Genitori sul piede di guerra: “Non iscrivo mio figlio all’asilo privatizzato”

BRINDISI- ( Da Il7 Magazine) Il Comune privatizza gli asili nido, genitori sul piede di guerra: “Non iscrivo mio figlio all’asilo privatizzato”. Sono oltre 200 i bambini che frequentano gli asili comunali di Brindisi e gran parte dei loro genitori non sono intenzionati a rinnovare l’iscrizione per il prossimo anno se il Comune di Brindisi procederà alla privatizzazione delle strutture così come scritto nel bando di gara pubblicato il 19 maggio scorso. L’amministrazione comunale ha infatti bandito una gara per l’affidamento in concessione di tutti e quattro gli asili nido comunali, ossia quello di Santa Chiara, quello in via Benvenuto Cellini, quello in via Modigliani ed infine quello in via Sant’Angelo. Nei giorni scorsi i genitori dei bimbi che frequentano queste strutture hanno formato un gruppo di protesta “No alla privatizzazione del nido comunale Brindisi” che sulla pagina Facebook conta già 744 iscritti. “Siamo arrabbiati e preoccupati- ha detto Emilio Avallone, genitore di uno dei bimbi e amministratore del gruppo- Non vogliamo un asilo privato. Ci sono troppe incognite e noi stiamo benissimo così. Oggi funziona tutto molto bene negli asili comunali ma se domani saranno affidati e gestiti dai privati non sappiamo cosa avremo a partire dalle rette ai servizi. Non solo non sappiamo quali asili resteranno aperti  chiusi ed il personale che fine farà”. Quando Avallone parla del personale ovviamente si riferisce alle maestre ed ai collaboratori, oggi questi sono più di 50 impiegati nelle strutture comunali ed i sindacati , anche loro, sono sul piede di guerra affinchè si garantiscano i livelli occupazionali. “All’interno di queste strutture ci sono delle eccellenze, delle professionalità- dice Avallone- che vanno tutelate. Non capiamo perché il Comune di Brindisi voglia chiudere un servizio eccellente a scapito dei nostri bambini”.

Il Comune di Brindisi ha pubblicato il bando di gara lo scorso 19 maggio che scadrà il 14 giugno. Nel bando si legge che il contratto di appalto avrà una durata di 60 mesi con possibilità di rinnovo per altri 36 mesi. Il canone a carico del concessionario per l’utilizzo degli immobili è pari a 20mila euro. I concorrenti dovranno presentare un’offerta in rifermento alla retta mensile praticata per singolo utente che viene quantificata in 9.680.000 euro, in pratica 550 euro al mese per bambino, calcolando 200 unità che frequentano  11 mesi per otto anni.

