INTERVENTO/ Rigassificatore offshore: i NO TAP Brindisi soddisfatti, ma per alcuni è stata una buona occasione perduta per tacere . Il Movimento NO TAP della Provincia di Brindisi è più che soddisfatto per l’esito della votazione del consiglio comunale monotematico che si è tenuto martedì scorso nell’aula consiliare del comune di Brindisi sulla proposta di ordine del giorno avanzata da alcuni consiglieri comunali brindisini che, se fosse passata, doveva impegnare a candidare la città ad ospitare un rigassificatore offshore al largo delle coste brindisine.
Anche se la votazione ha avuto un problema del numero legale la proposta in ogni caso non è passata.
Non deve meravigliare che qualcuno dei consiglieri comunali, almeno quelli che sono usciti dall’aula al momento della votazione abbia voluto far mancare di proposito il numero legale sufficiente per validare l’esito della stessa votazione, che abbia voluto fare una mossa tattica, nascondendosi dietro a una foglia di fico, per mantenere comunque una porta aperta alla speranza che si riapra il dibattito sull’argomento in condizioni più favorevoli.
Altrimenti, se questo qualcuno dei consiglieri fosse stato convinto del no, potendo contare sui numeri assai sufficienti, sarebbe rimasto in aula a votare e a validare la votazione per mettere il sigillo sull’espressione contraria all’ordine del giorno proposto e così la pratica si sarebbe archiviata definitivamente.
Per cui questo la dice lunga sugli interessi trasversali delle forze politiche sull’argomento per gli ovvi motivi che si risparmia ad elencare.
Tuttavia le motivazioni principali per alcuni consiglieri, non solo di maggioranza, che invece hanno animato il dibattito in aula erano quelle che non essendoci un progetto presentato ufficialmente non avevano a disposizione gli elementi sufficienti per poter fare le valutazioni nel merito ed esprimersi di conseguenza.
Ci sono state anche le posizioni nette e definite di tanti altri consiglieri schierati per il no deciso e motivato per una serie infinita di ragioni.
Ma c’è da sottolineare però che quello che si è ascoltato negli interventi dei proponenti di questo ordine del giorno è stato talmente confuso che pareva quasi si parlasse di cose astratte, senza una logica e fuori dalla realtà.
Chiunque ha avuto modo di ascoltare questi interventi si è reso conto di avere capito di non aver capito nulla.
Nei loro discorsi nell’aula consiliare questi consiglieri davano l’impressione di vivere ai tempi della rivoluzione industriale.
Però la chicca nelle loro argomentazioni è stata l’accostamento di Brindisi alla città di Ravenna che si è candidata a ospitare un rigassificatore offshore.
Ma Ravenna è Ravenna e quando si dice Ravenna si dice ENI e quando si dice ENI si dice combustibili fossili, petrolio, gas.
Anche a Brindisi c’è la presenza “ingombrante” di ENI per cui… vuoi vedere che?
Questi parallelismi strampalati tra Brindisi e Ravenna lasciano il tempo che trovano perché sono realtà completamente diverse e con storie diverse.
E poi non è per nulla vero che i cittadini di Ravenna vogliano il rigassificatore, anzi addirittura si stanno organizzando per una forte opposizione per contrastare la scellerata ipotesi di ospitare un inutile rigassificatore offshore.
A Ravenna non è tutto oro quello che luccica, per dirla a chi che si è preso con leggerezza la licenza di accostare Brindisi alla città romagnola.
Peccato invece che non si è guardato a quello che oggi sta succedendo a Civitavecchia che è davvero legata a Brindisi per gli stessi destini del carbone; con Civitavecchia come riferimento sicuramente staremmo a parlare di altro.
Nell’audizione delle associazioni ambientaliste brindisine nella commissione consiliare propedeutica al consiglio comunale monotematico tutti i membri della commissione hanno avuto modo di ascoltare le argomentazioni contrarie all’ipotesi del rigassificatore offshore.
Le associazioni ambientaliste, nel corso dei loro interventi, hanno ripercorso la storia di un precedente noto a tutti per come andò a finire ma giusto per dovere alla memoria della battaglia fatta contro il rigassificatore della LNG British Gas.
