione o di chiarimento e tanto meno una presa di distanza.
Qualcuno obietterà che la Chiesa si occupa di cose “spirituali”, ma cosa c’è di spirituale nel girarsi dall’altra parte di fronte a simili scempi? “Io vi ho condotto in una terra da giardino -leggiamo in Geremia -/ perchè ne mangiaste i frutti e i prodotti./ Ma voi, appena entrati, avete contaminato la terra/ e avete reso un abominio la mia eredità (Ger. 2,7). Vengono alla mente tanti passi della Bibbia che si attagliano alla situazione che stiamo vivendo. “Guai a coloro che…/agognano ai campi e se li rubano,/ alle case e se le prendono;/ e fanno i tracotanti col padrone e la sua casa, /con l’individuo e la sua proprietà” (Mi. 2,1ss). La proprietà di Dio della terra ha una finalità ben precisa “Presso di te non ci sarà alcun povero; poichè Iddio certo ti benedirà nella terra che Jahve tuo Dio sta per darti in eredità” (Deut 15,4).
“Occupano per i primi i beni comuni -scriveva S. Basilio – e , per averli occupati per primi, li fanno propri. Ma se ciascuno prendesse solo ciò che è richiesto per suo uso e lasciasse il resto (ciò che è superfluo) a chi è nel bisogno, nessuno sarebbe ricco, nessuno povero” (Basilio, Homilia VI in Illud Lacae).
Vale anche per noi il richiamo di Gesù alla Chiesa di Pergamo messa in guardia dal “mangiare le carni immolate agli idoli e abbandonarsi alla prostituzione” (Ap 2,14). E’ più facile sedersi al convito del potere per renderci accettabili (carni immolate) e tradire il dovere di amore verso gli umiliati (prostituzione) che testimoniare la preferenza per i depredati e gli sfruttati facendosi mettere ai margini dai potentati economici (persecuzione).
Papa Francesco nell’Udienza Generale del 5/6/2013 ha detto “Quello che comanda oggi non è l’uomo, è il denaro, il denaro, i soldi comandano. E Dio nostro Padre ha dato il compito di custodire la terra non ai soldi, ma a noi: agli uomini e alle donne. Noi abbiamo questo compito! Invece uomini e donne vengono sacrificati agli idoli del profitto e del consumo: è la ≪cultura dello scarto≫”
I Vescovi francesi hanno dedicato un documento al tema: ““L’uomo è al centro della natura. Noi cristiani amiamo affermare che è protagonista nel progetto creatore di Dio. In altri termini, non deve accontentarsi di subire il degrado dell’ambiente nel quale vive. Con le sue scelte di vita, con il suo rapporto con gli uomini e le cose e con la visione del futuro che immagina egli è l’artefice di ciò che questo diviene. Lo è anche per la sua volontà di sovrintendere al modo in cui utilizza i beni di cui dispone, e per la sua attenzione a non accaparrare per sè questi beni, ma a condividerli con i suoi fratelli, gli esseri umani di oggi e quelli delle generazioni future” (Conference des Eveques de France – Groupe de Travail Ecologie et environnement. Enjeux et defis ecologiques puor l’avvenir, Bayard – Cerf – Fleurus-Mame, Parigi 2012. tradotto in Il Regno – Documenti 13/12 pp 429-440)
Più recentemente la Commissione Giustizia e Pace dei Vescovi Canadesi, fornendo ai cattolici di quel Paese in un articolato documento “un approccio cattolico all’ecologia” in conclusione afferma “Spesso i comportamenti degli stati, dei governi, delle industrie e di altre organizzazioni non hanno rispettato la debita relazione fra gli esseri umani e la terra. Ma è anche vero che forse altrettanto spesso noi come individui non abbiamo dimostrato la debita attenzione e cura per il nostro ambiente, attraverso azioni od omissioni.” Essi richiamano un insegnamento di Benedetto XVI per il quale la tutela dell’uomo non può essere disgiunta dalla tutela dell’ambiente e viceversa: “La Chiesa ha una responsabilità per il creato e deve far valere questa responsabilità anche in pubblico. E facendolo deve difendere non solo la terra, l’acqua e l’aria come doni della creazione appartenenti a tutti, ma deve proteggere soprattutto l’uomo dall’auto-distruzione. È necessario che vi sia qualcosa come un’ecologia dell’uomo, intesa nel senso giusto. Il degrado della natura è infatti strettamente connesso alla cultura che modella la convivenza umana: quando l’“ecologia umana” è rispettata dentro la società, anche l’ecologia ambientale ne trae beneficio.”
Lo scorso anno numerosi laici, preti, religiosi, come singoli e come associazioni, hanno indirizzato ai Vescovi di Puglia una Lettera aperta in cui chiedono un documento di indirizzo, una commissione di esperti, una interlocuzione con le autorità civili sul tema della salvaguardia del creato nella nostra regione (http://www.peacelink.it/peacelink/a/36824.html ), lettera che Lei personalmente ha ricevuto, che è stata discussa in sede di CEP e che è oggetto di una interlocuzione ancora in corso tra una delegazione di firmatari e il suo Presidente, Mons Cacucci.
Molti cattolici sono ormai consapevoli del dovere della testimonianza anche in questo ambito e sono già impegnati nelle lotte, a livello locale e globale, per il ripristino della salubrità ambientale e per la tutela delle vittime. Riteniamo opportuno che anche la Chiesa locale, nella sua rappresentanza ufficiale, esprima posizioni chiare di distanza da una mentalità consumistica, disposta sacrificare la persona agli interessi del profitto, non solo con i pronunciamenti ma anche con azioni in grado di infrangere equivoci del passato che hanno permesso di confondere l’accettazione di doni dagli inquinatori con una approvazione dei loro comportamenti.
Per tutte queste ragioni Le chiediamo un richiamo forte alla dottrina cattolica sull’ecologia umana ed ambientale durante la festa dei Santi Patroni ed un rapporto improntato a libertà e fedeltà all’amore di Cristo verso gli ultimi nei confronti dei potentati economici che hanno provocato un così grave inquinamento della nostra terra e così gravi conseguenze per la salute delle persone. Le proponiamo poi di organizzare anche nella nostra diocesi nel mese di settembre la celebrazione della Giornata per la Custodia del Creato alla quale non mancheremo di fornire il nostro modesto contributo. Le chiediamo infine di valutare per il prossimo anno la proposta di realizzare a Brindisi e Taranto la manifestazione nazionale della 9a Giornata della Custodia del Creato”.
In attesa di un cortese riscontro, si porgono cordiali saluti
Brindisi, 24 agosto 2013
Maria Giovanna Buongiorno -Giancarlo Canuto – Giuseppe Conte – Calogero Di Nota – Michele Di
Schiena – Luca Esperti – Fernando Faggiano – Antonio Greco – Raffaella Guadalupi – Bernadette
Giovene -Salvatore Lezzi – Pietro Lacorte – Vincenza Luprano – Antonio Manni – Cosimo Miccoli – Cinzia Mondatore – Valeria Mongelli – Sergio Montanaro – Caterina Natoli – Claudio Negro – Remo Palma – Michele Polignano – Maurizio Portaluri – Cludio Proto – Giacomo Toscano – Giovanna Vantaggiato
BrindisiOggi
Due riflessioni brevi:
1)Smettere la vocazione di essere falsi profeti ( senza riferimenti a nessuno);
2) Uscire, come ha fatto riferimento papa Francesco) dall’indifferenza globalizzata.
Grazie per aver ripreso la leTtera, ma i firmatari hanno scritto a titolo personale, come cattolici, e non fanno parte di Ass. Ambientaliste