PRI: “Serbatoio Edison: quella che manca è una strategia complessiva di sviluppo”

INTERVENTO/ La vicenda dell’assenso dato dalla Regione Puglia alla realizzazione del deposito di gas naturale liquefatto proposto da Edison, al di là della sterile discussione sul presunto abbandono di Rossi da parte di Emiliano e sulle divisioni tra Brindisi Bene Comune e Partito Democratico che si sono manifestate anche in questo frangente, dovrebbe essere l’occasione per decidere sulla base di quali valutazioni va espresso il parere sul possibile insediamento nella nostra città di impianti di diversa natura.

Alcuni, come gli stretti seguaci del Sindaco, ritengono che la valutazione debba essere eminentemente politica. Ma incanalarsi su questo percorso porterebbe a conseguenze aberranti.

Altri preferiscono adottare come metro di valutazione le ricadute occupazionali. Argomento sempre suggestivo in una città che ha fame di lavoro. Il problema è che su questo versante le valutazioni sono quanto mai aleatorie: così si parte dai 4.000 posti che secondo alcuni genererebbe l’impianto eolico off shore proposto al largo di Brindisi per arrivare, sempre a detta degli stessi, al numero di lavoratori occupati in una pizzeria che rappresenterebbero la reale forza lavoro che sarà impiegata nell’impianto di Edison.

In realtà ritengo che l’unico metro di giudizio valido dovrebbe essere la conformità o meno delle iniziative industriali proposte agli strumenti urbanistici vigenti.

E qui casca l’asino.

Questa consiliatura doveva caratterizzarsi per un grande lavoro programmatorio con l’adozione del Piano Urbanistico Generale e la definizione di un possibile modello di sviluppo valido per i prossimi venti anni.

E su questo versante si può tranquillamente affermare che Rossi e la sua maggioranza hanno fallito nel loro compito.

Il Documento Programmatico Preliminare proposto dall’Assessore Borri non è mai giunto alla discussione in Consiglio Comunale.

E dalle valutazioni fatte in merito dal Segretario Cittadino del PD sembrerebbe, per dirla alla Bartoli, che sia “tutto sbagliato e tutto da rifare”.

E così si è costretti a praticare la politica del carciofo discutendo di argomenti singoli senza mai inquadrarli in una visione più complessiva: ieri del deposito Edison o della possibile localizzazione al largo del nostro porto di una nave attrezzata per rigassificare il gas naturale liquefatto ed immetterlo in rete. Domani del deposito di carburanti proposto dalla società Brundisium.

Per non parlare poi della costa dove, secondo Rossi, non bisogna pensare a villaggi turisti, alberghi od altre “amenità”

Viene quasi il sospetto che si tratti di una strategia ben delineata: aspettare che altri esprimano il parere su questi insediamenti dopo aver ignorato le competenze del Consiglio Comunale o averlo interpellato nell’ultimo giorno utile con lo scopo di metterlo con le spalle al muro e soffocare sul nascere ogni possibile confronto. Per poi gridare “al lupo, al lupo” confidando che agitare i fantasmi del passato, quello di un territorio asservito ai grandi gruppi energetici, possa ancora fare presa sulla popolazione.

La prima volta è andata bene a Rossi ed ai suoi amici agevolati in questo dalle divisioni che si erano manifestate nel fronte contrapposto. Ma i miracoli riescono una volta sola.

Salvo che quanti non si sono riconosciuti nell’agire amministrativo della Giunta in carica non sappiano trovare un momento di coesione perché condizionati più dai veti di carattere personale od ideologici che non da differenti vedute sullo sviluppo che vorremmo per la nostra città.

E’ del tutto inutile sperare che il PD “rinsavisca” e cambi candidato ed alleanze.

O andare alla ricerca di un “papa” capace di nascondere le divisioni

L’unico percorso da seguire è quello di lavorare sui programmi per prospettare alla città una strategia di sviluppo non caratterizzata dai “no a prescindere” tanto cara al Sindaco Rossi e alle sue ruote di scorta.

  Il Capogruppo PRI

(Gabriele ANTONINO)

 

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