BRINDISI- «Le forze di polizia stanno operando bene sul territorio e gli ultimi colpi messi a segno lo dimostrano. Non c’è quindi, il bisogno di aumentare il numero di addetti all’ordine pubblico, anche perché non ci sarebbe l’opportunità di nuove assunzioni visto il taglio della spesa pubblica. Semmai, bisognerebbe aumentare il grado di condivisione delle informazioni e delle azioni per ottimizzare il lavoro e ottenere il massimo risultato con il minor numero di risorse possibile». Il viceministro agli Interni, Filippo Bubbico, risponde così in merito alla possibilità dell’invio di forze dell’ordine fresche per fronteggiare l’ondata di criminalità che, negli ultimi tempi, ha riguardato Brindisi, la sua provincia e non solo.
«Le realtà di Brindisi e Taranto sono sostanzialmente diverse ma presentano diversi tratti comuni». Parte così l’analisi del viceministro a margine della riunione del comitato provinciale per l’ordine pubblico, tenutasi stamattina in Prefettura a Brindisi. Il viceministro, prima di raggiungere il capoluogo messapico, ha visitato la città di Taranto. Durante le due tappe, Bubbico ha incontrato i rappresentanti delle istituzioni del territorio per tracciare il quadro che si è venuto a delineare negli ultimi tempi, con una marcata recrudescenza dell’attività criminale organizzata e non.
Al tavolo di Brindisi hanno preso parte, oltre al viceministro, il prefetto, Nicola Prete, il sindaco della città, Mimmo Consales, il commissario provinciale, Cesare Castelli, e i massimi dirigenti delle forze dell’ordine della provincia. «L’analisi dei dati comuni ai due territori deve necessariamente partire dal difficile contesto socioeconomico di queste province che rappresenta un terreno fertile e vantaggioso per il proliferare delle azioni criminali. L’attenzione delle istituzioni è alta, come i risultati significativi ottenuti nelle operazioni delle forze di polizia in questi giorni dimostrano, segno della grande perizia degli operatori della sicurezza».
Secondo Bubbico, uno dei punti cardine da rinforzare per evitare che, ad esempio, episodi come quello di Cellino San Marco, con auto di amministratori pubblici date alle fiamme dalla malavita, si ripetano, sono i controlli su pratiche e procedure delle istituzioni locali. «Aumentare i controlli e adoperare sistemi che certifichino l’operato di Comuni e Province – spiega il viceministro – non deve esser visto come un freno allo sviluppo e alle iniziative virtuose, anzi, un monitoraggio costante dell’azione delle amministrazioni pubbliche garantisce trasparenza e infonde fiducia nella popolazione, aiutando a risolvere le questioni drammatiche che tante famiglie e tanti giovani in difficoltà si trovano ogni giorno ad affrontare. L’Anci, l’associazione dei Comuni, sta cominciando una seria riflessione sul tema». Bubbico, in seguito, ha rimarcato la sinergia esistente tra i vari livello istituzionali seduti stamattina intorno al tavolo della Prefettura. «Ho condiviso col sindaco Consales – ha affermato il rappresentante degli Interni – l’impegno biunivoco di governo e amministrazione comunale per il contrasto di questi fenomeni. Anche il ministro degli Interni, Angelino Alfano, ha definito importante e prioritaria la lotta al crimine che, soprattutto al sud, rappresenta un freno per lo sviluppo». Il viceministro, tornando sulle modalità di contrasto alla criminalità organizzata, chiude con una battuta. «Il crimine è bravo nel saper sfruttare i nuovi ritrovati tecnologici in tempi brevissimi. Non serve a molto essere più di loro se rimaniamo ancorati ai vecchi schemi di lotta alla malavita. La vera sfida è essere più innovativi di loro e per fare questo la sinergia tra i vari enti e le varie forze dell’ordine rappresenta la chiave di volta».
Maurizio Distante
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