BRINDISI – “Da 24 giorni che siamo chiusi in casa e dalla Asl nessuno si fa sentire. Non sappiamo più a chi rivolgerci, restano solo i carabinieri”. Antonio Corsa, 52 anni di Brindisi il 5 marzo è risultato positivo al Covid, dopo qualche giorno si sono contagiati anche sua moglie e suo figlio di 10 anni. Ha scoperto di avere il virus il 5 marzo quando ha fatto un tampone in ospedale dove si era recato per un malessere. Subito è stato dimesso, dopo qualche giorno la Asl lo ha richiamato per dire che il 16 marzo avrebbe dovuto fare il secondo tampone, e che si sarebbero dovuti presentare anche sua moglie e suo figlio. Purtroppo anche loro risultano positivi. “Siamo rimasti così in casa- racconta l’uomo – mio figlio ha avuto anche la febbre, ma nessuno si è fatto sentire. Un giorno ci hanno richiamato dalla Asl per dirci che il 23 marzo avremmo dovuto rifare il tampone, lo avevano prenotato loro: io il terzo e mia moglie e mio figlio il secondo. Ma quando ci siamo presentati ci hanno riferito che non c’era nessuna prenotazione per noi. E siamo tornati a casa. Da quel giorno non abbiamo più notizie. Nessuno più ci ha chiamato”. Questa famiglia vive nel limbo. Il 52enne non sa se è ancora positivo. E nonostante siano passati i fantomatici 21 giorni, dopo i quali anche se positivo sei comunque libero, non ha la necessaria attestazione della Asl che permette di fare questo.
“Praticamente l’ultima volta che abbiamo visto qualcuno della Asl è stato il 16 marzo, poi il nulla – dice ancora Corsa – il mio medico di base ha mandato una mail alla Asl, ma sono passati giorni e nessuno ha risposto. Io ho chiamato tutti i numeri possibili, ma nulla. Siamo sequestrati in casa. Non sappiamo neanche come fare la spesa, ci aiuta in qualche modo mia suocera che ha 84 anni e mia cognata. Ma questa situazione è impossibile”.
Lu.Po.
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