Dopo due anni firmato il contratto di fiume per trasformare Canale reale in un attrattore turistico

BRINDISI -Dopo due anni arriva la firma del Contratto di fiume, lo strumento che permetterà la rinascita del canale Reale. Questo dovrebbe trasformare il canale che inquina e sfocia a Torre Guaceto in un forte attrattore turistico del territorio.

Il percorso partecipativo “Verso il Contratto di fiume del canale Reale” avviato formalmente con la sottoscrizione del documento di intenti a giugno 2019, si è sviluppato attraverso numerose tappe, incontri collegiali, tavoli tematici e territoriali, confronti diretti tra i soggetti coinvolti, l’avvio di sperimentazioni sul territorio di riferimento, il monitoraggio esplorativo, per finire con l’approvazione da parte dell’Assemblea dell’analisi conoscitiva a giugno 2020 e del documento strategico lo scorso marzo.
Sono numerosi gli enti che negli ultimi due anni si sono impegnati per porre le basi che permetteranno al corso d’acqua da sempre bistrattato di essere tutelato e promosso come merita.
Oltre al Consorzio di Gestione dell’area protetta di Torre Guaceto, recapito finale del canale, hanno lavorato gomito a gomito l’Autorità di bacino, la Soprintendenza, l’Agenzia regionale ASSET, l’ Agenzia regionale ARPA, l’Arneo, l’Autorità idrica pugliese, l’AQP, la Provincia di Brindisi, il Gal Alto Salento, le Università del Salento e di Bari, il CNR, la Libera Università di Amsterdam, l’Ordine degli Architetti, l’associazione FIAB Mesagne, l’Istituto scientifico biomedico Euro Mediterraneo, il Consorzio ASI Brindisi e i Comuni di Brindisi, Carovigno, Francavilla Fontana, Latiano, Oria, Mesagne, San Vito dei Normanni e Villa Castelli. Il tutto sotto l’egida della Regione Puglia e con la segreteria scientifica del Politecnico di Bari.
Con la firma di oggi che di fatto sancisce la sottoscrizione del primo Contratto di fiume del sud Italia, tutti gli enti coinvolti si sono impegnati a fare la propria parte nelle attività che saranno condotte per la rinascita strutturale, sociale e turistica del Reale. Le quattro macroaree di intervento riguarderanno la sicurezza idraulica del corso, la quantità e la qualità delle acque e dell’ecosistema fluviale, il mondo rurale ad esso collegato, la valorizzazione del patrimonio naturalistico e culturale e della sua fruizione. Saranno realizzate una lunga serie di azioni che nascono dagli studi propedeutici condotti dal comitato scientifico del quale fa parte il Consorzio di Gestione di Torre Guaceto. In quanto bene pubblico, il Reale sarà la spina portante per la riqualificazione e la valorizzazione dell’intero territorio del bacino e dei differenti paesaggi che lo caratterizzano, e occasione per attribuire qualità ai comuni che attraversa.
Nell’ambito delle azioni che saranno realizzate, le aree rurali prospicienti diverranno parchi agricoli rinaturalizzati e condotti in modo sostenibile, il Reale stesso diventerà una vera infrastruttura verde offrendo agli utenti non solo natura, ma anche possibilità di svago collegando tra loro i percorsi culturali dei comuni che attraversa.
“Torre Guaceto ha pagato per decenni le conseguenze del cattivo stato di salute del Reale – ha commentato Rocky Malatesta, presidente del Consorzio di Gestione della riserva -, tutto ciò che veniva riversato in esso finiva dritto nella zona A dell’Area Marina Protetta. Ora, finalmente, volteremo pagina e insieme ai partner di progetto ne faremo un torrente volano del turismo sostenibile. Il brand Reale aiuterà l’ambiente, le comunità locali e la nostra bella e delicata riserva”

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