BRINDISI- ( di Lucia Pezzuto da Il7Magazine) Sono trascorsi undici anni dalla diffida ad abbattere la pericolosa e fatiscente struttura all’interno del Parco Cesare Braico di Brindisi, ad oggi il “mostro” è ancora lì. E’ poco più di un rudere, uno scheletro di cemento, in uno stato di degrado che cozza con il parco verde e la scuola che lo circonda e nonostante sia stato messo in sicurezza più volte c’è sempre chi riesce a violarlo, ad abbattere le porte e le finestre murate ed entrarci. Basta dare un’occhiata per rendersi conto di quanto sia pericoloso, lo descrivono anche le numerose vicende di cronaca che negli ultimi anni hanno raccontato storie di droga e di violenza consumate proprio all’interno di quella struttura, tra le più brutte quella di abusi sessuali su di un minore. Eppure il 7 febbraio del 2012 l’allora commissario straordinario del Comune di Brindisi, Bruno Pezzuto, firmava una lettera di diffida indirizzata proprio alla Asl di Brindisi. In questa lettera il commissario Pezzuto descriveva il rudere di proprietà della Asl ma in comodato d’uso all’amministrazione come un edificio in “gravissimo stato di precarietà” che costituiva “un pericolo per la incolumità dei frequentatori”, che era “indispensabile rimuovere ogni pericolo causato sia dalle presenza della struttura, in grave stato di degrado, che dal materiale rinveniente dai crolli della stessa”. Per questo motivo si diffidava “la direzione generale della Asl a provvedere con la massima urgenza alla messa in sicurezza del fabbricato e dell’area perimetrale, ovvero di provvedere alla demolizione della struttura stessa”. Il termine perentorio per l’abbattimento era quindici giorni. Da quel 7 febbraio 2012 sono trascorsi ben undici anni, undici anni fatti anche di battaglie mirate proprio al recupero del parco, come quella portata avanti dal Comitato Cesare Braico, guidato da Giampiero Epifani, ex presidente della circoscrizione “Commenda- Cappuccini-Minnuta”. Il Comitato in questi anni ha intrapreso innumerevoli iniziative affinchè il parco fosse restituito alla città e fosse reso fruibile proprio attraverso l’abbattimento del rudere. Ma oltre a piccoli interventi di messa in sicurezza non si è mai andati oltre. “In tutta questa vicenda la cosa più assurda è quel provvedimento disatteso- dice Giampiero Epifani- una diffida a cui mai si è dato seguito. Quello che mi chiedo è chi aveva il dovere di vigilare affinchè l’abbattimento fosse eseguito. La legge non ammette fraintendimenti e va rispettata. Perché dopo undici anni non è stato fatto? Di chi è la responsabilità? Oggi se qualcuno si fa male in quel rudere, chi ne risponde?”. La storia racconta che la vecchia struttura pericolante, un tempo presidio sanitario per le vaccinazioni, nel giugno 2013 è stato concessa in comodato d’uso gratuito proprio al comune di Brindisi per 30 anni. Protetto da vincolo ope legis in quanto bene di interesse storico con più di 50 anni, di autore non vivente e di proprietà di ente pubblico. I giardini, invece, nascono come parco del Sanatorio antitubercolare, inaugurato nel 1936 e dismesso nel 1972; l’imponente edificio è attualmente occupato dall’Istituto Professionale di Stato per i Servizi Alberghieri e della Ristorazione Sandro Pertini. Il Parco è dedicato a Cesare Braico, medico, eroe garibaldino e, dopo l’Unità, deputato di Brindisi nel primo Parlamento italiano. Il rudere, quindi, che sorge affianco all’istituto scolastico, è tutto ciò che resta di quel presidio sanitario. Il 2 aprile dello scorso anno qualcosa si è mosso. Il Comune di Brindisi al fine di candidare un progetto per il recupero dell’area occupata dall’ex presidio sanitario all’interno del Braico firmò un’intesa con la Asl di Brindisi per l’utilizzo dell’area stessa. Al bando per la Rigenerazione Urbana finanziabile con i fondi Pnrr l’amministrazione comunale candidò il parcheggio antistante l’ospedale Perrino e la stessa area interna al Braico. “C’era una intesa con la Asl di Brindisi per realizzare due interventi, uno in prossimità del nosocomio che riguardava la cessione della zona antistante per la realizzazione di un parcheggio e l’altro intervento riguardava la riqualificazione del Parco del Cesare Braico con interessamento di quel manufatto in assoluto degrado che insiste all’interno del parco che sarebbe stato destinato ad area fitness e quant’altro- spiega l’assessore comunale di Brindisi ai Lavori Pubblici, Tiziana Brigante- Concorrevamo per il residuo del bando di Rigenerazione per la somma che non avevamo assegnato con il precedente progetto che invece riguardava la mobilità urbana, 17miloni e 800mila euro. C’era un residuo di 2milioni e due cento mila euro per cui abbiamo partecipato al bando immaginando di interessare queste due zone. Non abbiamo avuto esito e non sappiamo se c’è ancora una riserva o se non è stato ammesso perché sono stati privilegiati i piccoli comuni che non avevano ancora ottenuto finanziamenti per la Rigenerazione urbana. Quindi è rimasto tutto come era”. Il tentativo del Comune si conclude, quindi, con un nulla