La favola di Pinocchio e la fanfara dei carabinieri in scena al Nuovo Teatro Verdi

BRINDISI –  Pinocchio e la fanfara dei carabinieri in scena al Verdi. Pinocchio ha sempre rappresentato per il comune immaginario il desiderio di andare “al di là dei sogni” in un mondo “oltre” nel quale finalmente fantasia e realtà si incontrano. La celebre favola di Carlo Collodi è diventata un’opera musicale, dal titolo «Pinocchio e la sua favola», composta da Pericle Odierna, compositore di rilevanza internazionale, vincitore del prestigioso Globo d’oro 2020, per la voce recitante di Corrado Oddi e con la partecipazione della Fanfara del 10° Reggimento Carabinieri “Campania” Napoli, diretta dal maestro Luca Berardo.

Lo spettacolo sarà in scena venerdì 16 luglio, con inizio alle ore 21, nel Nuovo Teatro Verdi di BrindisiL’ingresso è gratuito con prenotazione obbligatoria al T. 0831 229 230dal lunedì al venerdìdalle ore 9 alle 14È possibile prenotare a partire da giovedì 8 luglio.

La musica diventa essa stessa racconto, attraverso i fonemi dell’onomatopea. Si mescola alle parole e sottolinea le diverse atmosfere, diventa gioco e suono onomatopeico accompagnando il canto del narratore che interpreta tutti i personaggi in un singolare intreccio tra gioco e affabulazione. Questa rappresentazione di Pinocchio rivela il connubio indissolubile, riconosciuto in tutto il mondo, tra Pinocchio e i Carabinieri. Per l’occasione i musicisti indossano la divisa storica, così come nel famoso film di Luigi Comencini, e come rivive ancora oggi nel nostro immaginario. L’opera è in collaborazione con l’Arma dei Carabinieri e gode del patrocinio della Fondazione Nazionale Collodi.

Dopo una classica ouverture, inizia il gioco, un armonico rincorrersi di strumenti che formano i diversi personaggi dell’opera musicale: flautoclarinettooboefagottocorno e tromba. Quattro legni e due ottoni. Strumenti che fanno parte di una orchestra sinfonica ma anche della banda del paese. Il clarinetto è un po’ la voce guida che detta i tempi e si occupa di annunciare le melodie. La tromba è lo strombazzatore e fa la voce grossa. Il corno elegante e generoso nel suo assecondare le soluzioni armoniche. Il fagotto è l’elemento pulsante a cui è affidata la traccia dei bassi, e non solo. Il flauto è libero di librarsi nell’aria per osservare dall’alto tutta la scena. L’oboe è malinconico e corrisponde alla coscienza intima di Pinocchio.

La scelta di adottare un linguaggio musicale semplice nella sua fruizione ma articolata nella struttura nasce dal background dell’autore, il maestro Pericle Odierna. La formazione inglese a contatto con le bande di cornamuse e con gli eserciti della salvezza, e l’impatto, qualche anno più tardi, con la tradizione popolare della musica italiana, hanno trovato terreno fertile nella letteratura operistica e sinfonica. Per l’autore, Pinocchio ha rappresentato la grande possibilità di fondere in un linguaggio unico tutte le esperienze. Il suono onirico e festoso delle bande come nelle colonne sonore di Nino Rota dei film di Fellini, la contemporaneità della musica colta e la grande tradizione operistica italiana ma anche, a tratti, la grande passione dell’autore per il jazz, compongono la partitura di Pinocchio come un piccolo caleidoscopio fatto di paure, ambizioni, sacrifici, passioni, toccanti emozioni. L’ascolto di questa favola è un’esperienza che va oltre il piacere dell’ascolto, oltre l’apprezzamento dell’abilità tecnica della Fanfara, oltre l’emozione forte che, pure, suscita l’esaltante atmosfera che riesce a creare. Un vero esilio della ragione nel quale la musica si trasforma in una ricerca di empatia unificante, in suoni allegorici, in timbriche colorate, in gioco.

In più, le canzoni rendono l’opera ancora più singolare, così che la voce narrante si ritrova a dover narrare ma anche cantare e fischiettare. Un ruolo intenso ma al tempo complesso in cui l’attore Corrado Oddi, grazie alla potenza espressiva della sua mimica e ad una naturale capacità di affabulazione e incanto, interpreta tutti i personaggi vestendo ciascuno della sua identità basata sull’enfasi e sul suono della voce, prima ancora che delle parole. La voce narrante, con la sola interpretazione e il gioco di voci, annuncia i diversi personaggi della favola: il gatto e la volpeGeppetto, la Fata Turchina e soprattutto la vera coscienza di Pinocchio che è il Grillo parlante. La partitura scorre senza intoppi e tempi morti fino alla mitica frase finale: “Addio Pinocchio e buona fortuna!”.

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