BRINDISI – Il Ministro delle Infrastrutture e della Mobilità Sostenibili, Enrico Giovannini, ha firmato il decreto attuativo per l’utilizzo dei fondi Pnrr per i porti e ha inviato una nota su «Interventi di ammodernamento e efficientamento dei porti per oltre 2,8 miliardi di euro per gli anni dal 2021 al 2026, acquisto di autobus ‘verdi’ alimentati a metano, a idrogeno o elettrici per il trasporto pubblico extraurbano e suburbano per 600 milioni di euro, acquisto di treni elettrici o a idrogeno da destinare ai servizi ferroviari regionali per 500 milioni. Ora le Regioni, direttamente o tramite le imprese affidatarie dei servizi, e le Autorità portuali dovranno utilizzare le risorse che hanno a disposizione mettendo in atto i relativi investimenti». Il Forum Ambiente Salute e Sviluppo propone di approfittare dei fondi p per reali interventi di «ammodernamento e efficientamento» che con tutta evidenza sono da anni necessari per una maggiore funzionalità del porto di Brindisi , a parte quelle grandi opere delle quali si parla un giorno sì e l’altro pure.
“Ci riferiamo in particolare all’elettrificazione delle banchine (Cold ironing) – affermano dall’associazione – per cui il piano ha destinato somme per complessivi euro 675,63 milioni, di cui 326,43 milioni di euro sono stati destinati ad interventi delle Regioni del Sud (circa il 48,32%). Sono anni che come associazioni di cittadinanza attiva lo andiamo ripetendo, ma evidentemente questo tipo di ammodernamento portuale pare non interessare molto l’Autorità portuale (nella vecchia e nella nuova versione) perché non basta inserirlo nei piani triennali ma si dovrebbe dar loro la priorità necessaria. Lo spunto per tornare sull’argomento lo abbiamo avuto, appunto, dalla firma del Decreto Ministeriale in questione e non certo dall’episodio che il settimanale IL7 riporta raccontando di una email inviata da un comandante di una grossa imbarcazione da diporto all’Ente portuale lamentandosi di trovare le banchine prive dei servizi essenziali (elettricità e acqua). Per la verità si aspetta da svariati anni che lo stesso Ente adegui, potenziandoli secondo le necessità, gli impianti esistenti in viale Regina Margherita, come da vecchi accordi. Questo è un episodio che dovrebbe indurre ad una seria ponderazione chi ha la responsabilità per evitare alla città tali pessime figure e dovrebbe far riflettere un po’ tutti – al netto di strumentali e opportunistiche quanto personalistiche posizioni – sull’esigenza di guardare con maggiore attenzione e obiettività alle vicende portuali perché da queste dipende una buona parte dell’economia del territorio”.
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