BRINDISI – (da il7 Magazine di Lucia Portolano) Pur sapendo della posizione contraria di alcuni consiglieri della sua maggioranza, il sindaco Riccardo Rossi si presenta spedito in consiglio comunale e chiede di votare la delibera sul parere negativo al progetto di Edison, che vuole realizzare un deposito di gnl a Costa morena nel porto di Brindisi. È come quando il presidente del consiglio pone la fiducia su una questione, e quel voto ne vale la sua tenuta. Ma proprio su questa delibera Rossi va sotto con i numeri. Tre consiglieri comunali, due del Pd e uno di Italia viva escono dall’aula facendo mancare il numero legale. In assise ci sono solo 16 consiglieri comunali, e il presidente del consiglio Giuseppe Cellie è costretto prima a sospendere, e a poi sciogliere la seduta. Il parere negativo, approvato da Rossi e dalla sua giunta, non viene votato, anche se il sindaco lo ha inviato comunque al ministero della Transizione ecologica che aveva chiesto a tutti gli enti interessati al procedimento autorizzativo dell’opera di esprimersi entro 90 giorni. E quella scadenza coincideva con il 29 luglio, quattro giorni prima del consiglio comunale. In caso di mancato invio del parere valeva la regola del silenzio assenso.
Si spacca ancora una volta la maggioranza di centrosinistra, e ancora una volta vengono fuori i distinguo tra Rossi con la sua forza politica e alcuni esponenti del Partito democratico. Molti dei rappresentati del Pd non hanno mai nascosto il proprio sostegno al progetto di Edison. Dal consigliere regionale Fabiano Amati all’onorevole Marco Lavarra, ex segretario regionale dei democratici. E i favorevoli sono all’interno dello stesso gruppo consiliare brindisino. Ad essere usciti dall’aula sono stati i consiglieri Nadia Fanigliulo (vice capogruppo Pd) e Gianpaolo D’Onofrio (ex capogruppo Pd), a loro si è aggiunto Lorenzo Guadalupi di Italia Viva, forza indipendente all’interno della maggioranza che non ha voluto neanche un rappresentate in giunta.
Dopo la relazione del sindaco sul progetto Edison in cui il primo cittadino ha illustrato il parere negativo espresso dai settori Urbanistica, Lavori pubblici e Ambiente per incompatibilità tecniche, i tre consiglieri hanno abbandonato i lavori dell’assise. È stato in quel momento che il capogruppo di Forza Italia Roberto Cavalera ha chiesto la verifica del numero legale, i consiglieri di opposizione nel frattempo hanno tutti abbandonato il loro posto. Alla conta i numeri non c’erano perché mancavano anche tre della maggioranza, troppo pochi i consiglieri presenti per proseguire i lavori. La discussione e la votazione della delibera è così saltata. Delibera che era stata votata dall’intera giunta comunale, compresi i tre assessori del Partito democratico. Il sindaco è andato su tutte le furie, anche se da tempo erano note le diverse posizioni all’interno delle forze di maggioranza sul progetto del deposito di gas. La questione era stata già trattata nella crisi politica di quattro mesi fa quando il Pd aveva presentato a Rossi le linee programmatiche sulle quali basare gli ultimi due anni della legislatura. Ma a quanto su quelle linee non c’era la piena condivisione del sindaco, o forse erano talmente generiche e fumose che alla fine i nodi sono rimasti nel pettine. Un nuovo strappo quindi con il Partito democratico, e si apre una nuova verifica politica. Lo ha annunciato lo stesso sindaco che a poche ore dal consiglio è stato durissimo con i suoi, anche pubblicamente, forse per la prima volta in questi tre anni.
“Quello che è accaduto in assise è gravissimo – ha detto Rossi – i consiglieri comunali hanno abbandonato l’aula impedendo una discussione e un confronto su un tema vitale. Non abbiamo messo in discussione astrattamente un impianto, ma la sua localizzazione. Si può realizzare, ma in un altro luogo del porto, certo costa di più per Edison e qualche consigliere ha preso queste ragioni. Non ci facciamo ricattare da nessuno – ha continuato – questa rimane la nostra posizione che abbiamo anche approvato in giunta e invieremo al ministero. Ho comunicato il nostro parere ad Emiliano il quale mi ha assicurato che senza un accordo con il Comune non ci sarà un’intesa Stato-Regione. Nessuno pone sotto ricatto questa giunta, noi andiamo avanti e ci sarà una verifica politica con chi si assume la responsabilità di non esprimersi in consiglio comunale”.
Ma la consigliere del Pd Nadia Fanigliulo non ci sta alle accuse di Rossi. “In questi due anni e mezzo non ho mai accusato nessuno – dice la democratica – le affermazioni del sindaco contro i consiglieri sono state alquanto azzardate e richiedevano una maggiore riflessione. Con la mia posizione ho solo sostenuto la linea del mio partito che aveva inserito il progetto di Edison tra i punti programmatici. Io non sono d’accordo con questa delibera e sostengo il progetto. Certamente sarebbe stato necessario un tavolo tecnico e programmatico da parte di Edison per un maggiore impegno sul territorio, ma non voglio essere complice nel perdere o escludere questo investimento da Brindisi”. Fanigliulo spiega che non ha mai fatto mistero della sua posizione. “Avevo già espresso le mie perplessità su quella delibera – aggiunge – lo sapevano tutti. Ma nessuno si è preoccupato di aprire un confronto prima del consiglio, la maggioranza si sarebbe dovuta interrogare prima. Tavoli veri e concreti non ce ne sono stati. Il danno minore è quello di essere uscita dall’aula. E voglio anche tranquillizzare tutti: io non ho avuto nessuna minaccia, così come qualcuno ha detto, ho deciso in autonomia”.
Ora ci saranno le ferie d’agosto, ma poi una verifica all’interno della maggioranza sarà assolutamente necessaria. Intanto tutte le forze di opposizione attaccano, tutti sono a favore del progetto e dopo lo strappo con il Pd chiedono le dimissioni di Rossi. Attacchi da Forza Italia, Fratelli d’Italia, Idea per Brindisi e Movimento 5Stelle. Tutti hanno palesato il loro appoggio all’opera.
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