BRINDISI- “Io mi attengo ai fatti, non esprimo giudizi ma l’atteggiamento del sindaco Francesco Cascione in questa vicenda è stato anomalo”. A parlare così è il procuratore del tribunale di Brindisi Marco Dinapoli durante la conferenza stampa di oggi nella quale ha spiegato la vicenda giudiziaria legata all’arresto del vigile urbano di Cellino San Marco. Nell’esposizione dei fatti il procuratore non ha mancato di sottolineare come in due episodi il primo cittadino di Cellino San Marco ha assunto un atteggiamento “anomalo”.
Il primo si riferisce al blitz delle fiamme gialle, 1 marzo, negli uffici del Comune per l’acquisizione dei documenti relativi al concorso. Il procuratore ha riferito che Cascione ha preteso di fare le fotocopie dei documenti prima di consegnarli.
Il secondo episodio che ha lasciato perplesso Dinapoli è legato al 28 giugno quando cioè le forze dell’ordine si sono recate a casa del vigile urbano per la perquisizione. “Per legge è previsto che si possa richiedere una persona di fiducia che assista alla perquisizione- racconta Dinapoli- l’imputato ha chiesto la presenza del sindaco Cascione, ma senza nominarlo come avvocato difensore. Questa ci è sembrata una situazione anomala”.
L’episodio dell’arresto del vigile urbano tra l’altro avviene a pochi giorni dall’istituzione di una commissione di controllo antimafia deputata ad indagare su possibili infiltrazioni mafiose all’interno del Comune di Cellino San Marco. La commissione è stata istituita dal Ministero dell’Interno su richiesta del comando dei carabinieri. In merito a questo il procuratore Dinapoli ha detto: “La commissione è una cosa le nostre indagini un’altra, ciò non toglie che noi siamo disposti a collaborare qualora ci chiedessero di farlo. Il sindaco Cascione è estraneo a tutto questo però non posso fare a meno di notare i fatti”.
Lu. Pez.
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