BRINDISI – Un lungo sospiro di sollievo, di questo si è trattato.La vittoria per 96-87 della Happy Casa Brindisi contro l’Allianz Pallacanestro Trieste nella 28° giornata del massimo campionato di basket italiano, conclude e mette fine al lungo periodo di sconfitte della squadra pugliese, e, ne certifica l’avvenuta salvezza con l’estrema possibilità di poter anche accedere ai playoff.
Non è stata una gara facile da vincere, Trieste ha giocato alla pari disunendosi solo nel finale che invece questa volta ha visto Brindisi unire le ragioni della tecnica e del cuore (il tuffo di Redivo e il passaggio dietro la schiena di Gentile per il canestro di Udom a pochi secondi dalla sirena finale).
Certo la Happy Casa è stata quella delle ultime uscite, poco profonda sotto il canestro e con una scarsa leadership tra gli esterni, pronta a disgregare un minimo vantaggio con il consueto black-out che si nasconde dietro l’angolo, ma la posta in palio questa sera era troppo importante per non richiedere il supplemento di concentrazione che alla fine ha fatto la differenza.
Si apre ora il classico momento di riflessione da parte della proprietà che si troverà a dover decidere su quale strada intraprendere il nuovo cammino sportivo per la squadra, una rifondazione agli occhi di chi scrive potrebbe essere probabile e il tempo ci dirà se la voglia di rinnovare investirà anche lo staff tecnico che in questi anni ha regalato molte soddisfazioni agli appassionati di basket cittadini (coach Vitucci siede idealmente sul palco con Pasini-Pentassuglia-Perdichizzi- Bucchi, nella Hall of Fame dei coach brindisini), o soltanto il parco giocatori.
L’analisi anche economica delle possibilità in seno alla società ci faranno presto intendere quanto accadrà, Brindisi è una piazza molto appassionata dove le dichiarazioni di inizio campionato sono spesso delle piccole innocue bugie (partiamo per salvarci), che mascherano il desiderio di risiedere stabilmente nei piani alti della pallacanestro italiana, per riuscire a raggiungere quest’obiettivo occorrono il nuovo palasport e un costante ingresso di liquidità economica che possa garantire serenità gestionale.
Quest’anno dopo una prima parte del girone d’andata estremamente positiva si è inceppato più di qualche ingranaggio nel meccanismo creato da Vitucci, tra infortuni (clark) e personalità esuberanti (Josh Perkins), la squadra ha perso costanza e fiducia gli ultimi arrivi di Gentile e Harrison hanno permesso una piccola ripartenza non sappiamo quanto indolore nella gestione dello spogliatoio.
Rimangono ancora due partite da giocare, a Milano contro l’Olimpia e in casa contro Tortona, il tempo utile per meditare la giusta ripartenza.
Amedeo Confessore
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