BRINDISI – Più piccola rispetto al progetto inziale, con una naturalizzazione della zona, chiamata compensazione ecologica, e con il recupero della costa prospicente con un parco verde, così la vasca di colmata ottiene la compatibilità ambientale dei ministeri competenti. Il risultato è stato illustrato oggi in conferenza stampa dal presidente dell’Autorità di Sistema Portuale del Mare Adriatico Meridionale Patroni Griffi. Che più volte nel suo intervento ha ricordato come il Comune di Brindisi avesse ostacolato l’opera inviando parere negativo durante la procedura di Via. Ad ascoltare la conferenza stampa, in cui erano presenti quasi esclusivamente i giornalisti, si è presentato il segretario cittadino del Pd Francesco Cannalire. Gli attristi tra Comune e Autorità di sistema portuale non sono un mistero per nessuno. E Patroni Griffi ha colto l’occasione per sollecitare collaborazione istituzionale, così come prevede la legge.
La vasca di colmata, opera già finanziata, sarà realizzata alla zona industriale nei pressi della foce di fiume Grande per contenere i sedimenti del dragaggio del porto di Brindisi. Un porto che si trova in area Sin (sito di interesse nazionale) e quindi prevede una procedura aggravata, essendo i sedimenti inquinati. Passata la Via ora serve l’Autorizzata integrata e poi si potrà procedere al dragaggio del porto. Fondali più profondi possono ospitare navi con grandi pescaggi.
Rispetto al progetto inziale, quello presentato dall’Autorità portuale nel 2017, ci sono state delle modifiche così da poter ottenere la Via. Lo stesso ente è stato costretto a procedere alla caratterizzazione del fondale prima di poter ottenere la valutazione di impatto ambientale. Era stato lo stesso ministero a chiedere questa prescrizione.
In conferenza stampa l’ingegnere Di Leverano ha illustrato il lungo iter procedurale. Un progetto che l’attuale gestione dell’Autority aveva già trovato redatto e con il parere dei precedenti enti locali. “Noi abbiamo solo trovato il finanziamento per sostenerlo e ci siamo riusciti, non capisco per poi sia stato così osteggiato”, ha spiegato Patroni Griffi.
Dopo un’articolata istruttoria, durata oltre tre anni e mezzo, lo scorso 21 giugno, infatti, con Decreto di compatibilità ambientale n. 254. il Ministero della Transizione Ecologica (MTE), di concerto con il Ministero della Cultura (MIC), ha finalmente licenziato il progetto dei “lavori per il completamento dell’infrastrutturazione portuale mediante banchinamento e realizzazione della retrostante colmata tra il Pontile Petrolchimico e Costa Morena Est”.
L’obiettivo dell’ente è quello di avere fondali più profondi nelle aree maggiormente operative: da circa -8.0 mt (batimetria media attuale) a -12.0 sotto il livello del mare, nell’area di S. Apollinare; da circa -11mt (batimetria media attuale) fino a -14.0 sotto il livello del mare, lungo il canale di accesso al porto interno; da circa -11mt (batimetria media attuale) fino a -14.0 sotto il livello del mare, nell’area di contorno alle calate di Costa Morena.
Patroni Griffi ha spiegato inoltre “che in un sito SIN (sito di interesse nazionale caratterizzato da aree potenzialmente contaminate molto estese classificate come “dannose” dallo Stato italiano, laddove sia confermata la presunta contaminazione), quale è Brindisi, infatti, lo strumento maggiormente sostenibile, sia dal punto finanziario che ambientale, che la Legge indica per gestire i materiali rivenienti dai dragaggi in aree estese è, appunto, la realizzazione di una vasca di colmata”.
“Possiamo discutere sulle modalità di realizzazione – ha aggiunto il presidente – non se realizzare l’opera. Un’opera assolutamente necessaria per infrastrutturare il porto di Brindisi”
Il procedimento, avviato nel novembre 2017, ha risentito di una sospensione, richiesta dall’AdSP MAM a luglio 2019 e concessa dall’ufficio competente del Ministero dell’Ambiente (oggi MTE) il successivo novembre per effettuare una attualizzazione della caratterizzazione dei fondali interessati dall’intervento infrastrutturale e richiesti per acquisire ulteriori elementi sulla loro qualità. La caratterizzazione, è bene evidenziarlo, è stata finalizzata in tempo utile – nonostante, peraltro, tutte le limitazioni imposte dal lockdown della prima fase dell’emergenza sanitaria da COVID 19. Il risultato della caratterizzazione, che ha comportato una serie di attività che permettono di ricostruire i fenomeni di contaminazione a carico delle matrici ambientali, ha confermato il dato qualitativo già assunto a base del progetto come composto anche dalle caratterizzazioni validate nel 2011 da ISPRA (ex ICRAM).
