CAROVIGNO- La tutela della fauna ittica a Torre Guaceto segna un altro felice giro di boa. Mentre i pescatori della riserva scelgono di autoimporsi il blocco pesca per fare del bene al mare, il tribunale condanna un 47enne scoperto di flagranza di reato dagli uomini della guardia di finanza con le reti nella zona A dell’area protetta.
L’impegno del Consorzio di Gestione di Torre Guaceto per la tutela dell’ecosistema è indubbio e la governance della riserva vanta l’ottenimento di numerosi premi, ma l’obbiettivo di avere un’area sempre più tutelata può essere raggiunto solo se tutte le parti coinvolte nella vita della riserva si schierano attivamente al fianco dell’ente. E così è.
I pescatori professionisti autorizzati all’esercizio nell’area protetta hanno deciso di bloccare i prelievi per un mese con il fine di permettere alla fauna ittica di ripopolarsi.
Un’azione che parrebbe insensata e lesiva del loro diritto ad uno sguardo esterno alle dinamiche di tutela, vista soprattutto la già stringente regolamentazione che i piccoli pescatori di costa devono rispettare. Ma che rende l’idea di quanto invece questa comunità di stakeholder della riserva sia consapevole e protagonista.
A oggi, infatti, e da 20 anni ormai, possono pescare nell’area più esterna dell’AMP, la zona C, solo i professionisti che risiedono nei comuni di pertinenza, Brindisi e Carovigno, solo con imbarcazioni piccole e reti a maglia larga, una volta a settimana e previa autorizzazione dell’ente. A ciò si aggiungono eventi spot di blocco pesca imposti dal Consorzio, nei periodi di riproduzione delle specie, e quest’ultimo, voluto dagli stessi pescatori.
Le ragioni della scelta si devono all’allarme lanciato negli ultimi mesi del Consorzio a seguito dei risultati ottenuti dagli Istituti di ricerca con il ciclico studio dello stato di salute dell’ecosistema marino di Torre Guaceto: la popolazione ittica si sta riducendo.
Ben consapevoli del fatto di non aver aumentato il proprio sforzo di pesca, rimasto costante negli anni e che quindi la circostanza sia imputabile agli episodi di frodo e non alla loro attività, i pescatori professionisti hanno comunque deciso di tendere una mano all’AMP con un blocco pesca volontario di un mese.
A questo importante motivo di gioia per il Consorzio, si aggiunge la soddisfazione derivante da un’azione svolta dagli uomini del reparto navale della guardia di finanza di Brindisi. Un uomo già noto alle Autorità è stato condannato in primo grado per pesca di frodo nell’ambito di un procedimento penale nel quale il Consorzio si è costituito parte civile.
Il 47enne era stato scoperto dai finanzieri mentre, in sfregio dell’area protetta e del diritto alla tutela dei suoi animali e habitat, stava pescando con reti da posta nell’area più delicata della riserva, la zona A, quella nella quale è vietata persino la balneazione vista la delicatezza dell’ecosistema lì localizzato.
“Ringraziamo i nostri pescatori sempre pronti a scendere in campo per aiutarci a proteggere Torre Guaceto e le forze dell’Ordine che malgrado le esigue risorse a disposizione mantengono il loro occhio vigile sulla riserva – ha commentato il presidente del Consorzio, Rocky Malatesta -, speriamo che le Autorità tutte possano essere sempre più presenti, noi dal canto nostro stiamo lavorando per ampliare il perimetro di territorio che proteggiamo e contiamo di ottenere ottimi risultati a stretto giro”.
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