BRINDISI- Indagati i medici del Pronto Soccorso che chiesero l’intervento del pm, Oliva: “A causa dell’inefficienza del sistema sanitario a pagare sono sempre pazienti e medici. Oggi accade quello che avevamo previsto e per il quale non eravamo stati creduti”. Medici sempre più soli in un Pronto Soccorso, quello dell’ospedale Perrino di Brindisi, oramai allo sbando. Sono stati iscritti nel registro degli indagati i due medici dell’ospedale Perrino di Brindisi che lo scorso 16 novembre chiesero l’intervento dei Carabinieri e del pm della Procura di Brindisi perché impossibilitati a garantire la giusta assistenza in un Pronto Soccorso sommerso dai pazienti. In quel frangente una donna di 77 anni morì su di una barella in astanteria. “La famiglia ha chiesto che si faccia chiarezza su eventuali responsabilità ma nel frattempo i due professionisti, gli unici a coprire il turno, pagano lo scotto di aver continuato a lavorare senza alcuna tutela- spiega il presidente dell’Ordine dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri della provincia di Brindisi, Arturo Oliva- Oltre il danno la beffa, i colleghi affrontavano le emergenze senza ricevere alcun supporto, trenta pazienti che richiedevano cure che non potevano essere garantite nei tempi previsti così come prevedevano i codici di accesso. Da qui la decisione di allertare forze dell’ordine e magistrato”. L’Ordine da tempo ha sollevato le criticità di un sistema sanitario che non riesce a dare le dovute risposte. A nulla sono valsi gli appelli e le richieste rivolte alla direzione generale della Asl e alla Regione Puglia, la mancanza cronica di medici strutturati all’interno dei Pronto Soccorso non garantiste l’efficienza di un servizio dovuto all’utenza. “Quello che stanno vivendo i medici oggi è un grave disagio- sottolinea Oliva- sono passati dall’essere osannati per essere stati gli eroi, gli angeli durante la pandemia a dei fantasmi. Ignorati dalle stesse istituzioni che dovrebbero tutelarli. Questi professionisti pagano la mancanza di un progetto. Ci si lamenta delle liste d’attesa ma la Asl chiede servizi aggiuntivi impiegando sempre la stessa forza lavoro, senza alcun margine di integrazione”. Oggi l’ospedale di Brindisi continua ad essere punto di riferimento per l’intera provincia colmando , là dove è possibile, i gap di altre strutture sanitarie. Basti pensare all’ospedale di Ostuni o di Francavilla Fontana dove molti reparti sono stati chiusi o depotenziati. “Siamo in piena gobba pensionistica- prosegue il presidente dell’Ordine- ed alcuni territori pagano la miopia di chi non si è saputo organizzare. Non entriamo nel merito della vicenda giudiziaria che vede indagati i colleghi, sarà la magistratura a fare chiarezza. Ma entriamo nel merito di una organizzazione sanitaria che fa acqua da tutte le parti e piuttosto ci chiediamo se realmente questi professionisti, che coprono turni impossibili, siano messi nelle condizioni di lavorare serenamente e garantire la qualità e la sicurezza delle cure erogate. L’ordine come organo sussidiario dello Stato non può non vigilare. Quanto sta accadendo all’interno del Pronto Soccorso dell’ospedale Perrino di Brindisi è gravissimo, un intervento risolutivo non è più rinviabile”. I medici oramai sono allo stremo , quelli di medicina generale sono in stato di agitazione e chi potrebbe scegliere di lavorare sul territorio brindisino fugge via. Il prossimo 15 dicembre, a questo proposito si svolgerà una manifestazione di protesta a Roma, in piazza SS Apostoli dalle ore 14.00 per il Servizio sanitario pubblico e nazionale.
BrindisiOggi
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