LATIANO-«Il “Pio Istituto Caterina Scazzeri” si è dimostrato essere un verminaio di clientele e comportamenti ai limiti della legalità». Così si legge nel manifesto con cui tre consiglieri comunale d’opposizione, Angelo Caforio del Pdl, Giovanni Bruno di Fli e l’indipendente Giuseppe Vitale, in maggioranza ai tempi della costituzione dell’azienda speciale, con l’aggiunta di Massimiliano Baldari, commissario cittadino del Pdl, bollano senza appello l’esperienza dell’azienda speciale istituita dall’amministrazione comunale di centrosinistra di Latiano, guidata dal sindaco Antonio De Giorgi. Le dure accuse degli esponenti di minoranza trovano origine nelle conclusioni contenute nella relazione redatta dall’ultimo revisore dei conti dell’istituto per l’assistenza agli anziani sito in via Oria. «L’azienda speciale – si legge in un manifesto affisso per le vie di Latiano – nata per gestire la casa di riposo con l’ambizioso progetto di fornire servizi sociali a 360 gradi alla popolazione di Latiano, è stata l’ennesimo fallimento e la prova provata dell’incapacità amministrativa delle giunte presiedute dal sindaco Antonio De Giorgi, ancora una volta non all’altezza del compito affidatogli dai cittadini».
Le presunte irregolarità registrate dal revisore dei conti riguarderebbero spese per l’acquisto di telefonini di ultima generazione, tablet, gioielli, conti di pizzerie e ristoranti, nonché ingiustificati rimborsi benzina per un dirigente proveniente da Lecce. Ad aggravare ulteriormente la situazione ci sarebbero gli stipendi non pagati ai dipendenti dell’azienda speciale, non retribuiti da mesi. Le cifre di tali, presunti, sperperi sarebbero contenute nei verbali del revisore e avrebbero portato i firmatari del manifesto a rivolgersi all’autorità giudiziaria. «Preso atto di questo scenario, le sottoscritte forze politiche, pur richiamandosi ai principi del garantismo, hanno deciso di presentare la documentazione in proprio possesso alla competente procura della Repubblica». Per gli accusatori, a fronte di questi addebiti, per gli amministratori ci sarebbe una sola possibilità. «Qualcuno deve assumersi le proprie responsabilità – scrivono nel manifesto – Responsabilità che, per noi, sono tutte politiche e che sono in capo al sindaco De Giorgi e alle sue giunte che hanno creato e gestito direttamente o per mezzo di gente di propria fiducia e da loro nominata il disastro dell’azienda speciale. Da questo scempio, il sindaco dovrebbe trarre le sue conclusioni e andare a casa».
Maurizio Distante
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