Servizi sociali verso la internalizzazione

BRINDISI- Servizi sociali verso la internalizzazione. Tirano un sospiro di sollievo, almeno per il momento i dipendenti delle cooperative incaricate dal Comune di Brindisi di espletare servizi sociali essenziali.  I contratti erano in scadenza il 31 dicembre prossimo ma saranno tutti prorogati sino a marzo in attesa di poter bandire una nuova gara d’appalto che avrà la durata di sei mesi. Sad, Adi (Assistenza domiciliare integrata), Polo (Supporto e tutela a famiglie e minori), Città dei ragazzi, Centro Antiviolenza, Assistenza Domiciliare minori, Punto Luce continueranno ad operare e a garantire l’assistenza agli utenti. Al contempo si comincia a parlare di internalizzazione così come sostenuto in più occasioni dalla CGIL.

“Lo diciamo da anni: i Servizi sociali vanno internalizzati perché si tratta di servizi essenziali alla persona ed è giusto che vengano governati da mano pubblica, per tutta una serie di ragioni a cominciare dalla necessità di offrire servizi di qualità al cittadino utente e tutelare i diritti dei lavoratori- ha detto Antonio Macchia, segretario generale della CGIL di Brindisi- Ci fa piacere che nel corso dell’ultima riunione di programmazione d’Ambito, l’Amministrazione comunale di Brindisi abbia condiviso la nostra piattaforma sostenuta da anni. Una riunione dettata dall’urgenza per riprogrammare i Servizi sociali. Il tavolo di lavoro attorno al quale erano riuniti i livelli istituzionali che compongono la “cabina di regia” dell’Ambito territoriale, è stato proficuo con la decisione di avviare il processo di internalizzazione di tutti i servizi sociali, eccetto però, i Servizi «Adi» e «Sad» (i servizi di assistenza domiciliare integrata rivolta principalmente agli anziani non autosufficienti e alle loro famiglie e i Servizi di assistenza domiciliare)”. “Processo di internalizzazione dei servizi che si ritiene debbano invece includere anche i servizi ADI e SAD in quanto si tratta di servizi essenziali che – a fronte di una povertà relativa e assoluta dilaganti, un aumento del disagio sociale – bisogna potenziare per offrire un sistema di welfare adeguato per fronteggiare il grande bisogno da parte della popolazione- prosegue Macchia- A questo si aggiunga la possibilità di attingere ai fondi messi a disposizione da parte del Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr) per avviare un nuovo corso dei Servizi sociali gestiti dalla mano pubblica. L’obiettivo dev’essere quello di costruire sicurezza sociale organizzando e/o migliorando una rete strutturata che custodisca la certezza a tutte le persone di poter contare su un sistema di protezione rispondente ai reali bisogni sociali, per contrastare e prevenire condizioni di esclusione sociale allo scopo di ridurre il disagio e la povertà promuovendo anche percorsi di inclusione sociale ed economica. Dunque, appare oggi evidente che occorre cambiare paradigma superando il fallimentare impianto privatistico del precedente modello di ispirazione neoliberista in cui la Pubblica amministrazione ha abdicato al proprio ruolo affidando al privato settori delicati che ha portato come conseguenza ad un modello di duplice precariato: quello dell’offerta del servizio e quello dei lavoratori sempre in bilico ad ogni passaggio tra una cooperativa ed un’altra. Ci sono settori in cui invece la gestione pubblica è necessaria ed urgente per garantire e tutelare tutti: cittadini e lavoratori”.

BrindisiOggi

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