BRINDISI- (Da Il7 Magazine ) Sono stati tra i primi ad avere la possibilità di vaccinarsi contro il Covid eppure alcuni di loro hanno deciso di rinunciare. Nell’ospedale Perrino di Brindisi sono quindici gli operatori sanitari che hanno fatto questa scelta, una scelta che potrebbe costare cara visto che la Asl ha deciso di allontanarli dai reparti a rischio e trasferirli. Anna, il nome è di fantasia, è una di questi operatori sanitari. E’ impiegata come infermiera nel nosocomio brindisino da circa dieci anni e oggi è in ferie forzate in attesa di poter tornare a lavorare. A lei che pur svolgendo una professione così delicata ha scelto di rinunciare alla vaccinazione , abbiamo chiesto le motivazioni di una simile scelta e di spiegarci quali sono i suoi dubbi.
Anna, lei è un’infermiera ma ha rifiutato il vaccino, la scienza dovrebbe essere il suo mestiere. Si sente quindi una no-vax?
“Credo nella scienza, ci ho sempre creduto altrimenti non farei il lavoro che faccio ma penso che la sperimentazione sia stata troppo veloce. Ho semplicemente deciso di aspettare, aspettare che si faccia maggiore chiarezza. Non sono una no-vax come dice qualche mio collega e soprattutto non sono tanto irresponsabile da mettere in pericolo la vita dei miei pazienti. In questo ultimo periodo mi sono sentita dire di tutto, ovviamente alle spalle perché poi nessuno ha il coraggio di dirtelo in faccia. Più di qualcuno ha con me un atteggiamento quasi omertoso ma poi le cose si sanno lo stesso, le voci girano soprattutto sul posto di lavoro”.
Perché allora non ha voluto sottoporsi alla vaccinazione ?
“Sui vaccini penso che ci vorrebbe maggiore chiarezza, in pochi giorni hanno cambiato le disposizioni non so quante volte. Tra l’altro io ho rinunciato al Pfizer, quello che da tanti è considerato uno dei vaccini più efficaci. Ma ripeto oggi non mi sento di sottopormi ad un qualcosa che è stato prodotto e sperimentato in poche settimane. La scienza insegna che ci vuole tempo e così non è stato. Capisco che siamo in emergenza ma non si può giustificare quello che a me sembra un esperimento. Tra l’altro, lo dicono gli esperti non io, non sappiamo neppure quali saranno gli effetti a medio lungo termine e quale sia la copertura. Io sono convinta e lo dicono le statistiche che i vaccini prodotti in questo momento servano solo a ridurre gli effetti e non la virulenza . Poi abbiamo anche visto che chi è vaccinato può ugualmente contrarre il virus e trasmetterlo come se fosse un portatore sano. Allora perché rischiare e non aspettare di produrre un vaccino più efficace in grado di ridurre la trasmissibilità”.
Questo significa che potrebbe cambiare idea in futuro? E se si a quali condizioni?
“Si, perché io non sono contraria ai vaccini, tutt’altro ma aspetto, aspetto di poter fare un anti Covid che sia sicuro che sia efficace. Un’altra cosa che mi ha lasciato titubante è stata la varietà dei vaccini. Oggi abbiamo il Pfizer, il Moderna, l’AstraZeneca ora sta arrivano anche il Johnson &Johnson . Troppi vaccini diversi, come si fa a dire alle persone: tu puoi fare questo. Ma soprattutto perché io non posso scegliere? E quali sono gli effetti che possono avere se faccio un anti Covid piuttosto che un altro? Basta vedere cosa ha fatto l’Ema con AstraZeneca. Prima il via libera, poi lo stop dopo i casi di trombosi e le morti sospette poi lo rimette sulla piazza ma cambia il bugiardino. Probabilmente per mettersi al sicuro. Ora come fai a non farti delle domande? Io ritengo che ci sia troppa confusione al momento. E’ una sorta di corsa che non sappiamo a cosa porterà. Con questo non voglio convincere nessuno, perché è solo una mia opinione, una opinione personale, per carità, ma lavoro nella sanità da abbastanza tempo per farmi delle domande. Oggi penso che i rischi di sottoporsi al vaccino siano superiori ai benefici. Questo però non vuol dire che in futuro non lo farò. C’è bisogno di maggiori garanzie non è il momento di sperimentare, non con l’emergenza in corso quando si fatica a tenere il virus sotto controllo e a salvare la gente dalla morte”.
