BRINDISI – Riceviamo e pubblichiamo la nota dell’ex assessore all’Urbanistica Pasquale Luperti in merito al progetto di A2A
“La conservazione di documenti comporta una grande fatica, ma alla fine consente di far emergere incredibili incongruenze. Nel caso specifico, questa volta la “lettura” del passato evidenzia le terribili contraddizioni del sindaco Riccardo Rossi che sulla vicenda A2A, nel corso degli anni, ha stravolto la sua posizione e quella del suo movimento Brindisi Bene Comune.
Del resto, non occorrono commenti: è sufficiente leggere quello che proprio Rossi e BBC scrivevano nelle osservazioni al Documento Programmatico Preliminare al Piano Urbanistico Generale, in vista del Consiglio Comunale del 25 agosto 2011 (amministrazione Mennitti).
Nelle osservazioni si legge “Si condividono diverse linee di indirizzo adottate, tra cui il secco “NO” al rigassificatore a Capobianco e la demolizione della Centrale Termoelettrica a carbone Brindisi Nord (l’attuale A2A) di proprietà Edipower”.
Osservazioni – quelle di BBC – ribadite nel febbraio del 2013 (amministrazione Consales). In particolare, nel documento, facendo riferimento alle bonifiche dell’area SIN, si scrive “Questa grande opera, assieme alla dismissione delle centrale Edipower (l’attuale A2A), del nastro trasportatore ed altre opere di riqualificazione dell’area, potrà dare enormi vantaggi per il nostro territorio, sia di tipo ambientale che economico ed occupazionale”.
Ma non finisce qui. La sua contrarietà a qualsiasi forma di riutilizzo del sito della centrale Brindisi Nord che non fosse finalizzata allo sviluppo dei traffici portuali, ha fatto parte fino a poche settimane addietro del “credo” di Riccardo Rossi. Del resto, basta leggere il suo programma elettorale per averne conferma.
E allora? Cosa è successo in quest’ultimo periodo? Cosa ha fulminato il primo cittadino di Brindisi, costringendolo ad una inversione a 180 gradi? Come mai di colpo le aree della vecchia centrale Brindisi Nord non sono più strategiche per lo sviluppo del porto di Brindisi? Come mai non fanno più impressione le 11 tonnellate all’ora di rifiuti che sbarcheranno a Brindisi per essere “trattate” nell’impianto proposto da A2A? Come mai non nutre più alcun dubbio sul rischio che questi rifiuti possano far nascere anche l’esigenza di altri impianti di trattamento? Come mai lo smantellamento dei vecchi gruppi della centrale Brindisi Nord e la sua totale bonifica non sono più una priorità?
E come mai non ha avvertito la necessità di spiegare ai suoi elettori, ai suoi sostenitori ambientalisti, ai cittadini di Brindisi, il motivo per cui ha cambiato idea in maniera così radicale?
Può bastare una incomprensibile guerra nei confronti del Petrolchimico per ridarsi una patente di ambientalista?
E vogliamo parlare delle opposizioni? Fatta eccezione per qualcuno, tutto il resto ha cancellato dalla mente le posizioni assunte nel passato, le scelte compiute (da amministrazioni di centro destra e di centro sinistra) in direzione di una cancellazione di quel sito per restituire le aree ad utilizzi portuali? Come mai?
Insomma, la vicenda A2A rappresenta la conferma del corto circuito che ha coinvolto la politica brindisina. Un ammasso di personaggi in cerca d’autore (fatte sempre le dovute eccezioni) che stanno trascinando Brindisi nel baratro e che stanno per compiere scelte pregiudizievoli per il futuro della città. Il tutto, con il cappello del sindaco “ambientalista” Riccardo Rossi”.
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