BRINDISI– «Ancora una volta l’intramoenia viene additata come responsabile delle liste d’attesa. Ancora una volta ripetiamo che non è così, perché le prestazioni in intramoenia sono rese al di fuori dell’orario di lavoro dei medici, e rappresentano dunque un ampliamento dell’offerta sanitaria. L’intramoenia non allunga i tempi di attesa, ma anzi contribuisce a ridurli». Così Arturo Oliva, Presidente regionale del sindacato dei medici Federazione CIMO-FESMED, boccia la proposta di bloccare le visite private in ospedale per combattere le liste d’attesa: «Peggioreremmo solo la situazione».
La Federazione CIMO-FESMED propone invece 5 soluzioni alternative:
- Assumere: la lunghezza – inaccettabile e pericolosa per la salute dei pazienti – delle liste di attesa è anche causata dalla carenza di personale. Se ci sono meno medici, si potranno offrire meno prestazioni. La parola d’ordine, allora, deve essere assumere: superare il tetto di spesa del personale; assumere gli specializzandi agli ultimi anni di formazione nell’attesa che l’aumento delle borse di studio produca i suoi effetti; stabilizzare a tempo indeterminato il personale assunto nel corso dell’emergenza; rendere nuovamente attrattivo lavorare negli ospedali pubblici attraverso stipendi adeguati, migliori condizioni di lavoro e reali prospettive di carriera per frenare la fuga dei medici dal SSN che, altrimenti, non farà che peggiorare ulteriormente il problema delle liste d’attesa e la qualità dell’assistenza. Basti pensare all’ultima disposizione regionale che impone a tutti i medici dipendenti ospedalieri di lavorare in Pronto soccorso per coprire i turni estivi, e non importa se non hanno le competenze necessarie.
- Applicare gli incentivi alla produttività aggiuntiva: il Governo ha previsto un aumento della retribuzione (da 60 a 80 euro lordi l’ora) per i medici che aderiscono volontariamente all’istituto della produttività aggiuntiva ai fini dell’abbattimento delle liste d’attesa, lavorando oltre le 38 ore settimanali previste dal contratto. Una disposizione che tuttavia in Puglia non viene applicata.
- Puntare sul territorio: gli ospedali dovrebbero essere riservati alle prestazioni complesse; il resto andrebbe affidato alle Asl e agli specialisti ambulatoriali, il cui ruolo dovrebbe essere rafforzato.
- Maggiore trasparenza nell’utilizzo delle risorse: in molte Aziende le risorse stanziate dal Governo per abbattere le liste d’attesa (un miliardo di euro complessivamente) ancora non sono arrivate. È allora fondamentale ridurre i tempi che intercorrono tra l’entrata in vigore dei provvedimenti che stanziano le risorse e l’effettiva possibilità di utilizzarle, obbligando al contempo Regioni e Aziende a pubblicare le finalità di ciascuna spesa e i risultati ottenuti in termini di riduzione dei tempi d’attesa.
- L’intramoenia è un aiuto, non una causa: Se i tempi di attesa massimi previsti dal Piano nazionale di governo delle liste d’attesa non vengono rispettati, i pazienti hanno il diritto di ottenere la prestazione richiesta in intramoenia pagando solo il costo del ticket: una disposizione che puntualmente non viene rispettata a causa dei maggiori costi che ricadrebbero sulle Aziende. Obbligare le Aziende ad applicare tale norma garantirebbe benefici immediati a medici e pazienti.
BrindisiOggi
Buongiorno vorrei farvi presente ,che le visite strumentale,un privato sono libere all’indomani, invece tramite il sistemo sanitario nazionale non c’è posto addiritture chiuse,anche nel caso che il medico ti scrive nella prescrizione antro 60 giorni, e solo una bufonata .