“Vorrei rassicurare i nostri concittadini che la delibera di giunta con cui è stato espresso l’atto di indirizzo all’affidamento in concessione del servizio di gestione di quattro asili nido comunali, è scaturita da una serie di considerazioni e valutazioni positive sull’argomento; tra queste una maggiore flessibilità organizzativa e gestionale di un soggetto esterno rispetto ad un ente pubblico che consente, quindi, l’adeguamento tempestivo tra offerta e domanda; l’avvio di un processo di razionalizzazione delle spese e conseguente contenimento dei costi per l’utenza;  la possibilità di estendere l’offerta di servizi per soddisfare ulteriori e nuovi bisogni delle famiglie come ad esempio l’orario di apertura o l’estensione del servizio anche nei mesi estivi- ha spiegato l’assessore comunale Isabella Lettori- Così come emerge dal documento di indirizzo per una strategia per il contrasto alla povertà educativa, pubblicato l’11 marzo 2020 dal Gruppo di lavoro interassessorile Istruzione, Welfare e Cultura con il coordinamento della Presidenza della Giunta della Regione Puglia, nella povertà educativa è compresa anche l’offerta di servizi educativi prima dell’accesso alla scuola primaria e cioè per il ciclo 0-6 anni. L’UE ha fissato un obiettivo nazionale, ovvero almeno 33 posti ogni 100 bambini con meno di 3 anni, per un’offerta adeguata di posti in asili nido e che il servizio sia disponibile a costi accessibili per le famiglie, per cui la necessità di misure di sostegno per il pagamento del servizio in base alla disponibilità di mezzi. Nel periodo 2013-2020 la Regione Puglia ha dapprima sperimentato e poi messo a regime lo strumento dei “Buoni – Servizio di Conciliazione” per sostenere le famiglie nel pagamento delle tariffe per la fruizione dei servizi per la prima infanzia e per i minori. Nel quadro della programmazione europea e nazionale il programma di governo della Regione Puglia per il 2020-2025 ha posto l’accesso alla conoscenza quale uno dei suoi pilastri fondamentali per contrastare la povertà educativa, per contrastare la marginalità sociale e per ridurre le diseguaglianze. Il PNRR – Piano Nazionale per la Ripartenza e la Resilienza individua 6 Missioni e tra gli obiettivi generali la nostra Regione  ha dato la centralità anche all’obiettivo di aumentare l’offerta di asili nido e servizi per l’infanzia, sia in termini di dotazione infrastrutturale che in termini di sostegno alle famiglie per l’accessibilità economica tramite i Buoni Servizio per la sostenibilità economica delle tariffe a domanda individuale. Quindi vorrei concludere rassicurando i nostri concittadini che la nostra amministrazione comunale è molto attenta al tema e che si è attivata sia per dotare la nostra città di ulteriori due strutture da adibire ad asili nido, sia perché venga offerto un servizio educativo e sociale per la prima infanzia di qualità gestito nel rispetto della normativa vigente”.

Le parole della Lettori non calmano gli animi e sollevano le polemiche tanto da parte della politica quanto da parte dei sindacati.

“Potenziare asili nido e servizi per l’infanzia significa non solo dare più opportunità educative alle bambine e ai bambini, riducendo le disuguaglianze sociali e territoriali, ma anche favorire concretamente l’occupazione femminile. È un investimento strategico che costituisce una componente rilevante anche nel nostro Recovery Plan” .Sono le parole del Ministro dell’Istruzione, Patrizio Bianchi, alla presentazione del fondo Asili nido con cui vengono stanziati 750 milioni di euro destinati agli enti locali che presenteranno progetti di potenziamento delle strutture entro il 20 maggio- spiega Forza Italia- Il Comune di Brindisi non solo non potenzierà alcun servizio ma, con una giravolta senza senso, decide di disfarsi anche degli asili nido comunali che costituiscono un fiore all’occhiello della nostra città per strutture e competenza del personale le cui performance virtuose hanno contribuito a tenere alto anche il livello degli ottimi servizi privati presenti sul territorio”. Preoccupati anche i sindacati che sulla privatizzazione non sono stati interpellati dal Comune di Brindisi. “Avremmo auspicato un approccio diverso per questo delicato ed importante bando di gara, soprattutto che avesse gli stessi criteri di trasparenza adottati con l’invio dell’informativa  preventiva per i bandi Servizio Polo, Città dei ragazzi, Centro Antiviolenza ed Assistenza domiciliare minori di prossima uscita- dice la CISL- Invece no, nessun confronto, solo una tardiva informativa ricevuta 2 giorni prima l’uscita del bando a seguito di vibrate proteste delle OO.SS..

Per quale motivo ? perchè tanta fretta? perché privatizzare completamente e non favorire altre soluzioni possibili? perché privatizzare solo 4 dei 5 asili comunali ? perché privatizzare per 8 anni complessivi (sono tantissimi ) e non come in tutte le altre realtà del bel paese per soli 3 anni ? perché favorire il regime di monopolio affidando in concessione ad un solo privato l’intero servizio? Perchè i requisiti di capacità economica e finanziarie delle possibili aziende e/o cooperative sociali partecipanti sono cosi’ basse a garanzia di un appalto così importante? perchè un bando di gara così’ complesso ha tempi di apertura così ristretti? perché si finge di tutelare tutto il personale operante oggi nel servizio? Perché si è convinti di aver tutelato le famiglie?”

Lucia Pezzuto per Il7 Magazine

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