BRINDISI- Torna a Brindisi uno dei volti più amati del cinema e del teatro: Lina Sastri porta in scena «Eduardo mio», in cartellone al Nuovo Teatro Verdi giovedì 10 marzo, con sipario alle ore 20.30. Spettacolo in parole, musica e poesia in cui l’autrice e interprete racconta il grande drammaturgo, a più di 120 anni dalla nascita. Un omaggio sentito e appassionato a Eduardo De Filippo, da parte di chi lo ha conosciuto, ha lavorato con lui e dallo stesso maestro è stata apprezzata e incoraggiata.
Biglietti disponibili online su https://bit.ly/3Id0ZGS e in botteghino dal lunedì al venerdì, ore 11-13 e 16.30-18.30. Il giorno dello spettacolo, ore 11-13 e 19-20.30. Ingresso consentito solo con Green Pass Rafforzato e utilizzo obbligatorio della mascherina FFP2.
«Per me sarà un onore – ha detto Lina Sastri – perché lui è stato il mio maestro. Ho avuto il privilegio non solo di conoscerlo ma anche di avere il suo affetto. Nello spettacolo racconterò il “mio Eduardo” attraverso ricordi personali legati al teatro e alla vita. Scopriremo l’uomo Eduardo attraverso lettere, poesie e qualche citazione delle sue opere. Il tutto accompagnato dalla musica. Che lui molto amava».
Musica e racconto si intrecciano per tessere la trama dei ricordi, dei sentimenti e di quella presenza che ha segnato un cammino, di vita e artistico. Lina Sastri lo ricostruisce dal primo incontro e lo fa alla sua maniera, permeando le parole di verità, passione e bellezza, cantando le canzoni che nel tempo hanno trasformato una tradizione in cultura, e la cultura in un valore di civiltà: al fianco della protagonista, un ensemble diretto dal M° Maurizio Pica, che ha curato anche gli arrangiamenti, e formato da Filippo D’Allio e Claudio Romano (chitarra), Gianluca Mirra (percussioni e batteria), Ciro Cascino (pianoforte e tastiere), Gennaro Desiderio (violino) e Gaetano Diodato (contrabbasso). Le installazioni sceniche sono di Alessandro Kokocinski.
Attrice, cantante, autrice, regista, artista di palcoscenico, Lina Sastri ha lavorato in teatro proprio con Eduardo che ne comprese appieno le doti. Fu lui stesso, infatti, nel corso di una intervista a Gianni Minà, ad affermare che «Certe possibilità nascono con le persone. Lei non sapeva di essere brava, io gliel’ho fatto sapere, questo è tutto». Da attrice di teatro ha cantato la musica della sua terra, Napoli. Ha creato spettacoli musicali che raccontano il Sud incrociando parole, recitazione e danza e creando un genere teatral-musicale che ha portato con successo in tutto il mondo.
«Ricordo – ha continuato l’interprete e regista dello spettacolo – che un attore della sua compagnia, Gennarino Palumbo, mi portò al Teatro San Ferdinando per un provino col grande Eduardo. Palumbo, che abitava non lontano da casa mia, sapeva che avevo debuttato nel teatro di strada. Avevo appena 17 anni, era la metà degli anni settanta e io mi affacciavo timidamente al mondo della scena senza alcuna formazione o conoscenza. Avevo soltanto l’idea che il teatro fosse libertà e rivoluzione, che fosse grande comunicazione di verità. In fondo è un privilegio riuscire a dire ciò che pensi alla gente da un palcoscenico, davanti a tanti modi di intendere e di interpretare la realtà. Lui mi portò da Eduardo che cercava giovani da inserire nel cast del “Sindaco del rione Sanità”. Fu quello il momento della conoscenza di Eduardo, di cui tuttavia ho un ricordo molto vago. Conservo mille ricordi di lui, immagini legate a un quadro fatto di mille sfumature, artistiche e umane, ma di quella giornata, di quel primo incontro, ho dimenticato praticamente tutto. Un uomo nobile, severo e dolcissimo, maestro di vita e di palcoscenico. Diceva spesso che quando entravo in scena diventavo più bella e non posso dimenticare quando, da esordiente, mi regalò una battuta – non era tenuto a farlo – che faceva ridere il pubblico. Ecco, fu in quella occasione che toccai con mano e con l’anima l’effetto del teatro. Magico, indefinibile, inafferrabile. Così come mi ha regalato tutte quelle cose che a quell’età non potevo capire, ma che mi sono servite come bagaglio di scena fino all’incontro con suo figlio Luca, con cui ho condiviso “Filumena Marturano” per due stagioni e che ancora mi manca: un uomo che ha saputo onorare la memoria e la tradizione del padre con umiltà, silenzio, generosità».
Eduardo è stato un gigante del teatro e un protagonista della cultura italiana del Novecento che ha saputo leggere e ricostruire il costume di un’epoca entrando come pochi nell’immaginario di tutti: il suo teatro è Napoli, una città osservata e studiata in profondità, dai vicoli alle piazze, dai “bassi” ai salotti borghesi. Con Eduardo Napoli diventa un luogo universale. Nelle sue commedie c’è la storia secolare di una umanità oppressa da ingiustizie e prepotenze, che tuttavia trova la forza di esorcizzare attraverso l’ironia e una sincera credulità in superstizioni e scaramanzie.
«Eduardo diceva – ha concluso Lina Sastri – che la scrittura del teatro comincia dal titolo. Così ho fatto questa volta. “Eduardo mio” non ha il significato dell’appartenenza ma del patrimonio di conoscenza e di umanità che mi ha consegnato. Per parlare di Eduardo ci vorrebbero anni, della sua opera, di ciò che ha scritto e ha creato, di ciò che è stato come attore, drammaturgo, impresario e produttore. Ho passato in rassegna i ricordi, li ho scelti e riordinati uno per uno, li ho messi in fila collegandoli in forma di racconto sincero e diretto, al punto che a volte sul palcoscenico perdo di vista il filo del copione. Sarà un viaggio incantato dentro il mio maestro. Canterò e racconterò la sua vita, le donne, gli amori, quello che si conosce meno senza trascurarne il talento poliedrico e straordinario».
BrindisiOggi
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