RIETI- Conclusa l’indagine della Mobile della Questura di Rieti che ha portato all’arresto dei brindisini M.P., 23 anni, e Z.C., 20 anni, resisi responsabili del reato di rapina aggravata, commesso nel 2018 presso la gioielleria Follie D’oro di Cittaducale. Ad ottobre del 2018, infatti, quattro uomini, con i volti coperti da passamontagna, si erano introdotti nella gioielleria sita presso il centro commerciale Conforama di Santa Rufina di Cittaducale, dove, dopo aver minacciato le commesse con una pistola semiautomatica ed aver infranto le teche in vetro con delle mazze da carpentiere, si erano impossessati di oggetti preziosi e monili in oro per una valore complessivo di vendita al pubblico di oltre 400 mila euro.
Gli agenti della Polizia di Stato, immediatamente giunti sul posto, avevano raccolto le testimonianze dei presenti ed individuato l’autovettura utilizzata per la rapina, che era stata rubata a Brindisi, rintracciandola abbandonata ed incendiata non distante dal luogo della rapina.
Proprio l’immediato intervento della Polizia di Stato aveva costretto i rapinatori ad abbandonare in tutta fretta l’autovettura ed i loro indumenti, al fine di evitare un probabile riconoscimento. L’indagine degli investigatori della Mobile della Questura di Rieti ha comportato l’esame di tutto il traffico telefonico effettuato, nei giorni precedenti la rapina a Cittaducale, di tutti i cellulari utilizzati nella zona, consentendogli di individuare i due telefoni cellulari che erano stati utilizzati dai rapinatori per la realizzazione del crimine.
I movimenti dei telefoni cellulari individuati, analizzati dagli investigatori reatini anche grazie alla collaborazione del personale del Servizio centrale operativo della Polizia di Stato, munito di sofisticati strumenti tecnologici, hanno evidenziato gli spostamenti dei rapinatori da Brindisi a Rieti, prima della rapina, e nel viaggio di ritorno, immediatamente dopo la commissione del reato, quando uno di loro aveva anche ricevuto una chiamata da un prossimo congiunto.
Tale inaspettata chiamata ha consentito agli investigatori di individuare con certezza il gruppo criminale che aveva effettuato la rapina, avvalorando le tesi della provenienza brindisina, e, soprattutto, le identità di due dei quattro rapinatori.
Questi ultimi, infatti, sono stati individuati anche grazie alla comparazione dei loro profili genetici, effettuati dai biologi del servizio di Polizia Scientifica di Roma che hanno esaminato il Dna prelevato, non senza difficoltà a causa delle condizioni metereologiche avverse, dagli esperti poliziotti della Polizia Scientifica di Rieti, sugli indumenti che i rapinatori erano stati costretti ad abbandonare.
Inoltre gli Agenti della Polizia di Stato hanno anche esaminato tutti i video registrati nella provincia di Rieti, lungo le tratte probabilmente utilizzate dai rapinatori, che da fonti investigative già si presumevano di provenienza pugliese. Tutte le evidenze investigative raccolte dalla Polizia di Stato e coordinate dalla Procura della Repubblica di Rieti hanno consentito al sostituto procuratore Rocco Gustavo Maruotti di richiedere per M.P. l’emissione di una ordinanza di custodia cautelare in carcere e per Z.C., minore all’epoca dei fatti criminosi, la trasmissione degli atti al Tribunale per i Minorenni che ha emesso un analogo provvedimento.
L’indagine si è conclusa nella giornata di ieri, quando il personale della Mobile della Questura di Brindisi, in collaborazione con quella di Rieti, ha arrestato Z.C., che è stato condotto presso l’istituto di Pena per Minori di Bari, mentre M.P. era già stato arrestato e condotto presso la casa circondariale di Potenza dagli uomini delle Mobili di Rieti e di Potenza.
BrindisiOggi
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