Medici no vax, reintegrati in dodici ma è scontro tra Governo e Regione Puglia

BRINDISI- (Da Il7 Magazine)  E’ scontro tra Governo e Regione Puglia sul reintegro dei medici no vax, il Consiglio dei ministri pronto ad impugnare la legge regionale in base alla quale rimarrà l’obbligo di vaccino. Intanto a Brindisi l’Ordine dei Medici firma il reintegro di dodici professionisti e la Asl quella di sette operatori.  Dal primo novembre i medici e gli operatori sanitari sospesi per non essersi sottoposti alla vaccinazione anti Covid potranno tornare in servizio. E’ quanto ha deciso il Consiglio dei ministri.  Il decreto approvato dal Cdm ha anticipato di due mesi la scadenza dell’obbligo vaccinale anti Covid, che nella precedente norma era stato fissato al 31 dicembre 2022. Ora invece è stato anticipato al primo novembre. Una decisione adottata dal governo “perché mutato il quadro epidemiologico, ed anche per intervenire sulla carenza dei medici in tutta Italia”. Ma in Puglia una legge regionale approvata a febbraio 2021 ha incluso nell’obbligo vaccinale per il personale sanitario anche il vaccino anti Covid. Una legge che il presidente Michele Emiliano intende far valere nonostante la posizione espressa dal Governo. “Emiliano è un simpaticone – ha sottolineato il sottosegretario alla Salute Marcello Gemmato intervenuto a Sky Tg24- ma dovrebbe sapere, anche da magistrato, che nella gerarchia delle leggi ciò che dice lo Stato centrale non può essere derubricato da una regione. Quella legge regionale peraltro parla di obbligo di vaccini, che non c’è più. Quindi verrà impugnata evidentemente, stavolta ha detto una baggianata”.  La risposta del governatore della Puglia non si è fatta attendere : “Gemmato è un politico di lungo corso e dovrebbe sapere che tra leggi nazionali e leggi regionali nelle materie concorrenti come la sanità non c’è un rapporto di gerarchia che fa prevalere le prime sulle seconde, salvo che ci sia una lesione delle attribuzioni del Parlamento- ha detto Emiliano- Ma queste ultime devono essere impugnate tempestivamente dal Governo, fatto questo non avvenuto nel nostro caso, essendo la legge in questione del 2021″. Lo dichiara il presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano, replicando alle parole del neo sottosegretario alla Salute Marcello Gemmato che nel corso di una intervista televisiva ha dichiarato che la legge regionale pugliese sui medici non vaccinati, sarà impugnata. Prendo atto che Gemmato, farmacista, si cimenta in arditi ragionamenti giuridici annunciando l’impugnazione della legge pugliese e così facendo fa fare al Governo del quale fa parte da qualche ora una pessima figura I termini per l’impugnativa infatti sono ampiamente scaduti.  Uno cosi dovrebbe immediatamente dimettersi per la sua inadeguatezza”. Ora, in Puglia secondo i dati raccolti dall’Ordine dei medici il numero dei medici non vaccinati, e quindi sospesi, è assolutamente ininfluente per risolvere la questione della mancanza di personale negli ospedali regionali. Su oltre 12mila medici solo 300 non si sarebbero sottoposti a vaccinazione, tra questi il 20 per cento sono odontotecnici, il 5 per cento opera all’estero, e la parte restante, per la maggior parte, riguarda liberi professionisti. Nelle strutture sanitarie pugliesi i medici sospesi no vax non superano il numero di cento. Nella provincia di Brindisi  proprio mercoledì, 2 novembre, il presidente Arturo Oliva ha firmato una determina per il reintegro dei sanitari sospesi. Si tratta di dodici medici  ma di questi solo due hanno meno di 68 anni e di conseguenza  tornano in servizio. L’Azienda Sanitaria Locale, dal canto suo, ha disposto anche il rientro di sette operatori sanitari, per lo più infermieri. Un numero esiguo se si considerano le cifre che all’inizio della pandemia si erano registrate. C’è da sottolineare che in questi mesi molti di questi no vax  nel frattempo hanno contratto il virus e di conseguenza non hanno più avuto necessità di sottoporsi a vaccinazione anti Covid. Se qualcuno, quindi, pensava di risolvere l’annosa carenza del personale medico attraverso il reintegro dei non vaccinati, ha fatto male i conti. Resta in ogni caso la diatriba tra Governo e Regione. Per la Puglia resta l’obbligo. “La situazione di questo personale sanitario è regolata dalla legge regionale, che consente solo agli operatori che si sono vaccinati, secondo le indicazioni del Piano nazionale di prevenzione vaccinale vigente, di poter accedere a determinati reparti ospedalieri. Questo a tutela dei pazienti e degli stessi operatori – ha detto l’assessore alla Sanità, Rocco Palese- La Regione Puglia  ha consolidato nel tempo un quadro normativo regionale in materia di prevenzione vaccinale grazie alla professionalità, alla sensibilità e alle competenze presenti nel quadro dirigenziale regionale e dei Dipartimenti di Prevenzione delle Aziende Sanitarie Locali impegnati in prima linea nella prevenzione delle malattie infettive e nella protezione e sicurezza degli operatori”.  Inoltre Palese ricorda che i medici sospesi hanno per la maggior parte sollevato dei contenziosi con l’ente, e non è facile la procedura di reintegro. “La materia è complessa -aggiunge l’assessore regionale  – la mia linea è la stessa del presidente della Repubblica Mattarella, che parla di prudenza. Bisogna affidarsi alla scienza. La Puglia, al momento, in termini di contagi è quella più a rischio in tutta Italia. Una cosa è certa: crea disagio il fatto che invece di concentrarci sui malati dobbiamo risolvere pastoie burocratiche. E conti alla mano il reintegro dei medici no vax in Puglia sarebbe del tutto marginale pe risolvere il problema della carenza degli specialisti nelle nostro strutture sanitarie. Da domani chiedere alle varie Asl di fornirci un elenco dettagliato. Ma sappiamo già che parliamo di numeri insignificanti”.  La Puglia resta , quindi, prudente. Qui non si intende fare un passo indietro perché i numeri dei contagi potrebbero salire. Ma quanto poi si tratti di una questione sanitaria piuttosto che una questione politica è difficile dirlo. “L’articolo 32 della Costituzione demanda al Parlamento la definizione del bilanciamento fra i diritti del singoli e quelli della comunità in materia di salute. Durante l’emergenza Covid tutti i partiti, con l’esclusione di Fratelli d’Italia, avevano ragionato sulla prevalenza del diritto della comunità. Adesso l’andamento della patologia è cambiato, per questo il governo propone al Parlamento l’adozione di un atto che ripristini il corretto funzionamento dell’articolo 32 della Costituzione – ha detto il presidente nazionale della Federazione nazionale degli ordini dei medici (Fnomceo), Filippo Anelli- non c’è conflitto fra norma nazionale e regionale.La prima disponeva che la vaccinazione fosse requisito indispensabile per esercitare la professione, e quindi sospendeva il personale no vax. La seconda non sospende, ma si limita a impedire ai medici non vaccinati di lavorare nei reparti più a rischio”. In Puglia i medici non vaccinati potranno quindi essere allontanati solo da alcuni reparti. La norma nazionale durante l’emergenza ha funzionato bene. Avevamo una media di 80 decessi al mese, che quella legge ha fermato. Ma adesso la situazione epidemiologica consente il ritorno alla normalità. Resteranno le mascherine e la prudenza”.

Lucia Pezzuto per Il7 Magazine

 

 

 

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