INTERVENTO/ La proroga di sei mesi per il commissariamento del Comune di Carovigno rappresenta la chiara volontà di calpestare la democrazia di una città, di calpestare il valore delle sentenze sia penali che civili già emesse e irrevocabili, di calpestare dunque la giustizia e i valori per cui tutti ancora dovremmo credere in essa.
Con tale proroga di ulteriori sei mesi, Carovigno sprofonda sempre più nell’abisso dell’immobilismo e nella delusione.
Molti sono i settori paralizzati dal commissariamento che, nonostante i finanziamenti per opere pubbliche già stanziati, ha influito negativamente sul lavoro di tecnici, imprenditori del settore edile, investitori in campo agricolo e soprattutto turistico, per non parlare della promozione e della cultura azzerando completamente gli eventi in città.
Se l’azione del commissariamento fosse stata orientata alla crescita e allo sviluppo della città avrei accettato con piacere questa e anche altre proroghe ma se tale azione provoca una paralisi delle attività imprenditoriali e lavorative allora no, non è facilmente accettabile.
Anche perché quali sarebbero le motivazioni di una proroga di sei mesi se le sentenze asseriscono che lo scioglimento del Comune è stato illegittimo?
E se è stato illegittimo scogliere l’ente perchè perserverare in tale illegittimità?
Per ripristinare la legalità, per proteggere l’azione amministrativa da un malaffare che non c’era durante la mia amministrazione?
E’ il non senso e il paradosso che l’Italia è in grado di proporci in questo e più casi. E che nolente o volente una intera comunità subisce ingiustamente nel silenzio assordante di tutte le altre forze politiche presenti in città che dal primo momento hanno preferito tacere”.
Massimo Lanzilotti ex sindaco di Carovigno
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