Hanno spiegato ai presenti membri della commissione il loro chiarissimo punto di vista – che certamente non è ideologico – tanto che il punto di vista lo hanno chiaramente argomentato a beneficio dei presenti, finanche con i disegnini, per far capire loro che quel rigassificatore offshore è perfettamente inutile, è fuori tempo massimo, è fuori luogo e fuori dal contesto.
Hanno finanche spiegato in maniera chiarissima il contesto nazionale rispetto alle dinamiche europee che stanno avanzando e accelerando verso la lotta ai cambiamenti climatici per ridurre al 55% entro il 2030 e al 100% entro il 2050 le emissioni climalteranti.
Macché… forse i proponenti, sicuramente per “ordini di scuderia”, non hanno voluto minimamente tenere conto del contributo di merito alla discussione dato dalle associazioni ambientaliste nell’audizione in commissione ed al contrario hanno ribadito invece le posizioni in particolare – ed era prevedibilissimo – degli “autorevoli” soliti noti, ascoltati precedentemente anch’essi nella medesima commissione.
Gli stessi che in questi decenni hanno solo contribuito a non far progredire Brindisi verso un nuovo modello di sviluppo, economico e sociale impedendogli di liberarsi una volta per tutte dalle logiche industriali del passato che hanno portato morte e devastazione ambientale e che hanno pesato molto di più, nel bilancio, dei benefici E sono sempre gli stessi “autorevoli” soliti noti, che con la scusa di smarcare l’Italia dalle forniture di gas russo, oggi cavalcano l’onda emotiva del conflitto tra Russia e Ucraina e si propongono come salvatori della patria per dare un contributo alla nazione con l’idea di farsi promotori della iniziativa verso il Governo di candidare Brindisi a ospitare un rigassificatore offshore in chiave di una sorta di “economia di guerra”.
Giusto per la cronaca… il sempre inutile TAP adesso e più che mai sta dimostrando davvero quanta capacità ha di emancipare l’Italia e l’Europa dal gas russo!
È chiaro che non si deve mai abbassare la guardia perché le insidie sono sempre dietro l’angolo e tutto può sempre accadere se non si prendono le misure adeguate a certa politica del “così fan tutti”.
Non più tardi di due anni fa, nella stessa aula consiliare del Comune di Brindisi fu approvata da parte del Consiglio Comunale, con votazione quasi all’unanimità, il documento di dichiarazione di emergenza climatica.
In quel documento, che è un impegno politico ben preciso, è indicata la via da percorrere per il futuro energetico di Brindisi che impone per principio di adottare tutte misure necessarie per contrastare le emissioni climalteranti per i nuovi insediamenti industriali prossimi futuri sul territorio.
È lo stesso documento di dichiarazione di emergenza climatica è stato approvato dalla Provincia di Brindisi e finanche dalla Regione Puglia.
E nonostante questo impegno politico preciso assunto da Comune di Brindisi, Provincia di Brindisi e Regione Puglia qualcuno continua a fare il finto tonto con la evidente finalità di favorire le lobbies del fossile con l’intento di rideterminare attraverso espedienti di bassa lega le scelte libere e democratiche dei consigli comunale, provinciale e regionale.
Per i propri miseri interessi di parte nutre la speranza di poter cancellare dall’agenda del dibattito politico una idea di futuro “energetico” per Brindisi.
Idea di futuro in linea con il progresso dell’Unione Europea che assieme ad altri Stati mondiali vuole uscire definitivamente dal fossile il più rapidamente possibile in ragione della lotta ai cambiamenti climatici che l’IPCC, organismo dell’ONU, esorta a fare perché è la stessa IPCC ad avvertire che il tempo a disposizione del pianeta per invertire la rotta da diventando sempre molto poco.
Ecco perché chi ha proposto la barzelletta di candidare Brindisi ad ospitare un rigassificatore offshore non solo ha preso una clamorosa cantonata ma ha perso una occasione più unica che rara per tacere e fare più bella figura.
Movimento NO TAP della Provincia di Brindisi
economici e occupazionali.
Ignoranti