CAROVIGNO- Marito e moglie freddati con due colpi di fucile, così sarebbero morti Antonio Calò, 70 anni e Caterina Martucci 64anni, trovati cadavere ieri pomeriggio in un casolare alle porte di Serranova, pochi chilometri da Carovigno. La drammatica scoperta è stata fatta ieri pomeriggio intorno alle 18.30 dal fratello di Antonio, Carmelo Calò che aveva appuntamento a Serranova con Antonio per recarsi in una farmacia a Carovigno e che non avendolo visto era andato a cercalo a casa. Quando Carmelo è arrivato intorno alle 18.30 di ieri al casolare, la porta di ingresso era chiusa ma non a chiave, per cui con facilità è entrato. Così la terribile scoperta, perché proprio dietro alla porta giaceva Antonio in una pozza di sangue a pochi metri vicino alla camera da letto anche il corpo esamine di Caterina. L’uomo ha immediatamente allertato i carabinieri che in pochi minuti sono giunti sul posto. Da un primo esame Antonio e Caterina sarebbero stati uccisi entrambi da un colpo di fucile ma l’arma non è stata ancora ritrovata, scartata così la prima ipotesi che parlava di un possibile omicidio-suicido. All’interno dell’abitazione i carabinieri hanno trovato ancora la tavola apparecchiata e delle pentole sui fornelli, come se la coppia, poco prima del dramma, si stesse preparando a consumare il pasto.
“Non so cosa pensare, cosa sia successo. Speriamo che la giustizia ci capisca qualcosa- dice Carmelo Calò , fratello della vittima- certo hanno fatto un grande affare. Sono entrati dentro e se li sono fumati tutti e due”.
Antonio Calò era stato visto nel borgo per l’ultima volta il giorno prima, martedì 28 febbraio, come di consueto si era recato al bar la mattina per prendere un caffè d acquistare il pane. A Serranova nessuno sa spiegarsi cosa sia accaduto, e soprattutto chi può aver fatto del male ai due coniugi. Antonio Calò e Caterina Martucci erano delle persone molto semplici, vivevano di pensione sociale e lui l’estate lavorava ogni tanto come parcheggiatore presso il locale notturno di una nipote. Conducevano una vita umile, si occupavano degli animali che vivevano con loro nel casolare e curavano gli alberi di ulivo.
BrindisiOggi
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