Crisi del comparto metalmeccanico, dopo i licenziamenti,  oltre un centinaio di lavoratori scendono in piazza

BRINDISI- Crisi del comparto metalmeccanico, dopo i licenziamenti,  oltre un centinaio di lavoratori scendono in piazza.  Circa un centinaio di lavoratori questo pomeriggio erano davanti alla scalinata Virgilio a Brindisi in una manifestazione organizzata dalla dalle segreterie territoriali di Fiom-Cigl, Fim-Cisl e Uilm. Presenti oltre ai segretari territoriali come Angelo Leo (Fiom CGIL), Alfio Zaurito (Uilm) e Michele Tamburrano (Fim CISL),  anche i segretari generali provinciali dei sindacati confederali,  i rappresentanti delle segreterie regionali e il deputato del Movimento 5 Stelle Gianluca Aresta. L’obiettivo dei sindacati è quello di coinvolgere le istituzioni e la politica affinchè si possa quanto prima aprire un “tavolo di crisi” per il territorio brindisino. “Io  porto la testimonianza di 81 licenziati, prima eravamo cassaintegrati- ha detto Cristian Saponaro, rappresentante dei Cassintegrati-  Il 27 di aprile 81 famiglie non avranno un futuro lavorativo. La Dar e la Dcm fanno parte del gruppo Dema, sono società create una settimana prima di un’asta fallimentare, la GSE.  E’ una platea di persone che va dai 40 anni su sino ad  arrivare a 60 anni e si sa che  ricollocare queste persone è difficilissimo” . Dalla Cmc a Dema, ma anche da ex Gse a Processi Speciali. Le loro storie sono tutte uguali, fatte di speranze infrante e promesse non mantenute. 42 i licenziamenti alla Cmc di Carovigno, 81  quelli della ex Gse ora Dcm, e non va sicuramente meglio per i 108 della Dar (gruppo Dema)  e ne per i 20 esuberi Processi Speciali di Brindisi . A questi poi si aggiungono anche le centinaia di lavoratori in appalto all’Enel di Cerano, che già respirano aria di accomodamento,   quelli al Petrolchimico di Brindisi che si sono ridotti vertiginosamente negli anni e il ridimensionamento di Leonardo Elicotteri Brindisi. Non sono solo numeri, sono uomini, professionisti specializzati che con il loro lavoro hanno contribuito a far crescere le aziende ed il territorio. Ne sa qualcosa Giovanni Urso, 56 anni,  che  da 14   è impiegato nella Cmc di Carovigno,  industria locale aerospaziale, monocommitente con la Leonardo. Tra qualche settimana la cassaintegrazione per lui, come per i suoi colleghi sarà terminata e ad attenderlo ci sarà la lettera di licenziamento. “A breve avrò la lettera di licenziamento- dice rammaricato-  In televisione sento sempre dire che il Pil aumenta, le occupazioni aumentano ma forse chi sta al governo il Sud non lo vede mai. Perché invece qui si sente sempre che le aziende chiudono. Dicono che c’è la ripresa ma per noi non c’è . Per noi c’è la morte. La mia azienda è sul mercato da più di 35 anni e nonostante abbiamo sempre servito la Leonardo purtroppo saremo licenziati ugualmente. Abbiamo anche consumato la cassa integrazione. Da febbraio io e i miei colleghi non avremo più niente. Noi chiediamo dignità e lavoro per tutti”.

BrindisiOggi

 

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