BRINDISI- “Vietato vendere facili sogni” in campo energetico. Questo il monito del professor Davide Tabarelli, fondatore e presidente di NE-Nomisma Energia, centro di ricerca specializzato su energia e ambiente, uno dei più grandi esperti di eco-energia del Paese.
“Noi della FLAEI-Cisl da tempo invitiamo le Istituzioni al senso della realtà, a guardare le cose per quelle che sono, non per come si vorrebbero”. Ha risposto così Amedeo Testa, il Segretario generale nazionale del sindacato degli elettrici della Cisl. “Un realismo, il nostro, incentrato sulla concretezza, perché – ha proseguito – sappiamo che nel mondo dell’energia, ogni variazione di sistema, ogni ripartenza, ogni ripensamento, comportano un impegno non da poco per riscrivere le regole. E, sempre ammesso che comitati e associazioni di protesta non blocchino ogni progetto, non brucino i tempi necessari a tenere in piedi il nostro sistema. In questo momento è il mondo intero che soffre una crisi energetica dovuta alla conclamata scarsità di risorse, specie di metano; una crisi concomitante con un’esplosione dei prezzi senza precedenti. La causa è anzitutto dovuta a fattori congiunturali lunghi da dettagliare, ma anche a motivi strutturali. Tra questi l’ormai essenzialità del metano, il crollo degli investimenti in ricerca e sviluppo e di idrocarburi nella fase mineraria.
E’ un errore preoccupante trascurare questi fatti, e di fatti ineludibili si tratta, quando si profila il tanto discusso processo di transizione energetica. Razionalità impone di armonizzare le esigenze del futuro con quelle del presente: è la consapevolezza della complessità che lo impone; sono i numeri che lo reclamano, quelli delle produzioni in essere, quelli dei consumi e quelli dei prezzi che, insieme, consentono al Paese di agire sui mercati e ai cittadini garantire le condizioni di sicurezza e di accessibilità ai servizi”.
“Brindisi – ha proseguito Testa – è un territorio che soffre di gravi tensioni sociali e di crisi produttive emblematiche, storiche per l’Italia e per la sua strategia industriale. Uno strumento per uscirne è quello del processo di decarbonizzazione in itinere, con una transizione caratterizzata dalla produzione di Gas, abbattendo quelle nocività che tanti problemi hanno creato all’ambiente e alla salute dei residenti. Se cresce l’economia, se la fame di metano aumenta, se la ventosità è bassa, se scarseggia l’offerta di metano, tutto si complica e questi problemi non si risolvono una volta per tutte premendo un pulsante. Chiunque abbia a cuore la realtà locale non può che preoccuparsi del trend descritto e, per esempio e senza troppi indugi, riconsiderare il progetto iniziale che riguarda gli importanti impianti di produzione elettrica del polo brindisino. Anche perché, agendo su quel progetto, i tempi appaiono compatibili con la crisi del momento”.
“Mi riferisco – ha concluso il segretario Generale – all’opportunità, anzi all’esigenza di riportare a 1680 MW la produzione della Centrale Enel Federico II come previsto dal progetto iniziale, anziché il dimezzamento previsto in quello che è in fase di autorizzazione. Non si tratta di una speculazione o di ritrattare permanentemente le decisioni sofferte di ieri, quanto di necessità inevitabili nel transitorio che peraltro favoriscono anche l’occupazione e l’economia locale consolidando la fase di crescita dopo la crisi pandemica. E non è per caso che sosteniamo ogni sperimentazione, ogni ricerca che, nel frattempo, tenda a procurare al paese nuove fonti elettriche da impiegare in ogni processo produttivo come nel caso dell’idrogeno”.
BrindisiOggi
Commenta per primo