De Michele (Lega) su presidenza ASI: “Il teatrino della maggioranza, Rossi dia risposte alla città”

BRINDISI – Anche la Lega interviene sulla vicenda della  nomina alla presidenza dell’ASI di Vittorio Rina, dirigente del Pd cittadino. Nomina contestata anche dal Pd provinciale.

Questa la nota del segretario cittadino Cosimo De Michele.

“Leggevo, giorni fà, un interessante articolo sul decadimento della politica e della sua funzione primaria: su come quest’ultima sia rapidamente evoluta da “cura degli interessi pubblici” a semplice “difesa degli interesse partitici” o, tradotto meglio, “scontro per il potere”. Una sintesi volgare, ma altrettanto chiara, di quello che sta di fatto succedendo a livello locale.

Un acceso dinamismo politico (su una nomina legittima decisa a tavolino tra pochi) in netta antitesi con l’attuale e drammatico momento storico: perché ritengo, modestissimo parere personale, che davanti ad una tragedia pandemica di queste dimensioni, ciò che dovrebbe unire tutta la politica, a tutti i livelli istituzionali, non è soltanto declinare virtuosamente il concetto di democrazia e condivisione, ma è formare al meglio la classe dirigente del paese, nella qualità e nella professionalità, ma soprattutto nell’assenza di complicità con la politica stessa.

Non meravigliamoci (da neofiti), di conseguenza, se il perimetro delle nomine politiche è immenso oltre che discrezionale e “personale”: da quelle dirette e pubbliche, a quelle dove l’influenza politica è dominante e prevalente, dalle università alla sanità.

Negli Enti secondari o in Autorità indipendenti, scevri dalla lottizzazione per definizione e per legge, persone di incontestata “dipendenza politica” ricoprono spesso incarichi per i quali nelle leggi istitutive la stessa politica richiede il requisito primario dell’indipendenza: alla faccia della coerenza politica e giuridica! Ecco perché non mi meraviglia affatto, da politico e da cittadino, la nomina del nuovo Presidente dell’ASI e sulla quale, in termini procedurali, non credo si possa, allo stato, contestare nulla. Ma con altrettanta fermezza e trasparenza politica mi pongo, anche nell’interesse dei cittadini, alcuni interrogativi, legittimi e democratici, partendo proprio dalla funzione del Consorzio ASI, ed in particolare con riferimento all’Art. 36, comma 5° della L.317/91 secondo il quale: “I consorzi di sviluppo industriale di cui al comma 4° promuovono, nell’ambito degli agglomerati industriali attrezzati dai consorzi medesimi, le condizioni necessarie per la creazione e lo sviluppo di attività produttive nei settori dell’industria e dei servizi. A tale scopo realizzano e gestiscono, in collaborazione con le associazioni imprenditoriali e con le camere di commercio, industria, artigianato e agricoltura, insfrastrutture per I’industria, rustici industriali, servizi reali alle imprese, iniziative per l’orientamento e la formazione professionale dei lavoratori, dei quadri direttivi e intermedi e dei giovani imprenditori, e ogni altro servizio sociale connesso alla produzione industriale”.

Ora: il neo Presidente ASI, persona rispettabile e di indubbia moralità e capacità professionale, anche con particolare riferimento alle dinamiche ZES, quale percorso condiviso, attuativo e strategico intende realizzare rispetto alla funzione ed alla operatività del Consorzio medesimo? Non solo: la sua nomina ( PD cittadino sic!) è stata ampiamente condivisa o è stata una cruenta sintesi di un redde rationem all’interno del PD? ( è bastata questa nomina a determinare la reazione violenta della segreteria provinciale). Il Sindaco, dopo questa ennesima nomina, gode ancora di una fiducia politica e numerica? Una guerra fratricida che sta portando sempre più questa città verso il baratro. A questa preoccupante deriva istituzionale, a questo mortificante “teatrino di maggioranza” la politica, tutta, con senso di responsabilità, deve delle risposte ai cittadini!.

Concludo: alcuni (partiti) politici, in queste situazioni, invocano spesso il concetto del “primato della politica”. Certamente un concetto alto e nobile, forse in passato, ora un alibi senza pudore. Per dirla in breve “excusatio non petita, accusatio manifesta”.

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