BRINDISI- ( Da Il7 Magazine) Finanziamenti da milioni di euro per la rigenerazione urbana, ma della riqualificazione di interi quartieri della periferia di Brindisi restano solo progetti in un cassetto. Quartiere San Paolo e San Pietro si trovano nell’estrema periferia di Brindisi, accanto al più noto quartiere Perrino, nati circa una quarantina di anni fa, opere di urbanizzazione a parte, mancano dei servizi più elementari che normalmente si addicono ad un centro urbano. Dalle strade non asfaltate , ad intere zone senza illuminazione, dalla mancanza di negozi ad un campetto di calcio chiuso e sul quale nessun ragazzino ha mai calciato un tiro a pallone, i residenti vivono nella completa desolazione. “La sera quando cala il buio il più delle volte usiamo le torce dei cellulari per fare luce, altrimenti qui non si vedrebbe nulla- dice amareggiato Tonino Galluzzo- hanno istallato i lampioni a led ma in pratica non funzionano e se lo fanno è ad intermittenza, mi viene da pensare che il Comune voglia risparmiare anche sull’energia elettrica. Per non parlare del fatto che non ci sono collegamenti tra il quartiere San Paolo, San Pietro ed il centro , lo stesso si può dire per Bozzano. Se hai la macchina sei fortunato altrimenti bisogna muoversi a piedi”. Le strade dissestate e la mancanza di illuminazione sono una pericolosa trappola per gli abitanti di queste zone che quotidianamente si devono spostare per raggiungere i luoghi di lavoro, le scuole o semplicemente un supermercato per fare la spesa. “Immaginate che la vostra nonna o la vostra mamma debba fare la spesa- dice Tonino- qui non abbiamo neppure un alimentari. Bisogna necessariamente raggiungere altri quartieri. Ma come dicevo se non hai l’auto sei nei guai”. Tempo fa il Comune realizzò dei locali da adibire ad attività artigianali, proprio per consentire l’insediamento dei negozi di vicinato. “Per un breve periodo aprì anche un alimentari, una piccola bottega- spiega Antonio Pisanelli- non era un gran ché ma era già qualcosa. Dopo poco, non si sa perché, il titolare ha deciso di chiudere. Così il Comune non riuscendo ad affittarli per attività di questo tipo ha deciso di assegnarli a delle associazioni. Ad oggi quei locali sono ancora chiusi”. Durante l’amministrazione Mennitti ( 2008) nel piano triennale delle opere pubbliche era previsto che fossero realizzati dei chioschetti nei pressi di via Torricella proprio dove gli abitanti avevano chiesto un piccolo parco giochi, ma di questi locali, dopo dieci anni, non c’è neanche l’ombra. Il bar più vicino è quello del distributore di carburanti, per raggiungere il quale bisogna attraversare la strada a scorrimento veloce, quella che porta alla Statale per Lecce. Anche di questo non se ne è fatto più nulla.
Lo sconforto tra questi abitanti è tanto, si ha l’impressione che qualcuno si sia dimenticato di loro e delle esigenze delle loro famiglie. “Gran parte di noi abita in delle villette a schiera- incalza ancora Tonino Galluzzo- la zona sarebbe anche circondata dal verde peccato che poi tanti incivili vedendo le aree prive di cura vengano ad abbandonare i rifiuti e così ci ritroviamo anche circondati da tante piccole discariche. A questo punto il Comune potrebbe mettere dei bidoni , chissà che la gente non si convinca a gettarli lì i rifiuti piuttosto che lasciarli per strada”. Quello delle discariche a cielo aperto in queste zone è una piaga vecchia e più volte denunciata dei residenti che si ritrovano circondati dai rifiuti. “E’ un gran peccato- dice Rino Tedesco che da circa quaranta anni vive in quel quartiere- Ci sono topi e blatte ovunque, ni ce le ritroviamo persino in casa. Mi chiedo se il Comune abbia mai fatto una disinfestazione da queste parti. Io dubito vist0o che non passano neppure a ritirare la spazzatura che usciamo per la differenziata. Noi poggiamo i bidoni sul marciapiede la sera ma al mattino, alle dieci sono ancora pieni. Ogni volta sollecitiamo Ecotecnica ma nessun ci da ascolto”. Accanto al problema delle strade non asfaltate, l’illuminazione ad intermittenza e la spazzatura e ad i negozi fantasma c’è anche il problema di non avere spazi adeguati per far giocare i ragazzi. “Tempo fa hanno realizzato un campetto da calcio- dice Rino Tedesco- un grande spreco di denaro visto che non è mai entrato in funzione. Basta farsi un giro per vedere che è tutto abbandonato, la recinzione viene via a pezzi e l’erba non è mai stata tagliata. Hanno persino realizzato la “Grande foresta Orientale”, l’hanno inaugurata. Sono venuti tutti a vederla quando l’hanno consegnata. Anche lì , nessuno se ne è mai preso cura ed è rimasta abbandonata . Non solo, accanto volevano persino farci un centro di raccolta per i rifiuti. Noi residenti ci siamo opposti ed il progetto è stato ritirato altrimenti immaginate cosa sarebbe accaduto tra la “Foresta” abbandonata ed i rifiuti. Sarebbe stata tutta una immensa discarica”. E’ di questi giorni, inoltre, la notizia che Arca Nord Salento realizzerà proprio al limite del quartiere San Paolo una nuova palazzina a cinque piani da adibire ad alloggi popolari. Gli attuali residenti non sono particolarmente felici di questa scelta. “Non siamo contenti perché le nostre case sono tutte villette a schiera- dice Rino- ci troviamo a due passi dal cimitero e la situazione è quella che è. Un esempio per tutti: la mia casa a causa di tutte queste cose è stata svalutata. Ho investito tanto, i miei risparmi, il mio lavoro ed ora sentendo le agenzie immobiliari ci dicono che queste villette valgono tanto quanto una casa popolare. Mi sembra assurdo”. E dire che proprio il Comune di Brindisi lo scorso anno annunciava l’ammissione al finanziamento di ben 43 milioni di euro rinvenienti dal “Progetto Pingua”, Programma Innovativo Nazionale per la Qualità dell’Abitare, promosso dal Ministero delle infrastrutture e della mobilità sostenibili. Progetti, solo sulla carta, già finanziati che non hanno ancora visto luce ma mirati, tra gli altri, proprio alla riqualificazione del quartiere San Pietro e San Paolo.
Lucia Pezzuto per Il7Magazine
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