di fatto. Un gran peccato perché il progetto prevedeva la possibilità di candidare il Parco per la manutenzione per il riuso e rifunzionalizzazione di aree pubbliche e di strutture edilizie esistenti, compresa la demolizione; oltre al miglioramento della qualità del decoro urbano e del tessuto sociale e ambientale, mediante interventi di ristrutturazione edilizia di immobili pubblici, con particolare riferimento allo sviluppo dei servizi sociali e culturali, educativi e didattici, ovvero alla promozione delle attività culturali e sportive. Nella relazione tecnica redatta dal Comune si leggeva: “Nonostante una ristrutturazione risalente agli anni 2000-2002, il parco pubblico, infatti, si trova in cattivo stato di conservazione; si rendono pertanto necessari interventi di riqualificazione dell’intero compendio, così si legge nella relazione tecnica, attraverso ristrutturazione e manutenzione, sia sugli elementi architettonici sia sul verde, nonché un adeguamento e potenziamento dell’impianto di illuminazione pubblica e la collocazione di idonei arredi che possano rendere più confortevole la sosta all’interno del parco. L’intervento in questione ha lo scopo di riqualificare il compendio urbano rappresentato dal Parco “Cesare Braico”, per restituire ai cittadini di Brindisi un polmone verde di ampia superficie facendolo diventare spazio aperto con vocazione di socializzazione ed aggregazione, consentendo così di ritrovare, in chiave attuale, le finalità originali del parco”. L’intervento, tra l’altro non si esauriva al parco ma coinvolgeva anche opere urbanistiche relative all’area limitrofa. “L’intervento riveste, inoltre, una importante valenza urbanistico-attrattiva a fronte dell’ubicazione dell’area interessata, posizionata a ridosso dell’ingresso Nord della città, in un punto nevralgico in cui si incrociano la Strada Statale 7 con le bretelle di raccordo alla Superstrada Bari-Lecce.Sommariamente gli interventi di riqualificazione prevedono le seguenti lavorazioni: Abbassamento della recinzione in muratura su Via Cappuccini e Via Favia allineandola come tipologia a quella esistente su Via Appia (muretto sormontato da grigliato), così da rendere “trasparente” la recinzione restituendo, anche visivamente, il parco al contesto urbano; Interventi di cura e potatura delle essenze arboree ed arbustive esistenti, in alcuni casi in precario stato di sicurezza, così da consentire di restituire alle piante condizioni “ambientali” tali da poter reagire nel miglior modo possibile alle disfunzioni e agli stress che si sono accumulati nel tempo e che gli hanno impedito di esprimere al meglio le loro potenzialità; Integrazione di nuove essenze arboree ed arbustive, ad arricchimento e completamento dell’esistente; Demolizione edificio ex Centro Vaccinazioni ASL, con realizzazione sulla superficie recuperata di un ampia zona relax attrezzata; Realizzazione di impianto di pubblica illuminazione, diffuso sull’intera superficie del parco per consentirne la fruizione anche nelle ore di minor luce naturale; Realizzazione di impianto di videosorveglianza atto a prevenire e scoraggiare azioni di vandalismo all’interno del parco; Rimozione e rifacimento di cordolature; Ripristino ed integrazione pavimentazione con betonelle; Riqualificazione e potenziamento aree giochi; Fornitura e posa in opera di arredi urbani vari”. Il tentativo del Comune di Brindisi, come dicevamo, sembra non essere andato a buon fine e tutto è rimasto come era. Ma al di là del prevedere un progetto per il recupero degli spazi restano situazioni di pericolosità non più rinviabili e per le quali la legge parla chiaramente: “l’immobile va abbattuto”. Chi debba farlo ? E’ presto detto: deve provvedere chi ne ha la proprietà e di conseguenza la responsabilità legale”. “La proprietà resta della Asl di Brindisi, e la stessa già prima che presentassimo il progetto ci aveva assicurato che avrebbe provveduto alla demolizione. Ad oggi ogni responsabilità è della Asl- sottolinea l’assessore Brigante- L’accordo aveva i limiti del progetto presentato per il bando, non c’era stata una cessione dell’immobile al Comune di Brindisi, ma solo l’utilizzo qualora fossero stati assegnati i fondi. Quindi anche la messa in sicurezza è responsabilità diretta del proprietario, in questo caso della Asl. Noi possiamo solo segnalare una eventuale situazione di pericolo allertando la Polizia Locale ma la Asl deve provvedere quanto prima”. La Asl di Brindisi , dal canto suo, dice non volersi sottrarre alle proprie responsabilità e lo dice attraverso la voce del direttore generale Flavio Roseto: “A questo punto riprenderemo in mano la situazione. E’ evidente che bisogna intervenire ed è giusto che sia così. Se è una responsabilità della Asl, sarà la Asl ad occuparsene”. Ora i quindici giorni per eseguire l’abbattimento sono già scaduti da undici anni, la speranza è che ora si dia seguito quanto prima a quello che doveva essere un provvedimento urgente, prima che succeda “l’irreparabile”.
BrindisiOggi
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