“Casa degli aquiloni”, martedì l’evento conclusivo a Palazzo Nervegna

BRINDISI- “Storie di immigrazione, accoglienza e inclusione per costruire insieme il futuro”, Martedì 6 dicembre, alle ore 17.30, presso la sala Gino Strada di Palazzo Granafei-Nervegna, l’evento conclusivo del progetto “Casa degli aquiloni”, nato dalla collaborazione tra Caritas diocesana e Associazione Migrantes Brindisi, e in parte finanziato con i fondi dell’8×1000 alla Chiesa Cattolica.

Il progetto, della durata di un anno, si concluderà il 31 dicembre 2022 e ha provato a dare delle risposte concrete all’emergenza abitativa che tocca tanti migranti, partendo da un’esperienza di accoglienza e condivisione già in atto dal 2017, quella appunto della Casa degli Aquiloni.

In questo evento pubblico due ospiti di particolare rilevanza dialogheranno con la cittadinanza sui temi dell’accoglienza e dell’inclusione: Tareke Brhane, presidente del Comitato 3 ottobre insignito della Medaglia per l’Attivismo Sociale durante il Summit dei Premi Nobel  per la Pace nel 2014, e Vito Fiorino, soccorritore nel naufragio di quella notte del 3 ottobre 2013 in cui al largo di Lampedusa persero la vita 368 persone, oggi ricordato per quel gesto di umanità nella Foresta dei Giusti a Milano.

“Sarà un’occasione importante per la nostra città -­ afferma Sabina Bombacigno vicepresidente dell’Associazione Migrantes – per ricordare non solo le vittime di quel naufragio, ma anche le migliaia di persone che regolarmente muoiono annegate nel Mar Mediterraneo o restano bloccate ai confini con l’Europa. Una straordinaria opportunità formativa anche per ottocento studenti delle scuole superiori e degli istituti comprensivi della città di Brindisi aderenti all’accordo #inreteperlacooperazione che, nella mattina del 6 e del 7 dicembre, incontreranno i due straordinari testimoni nell’auditorium del liceo E. Palumbo, promotore della rete”.

“Mettersi in ascolto di una esperienza così significativa come quella di Tareke Brhane e Vito Fiorino – dichiara don Donato Pizzutolo direttore della Caritas Diocesana – è il primo passo per creare una comunità educante e accogliente che sappia andare oltre i pregiudizi e le barriere culturali. La fiducia nasce dalla conoscenza concreta dell’altro, dall’incontro profondo con la storia delle persone che incontriamo. Questo progetto e, in particolare, la preziosa testimonianza di Tareke e Vito ci aiuteranno a raggiungere questi obiettivi per sensibilizzare il territorio sul tema dell’accoglienza e avviare, insieme, un cammino di vera inclusione”.

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