Cisternino, dal piccolo “orologiaio” al grande negozio di preziosi, sessantuno anni di attività

BRINDISI- Sessantuno anni di attività, la Gioielleria Cisternino a Brindisi è un’icona nel suo settore, nata come un piccolo laboratorio di orologeria ancora oggi è un riferimento per tutti coloro che desiderano acquistare un prezioso. A dare vita a questa attività, oggi menzionata come attività storica tra quelle registrate nella Regione Puglia, fu nel 1962 Antonio Cisternino, all’epoca un giovane 22enne che era cresciuto nella gioielleria degli zii a Lecce. Toni , così lo conoscevano a Brindisi è scomparso nel 2013 ma in quel negozio in via Imperatore Augusto, al quartiere Commenda c’è ancora la moglie con i figli, Fabrizio e Monja,  a portare avanti l’attività di famiglia . A raccontare la sua storia è la signora Giuseppina, una donna brillante che è sempre stata al fianco del marito. “ Questa storia comincia nel ’54 quando Toni va a Lecce dagli zii che avevano una gioielleria per imparare il mestiere di orologiaio. Lui aveva  solo 14 anni- racconta-  Gli zii avevano aperto un negozio di orologi in uno di quelli che oggi sono i passaggi pedonali di Porta Rudiae. Verso la fine del ’61 , però , il Comune decide di far chiudere quei negozi perché voleva recuperare quei passaggi e a quel punto la zia chiese a Toni di decidere se riaprire il negozio sempre a Lecce o trasferirsi a Brindisi. Lui decise di tornare a Brindisi”. La prima attività di Cisternino  sorge in un piccolo locale sempre in via Imperatore Augusto verso l’angolo di un’altra attività storica la pizzeria Boccalino accanto ad una ferramenta , quella di un certo Gianni Cucci. “Lui inizia, così, nel maggio ’62- dice la signora Giuseppina- l’anno successivo ci siamo conosciuti e nel ’64 sposati . Io insegnavo ma quell’anno Toni ebbe la possibilità di spostare il negozio un po’ più avanti, di ingrandirlo e mi chiese di lasciare l’insegnamento per lavorare insieme a lui. E così è stato.  Sono sempre stata al suo fianco sino al 2013 quando poi  è scomparso. Siamo sempre stati insieme, abbiamo portato avanti questa attività con tanta passione e dedizione. Grazie anche alla gente che ha sempre avuto fiducia in noi. E dire che eravamo solo due ragazzi quando abbiamo cominciato, io avevo diciannove anni e mezzo, lui 23”.  L’entusiasmo e la passione in questi anni sono stati il motore di questa attività diventata poi un’attività di famiglia che via via è andata crescendo. “Questo lavoro ci ha dato tanto e non riferisco al lato economico . Penso che questo sia dovuto al fatto che siamo riusciti a trasmettere fiducia ai clienti- dice la signora Giuseppina che nel frattempo sfoglia l’album dell’inaugurazione dell’attuale negozio. Erano gli anni ’80.  “La costruzione dell’attuale gioielleria inizia nel ’78 e viene inaugurata nell’82- racconta- Questo angolo era praticamente abbandonato , abbiamo buttato a terra perché c’erano solo catapecchie. Il design è stato curato da uno studio di architetti a Milano , all’epoca conosciuto in tutto il mondo: la Prodec. In quel momento questo studio stava realizzando i migliori negozi del mondo di gioielleria da New York  a Dubai. Era specializzato solo in quello. Mio marito diede loro la pianta. Loro la fecero nascere come loro piaceva, mio marito si impegnò solo con le banche . Ma il progetto ci piacque subito”.  Il risultato fu strabiliante: una imponente costruzione blindata come non se ne erano mai viste in città, il cui logo, le iniziali del cognome di famiglia era e resta impresso sulla facciata dello stabile. Un marchio riconoscibile e conosciuto da tutti i brindisini che da generazioni fanno i loro acquisti proprio qui. La gioielleria va avanti e questo grazie alla presenza non solo della signora Giuseppina ma anche dei suoi figli che sono rimasti con lei in negozio. “Questa è un’attività di famiglia- dice con orgoglio- Ho avuto tre figli e due di questi oggi lavorano con me. Il più grande, Adrian , vive in Australia è un  programmatore informatico ma è un grande conoscitore degli orologi nonostante non abbia  mai voluto stare in negozio. Fabrizio, invece, è quello che ha amato di più il nostro lavoro ed è stata una grande fortuna. Ha studiato gemmologia in America ed è perito del tribunale qui a Brindisi nel nostro settore. E’ un fiore all’occhiello avere una persona in negozio che sia un esperto , perché molti vendono ma non sanno neppure cosa stanno dando ad un cliente che a sua volta viene informato, il che oggi piace perché la gente vuole sapere. Mia figlia Monja si occupa di contabilità , iscritta all’albo dei dottori commercialisti e cura per l’appunto la nostra contabilità. La speranza è di andare avanti così da padre in figlio. Adesso la continuità la vediamo un pochino anche in qualche nipote”. La signora Giuseppina è orgogliosa della sua attività e della sua famiglia e forse anche per questo ancora non si sente di voler andare in pensione. “E’ vero sono abbastanza stanca adesso perché ho 78 anni, ma non stanca di questo lavoro, ma in generale , perché se la gente va in pensione a 65 anni un motivo ci sarà . Le forze diminuiscono. Ma rimanere a casa adesso che non ho Toni io morirei in pochissimo tempo . Quindi questo per me è una valvola di sfogo. Questo lavoro mi ha dato tanto e continua a farlo”.

Lucia Pezzuto per Il7Magazine

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