“Rispetto al procedente progetto – spiega ancora il presidente – oltre alla riduzione in pianta, è stato cercato un sostanziale incremento della superficie permeabile e una conseguente diminuzione del volume della cassa di circa 150.000 m3, la riduzione del fronte di accosto, l’aumento dell’ampiezza del nuovo canale (da 45 mt a 130 mt) e, infine, un diverso trattamento dei confini lato terra e della sponda occidentale del canale sui quali verranno messi a dimora impianti arborei e arbustivi sistemati a “dune”, per proteggere l’area dal traffico veicolare (interventi, questi ultimi, di riqualificazione paesaggistica in coerenza con quanto previsto per l’area dal “Progetto di valorizzazione e riqualificazione integrata dei paesaggi costieri”, di cui al vigente Piano Paesaggistico Territoriale Regionale). Un parco verde sul mare, quindi, che coprirà un’area di circa 50.000m2 e che, oltre a poter ospitare flora e fauna selvatiche, potrà essere fruibile dal pubblico, con un impatto visivo e ambientale rilevante. L’area verde sarà, infatti, percorsa da una passeggiata pedonale (circa 670 m) di collegamento dell’ingresso carrabile alla nuova foce del Fiume Grande. Nei prossimi mesi, l’Ente portuale avvierà una consultazione popolare per la scelta del nome con cui intitolare il nuovo parco e soprattutto la bellissima baia che verrà realizzata”.
“Non abbiamo mai perso un minuto di tempo, non abbiamo mai lesinato energie e sforzi, abbiamo sempre lavorato a testa bassa per dare a Brindisi questa opportunità– commenta ancora Ugo Patroni Griffi-, perché lo sviluppo del porto passa inevitabilmente dall’approfondimento dei fondali. Il mercato internazionale punta sempre più sul “gigantismo navale”, in conseguenza delle sensibili economie di scala riguardanti sia il costo di costruzione che quello di gestione; per essere competitivi e appetibili, quindi, dobbiamo assolutamente adeguarci e non restare indietro, offrendo pescaggi e infrastrutturazione adeguati. Il prossimo obiettivo sarà la realizzazione degli accosti di Sant’Apollinare. Vasca di colmata e dragaggi, cono di atterraggio, nuovi accosti: i tre pilastri su cui si fonda il porto del futuro. Ho seguito personalmente il progetto di ambientalizzazione di una infrastruttura strategica dimostrando che l’utile può essere anche bello, anzi come in questo caso, bellissimo”.
Il quadro economico prevede l’impiego di 60 milioni di euro rivenienti dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza.
Ottenuta, dunque, la compatibilità ambientale dell’opera, il prossimo passaggio procedurale la conferenza dei servizi per l’ottenimento dell’autorizzazione unica ZES.
Nel corso della conferenza stampa, il Presidente ha, inoltre, parlato dello stato di avanzamento procedurale del progetto di “Potenziamento degli ormeggi navi Ro-Ro a Costa Morena Ovest – Realizzazione di un pontile con Briccole”.
Anche in questo caso, l’Ente portuale sta lavorando per avviare i lavori di un progetto fondamentale, finalizzato a garantire la sicurezza nelle operazioni di ormeggio, specie in condizioni metereologiche avverse.
Dopo un lungo ed elaborato decorso procedimentale, avviato nel 2019, infatti, si è conclusa positivamente nell’aprile scorso la conferenza di servizi asincrona, relativa all’approvazione del progetto definitivo dell’opera.
Prodromico a tale risultato, il parere favorevole del Consiglio Superiore Lavori Pubblici sulla proposta di adeguamento tecnico funzionale al Piano Regolatore Portuale e, anche in adempimento ad alcune indicazioni contenute nel predetto parere, la conferma dei pareri favorevoli già avuti in precedenza dal Ministero dell’Ambiente, ottenuta a seguito di specifica “valutazione preliminare” condotta da tale Dicastero a termini dell’art.6, comma 9, del D.lgs. 152/2006.
A breve, scontate le procedure di verifiche di rito del progetto demandate ad ASSET – Agenzia Regionale Strategica per lo Sviluppo Sostenibile del Territorio, tuttora in corso, l’avvio della procedura di affidamento congiunto della progettazione esecutiva e della realizzazione dei lavori.
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