BRINDISI – Assolti tutti gli imputati. Il processo di smaltimento e trasformazione delle ceneri prodotte dalla centrale Enel di Cerano non ha violato le norme sulla gestione dei rifiuti. Finisce con l’assoluzione dei 18 imputati – 11 manager Enel e 7 della Cementir (ora Cemitaly) – e delle due stesse società il processo in abbreviato su presunti illeciti amministrativi. Si sospettava che le ceneri della centrale Enel di Cerano venissero utilizzate per realizzare cemento, ottenendo così risparmi sui costi di smaltimento delle scorie di produzione. “Il fatto non sussiste” per il gup Sergio Tosi che ha assolto gli 11 manager finiti alla sbarra insieme alle due stesse società. L’assoluzione era stata richiesta dal pm della Dda di Lecce Milto De Nozza nell’udienza preliminare di settembre. Nel 2017 la centrale fu sequestrata con facoltà d’uso dopo alcuni accertamenti del Nucleo di Polizia Tributaria di Taranto. “La Società accoglie positivamente la decisione del Tribunale di Lecce – si legge in una nota di Enel – che oggi ha assolto con formula piena “perché il fatto non sussiste” i manager ed i dipendenti di Enel Produzione e la stessa azienda, alla luce delle evidenze agli atti delle indagini e, in particolare, degli esiti della perizia svolta in sede di incidente probatorio. L’esito del processo conferma lo scrupoloso rispetto della normativa ambientale e delle migliori prassi europee ed internazionali e pone così fine ad una vicenda che sinora aveva ingiustamente coinvolto per cinque lunghi anni vari manager e dipendenti dell’azienda, acclarando la piena correttezza del loro operato e di quello della società Enel Produzione nella gestione della centrale di Brindisi, struttura vitale per il sistema energetico del Paese”.
5 anni.
Processi che nn sarebbero mai dovuti essere intentato per concludere che “il fatto non sussiste”
La domanda è: ma chi ha sbagliato pagherà? Oppure tutto passerà sotto traccia.