BRINDISI- Gli operatori portuali e i sindacati scrivo al sindaco di Brindisi, Riccardo Rossi, e chiedono un incontro sul futuro del porto. Di seguito la missiva indirizzata al primo cittadino a firma di Adriano GUADALUPI per FEDESPEDI Sez. Brindisi, Fabio CESINARO per RACCOMAR Sez. Brindisi, Cosimo LUPO per ANASPED Sez. Brindisi, Maria DE LUCA per PROPELLER CLUB Sez. Brindisi, Teo TITI per O.P.S., Antonio MACCHIA per CGI, Gianfranco SOLAZZO per CISL e Antonio LICCHELLO per UIL.
“Ancora una volta segnaliamo la sua contrarietà a sentire gli operatori del porto e per il porto, in questa fase delicata della Città di Brindisi; e nella speranza che la Sua sensibilità voglia riconoscere l’importanza di un dialogo costruttivo, affinché tutti insieme si possa decidere, in libertà, sul futuro del nostro Porto e sostenere che le attività marittimo/portuali sono elementi che fanno la differenza in termini di sviluppo dell’intera città, della Provincia, del Salento tutto e dell’intero Sistema Portuale del Mare Adriatico Meridionale. Il mare è stato da sempre la principale risorsa per le città portuali come veicolo di scambi continui di popolazioni, genti e differenti saper fare, innescando processi di sviluppo locale e non e continua trasformazione degli approdi, degli elementi naturali e dell’ambiente costruito. Le città di mare hanno una forte identità fondata sulla stratificazione storica della loro lunga continuità di vita e sulla unione della cultura urbana e cultura marittima. Non comprendiamo la difficile ‘visione” del futuro del porto di Brindisi espressa dall’Assessore all’Urbanistica, prof. Dino Borri, che ancora una volta non sappiamo se sia conforme alla delibera (votata a larghissima maggioranza) da quel Consiglio monotematico che ha dettato la ‘politica’ e confermato opere portuali come, la vasca di colmata, con i relativi dragaggi del Porto, i moli ed il relativo Terminal di Sant’Apollinare e deposito costiero di Gnl. Non possiamo accettare il livello raggiunto dalle polemiche di questi giorni, con scontri personali oltre che tra istituzioni (Comune, Regione, Stato); riteniamo che un tale ‘ambiente’ sia oltremodo dannoso, sterile, inutile per una Città come Brindisi e che non merita tutto questo. Ancora una volta, noi firmatari di tale richiesta, desideriamo collaborare, in quanto il porto è per tutti noi importante oltre che per l’economia della nostra Città, anche per sostenere l’occupazione di più di 2000 famiglie, tra diretti ed indiretti. Intanto, noi tutti operatori stiamo vivendo una crisi che la pandemia da covid-19 ha reso più ‘ostile e si continua a soffrire, a licenziare, a chiudere, ad assistere al declino inesorabile del luogo che dovrebbe (e potrebbe) fornire benessere e ricchezza, ma che è fermo da anni a causa delle continue lotte tra gli enti, degli errori del passato, delle errate prese di posizione personali di amministratori pro-tempore, o peggio per manifesta ignoranza, accompagnata da atteggiamento presuntuoso di chi gestisce il potere attraverso scelte che in un porto -se sbagliate- diventano errori storici e definitivi. Si dovevano affrontare i problemi del post-industriale, della decarbonizzazione, della transizione energetica ed ecologia, con il rilancio del porto, della retroportualità e delle zes con il c.d.’metodo Brindisi’ ed invece stiamo qui ad annunciare un ‘vertenza porto di Brindisi’. Per questo, Signor Sindaco, Si chiede un ‘incontro’ urgente per porre fine a tutte le diatribe personali e fra enti, al fine di poter evidenziare le richieste di tutto il nostro settore (operatori marittimi e portuali, datoriali, spedizionieri, caricatori, agenti raccomandatari, agenti di viaggio, professionisti e sindacati) e soprattutto di ascoltare ‘de visus’ quale sia la Sua ‘vision’ futura del nostro porto, se è ancora conforme al deliberato del Consiglio Comunale”.
BrindisiOggi
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