Il titolare del Guna si difende: “Sono in regola”

BRINDISI- “Il mio stabilimento è in regola, ho tutte le autorizzazioni previste. Mi contestano due casolari  mobili in legno per i mezzi agricoli che toglierò a settembre. Tutto questo, quando  il litorale nord è caratterizzato da abuso edilizio in cemento”. Si difende il gestore dello styabilimento Guna Beach, Massimiliano Di Cicco, chiede una replica a BrindisiOggi,  dopo la notizia della segnalazione che i vigili urbani hanno inviato alla Procura su alcune opere che non avrebbero avuto le autorizzazioni. “Voglio spiegare che avevo solo arato la terra di mia proprietà e per questo non bisogna chiedere alcuna autorizzazione- continua il giovane imprenditore– mentre per quanto riguarda le palizzate in legno si tratta di una recinzione per la quale ho ottenuto l’autorizzazione anche dalla Capitaneria di porto a giugno 2008. Posso chiarire tutto e lo farò con gli organi competenti. Non ho potuto però realizzare le opere tutte insieme per questioni economiche e così in questi anni sono intervenuto sui punti più critici”.

Ammette  di non aver dichiarato la presenza di due strutture in legno che ha posizionato sul terreno di sua proprietà come deposito per gli attrezzi agricoli, è pronto a sanare la sua posizione. “Mi viene contestato l’abuso edilizio per queste due strutture- afferma ancora Di Cicco– sono pronto a riparare anche se a settembre saranno tolte. Così come sono stato accusato di abuso edilizio per gli scavi fatti per il sistema di irrigazione quando sulla costa ci sono opere abusive in  cemento. Sono stanco e stufo di tutto questo, anche io ho commesso degli sbagli, ma per quello che mi è stato contestato oggi sono in regola”.

Lu.Po.

6 Commenti

  1. Mi fanno ridere i brindisini che difendono il costruttore del villaggio acque chiare.
    Terreno lottizzato abusivamente.
    Se poi voi o qualche vostro parente hanno fatto un mutuo per comprare una casa in quello schifo che hanno costruito, problemi vostri. Rivaletevi sul costruttore, invece di rosicare.

  2. Sinceramente non lo so.
    E del resto non so come fa ella a conoscere questi dettagli di una inchiesta.
    Ad ogni modo, ripeto: non è imnportante
    -nel nostro discorrere-
    dove, come e perchè partì l’inchiesta.

    Importa invece
    -eccome se importa-
    che detta inchiesta ha portato a quei frutti.

    A meno che qualcuno pensa di costruire una città
    basata sull’abusivismo
    ed il consociativismo.

    Questa -rewpetita iuvant- è la città dove viene abbattutta una opera d’arte perchè lì un palazzinaro volefa far soldi costruendo -appunto- un “anonimo” palazzo.

    Del resto: i cittadini (e, purtroppo, anche i loro amministratori) quelli erano.
    E quelli attuali son (“degni”) figli, eredi di quel malcostume.

    Ma come si fa a difendere l’indifendibile?

  3. Il paragone non regge.
    Lì parliamo di uno degli scandali peggiori della nostra città.
    Un (MAXI)abusivismo edlizio sul quale dovremmo tutti tacere e, magari, riflettere.
    E ricordare anche le RESPONSABILITA.
    Ed ancora una volta RINGRAZIARE Forze dell’Ordine e Magistratura che ci hanno salvato dalla ennesima stortura.
    Ognuno che ha un minimo di memoria e di onestà dovrebbe anche ricordare chi amministrava la nostra città all’epoca di questa e di altre stortura
    (rigassificatore, in primis).

    Altro che l’insopportabile mantra
    -reiterato, paranoico e soprattutto non veritiero-
    “si, è veru, rubbava, però la città stava bona”.

    • Sig. De Matteis, perchè non verifica da dove parti’ l’inchiesta su Acque Chiare….se non ricordo male da un esposto assolutamente anonimo….

  4. Il guaio del brindisino è l invidia;anziché essere da stimolo le eccellenze generano risentimento ed invidia come nel caso di Acque Chiare…con la fine che sappiamo…il Problema è che chi denuncia spesso non aveva ottenuto gratis ciò che gli altri pagano con i loro soldi lavorati!!

  5. Facile difendendosi puntando il dito verso altri trasgressori…resta il fatto che se anche il guna beach è in difetto debba pagare per il sul abuso. Poi le opere in cemento di altri abusivi chissà se anche esse non sono state denunciate, magari non siamo a conoscenza…basta dire purtroppo se pur denunciate non si arriverà quasi mai alla demolizione perché in molti casi demolire significa deturpare ancor più la costa ( vedi varie sentenze cassazione). Insomma chi sbaglia deve pagare e ben venga se si indica alla forze dell’ordine altri trasgressori, è compito di ogni cittadino farlo! Tanti auguri.

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