Lei però fa un lavoro ad alto rischio per se stessa e per gli altri, non pensa che questa sua decisione potrebbe essere considerata irresponsabile?
“ No, assolutamente, al contrario. Io sono sempre stata responsabile, ho sempre avuto a cuore la mia salute e quella di chi mi circonda. A differenza di tante altre categorie, noi operatori sanitari indossiamo i dispositivi di sicurezza sempre, ci sottoponiamo sempre al tampone, praticamente ogni settimana. Questo non accade ad esempio per le cassiere del supermercato che hanno a che fare con centinaia di persone al giorno. Il mio comportamento è molto più responsabile di chi invece ancora oggi con i contagi alti che abbiamo va in giro senza mascherina, incontra gli amici e i parenti senza alcuna precauzione”.
La sua decisione in ogni caso ha avuto delle conseguenze, evidentemente non tutti la pensano come lei visto che ora è stata allontanata dal suo reparto. E’ arrabbiata per questo?
“Non mi rimprovero di nulla, il mio è un mestiere che si fa con il cuore altrimenti non lo puoi fare. Il fatto che non mi sia sottoposta al vaccino non vuol dire che non mi importa nulla della salute degli altri. Penso di non dover dimostrare nulla, la risposta la possono dare direttamente i miei pazienti e i colleghi che mi conoscono veramente e mi vogliono bene. Da quando è iniziata la pandemia non abbiamo avuto un attimo di respiro, non ho preso un giorno di ferie, sono stata in corsia anche quando il mio orario di lavoro era finito e non mi sono mai lamentata perché sapevo che c’era bisogno di me. Ora la Asl mi mette in ferie forzate, non lo trovo giusto ma non ho tempo per arrabbiarmi perché continuo a pensare a tutto il lavoro che c’è da fare in ospedale e alle persone che hanno bisogno del mio aiuto. Ripeto, non mi sento in colpa perché non ho ancora fatto il vaccino. Sono convinta di quello che penso, lo farò ma non ora , non a queste condizioni. Resta il fatto che in questo momento ci sono altre priorità, aiutare la gente a sopravvivere e penso che due braccia in corsia siano più utili di una dose di vaccino. Non mi sento un untrice, non porto il virus, non finché le misure di sicurezza saranno rispettate”.
Lucia Pezzuto per Il7 Magazine
Se dice che il vaccino è stato prodotto troppo in fretta vuol dire che non sa nulla di ciò che applica ogni giorno. Si è partiti da vaccini stra-consolidati (come si fa con l’influenza) e si è sviluppato il nuovo a partire da quello. L’accelerata è stata data sul paeallelismo degli esperimenti. Fase 2 e 3 condotte in parallelo grazie a dei volontari che hanno avuto coraggio (li si che non sapevano gli effetti). Ma i vaccini che sono arrivati a noi sono sicuri e testati come tanti altri.
La signora infermiera dice che vuole comunque vaccinarsi quando ci sarà un vaccino sicuro, allora, per me sarebbe giusto sospenderla dal lavoro fino a quando effettuerà questo vaccino sicuro. Fessi siamo noi che vogliamo il vaccino insicuro e ci preoccupiamo di abbattere questa pandemia, dovevamo avere più morti.
Soltanto degli incompetenti che nulla hanno capito della scienza medica possono pensare che una persona che ha lavorato in trincea per quasi un anno senza essere vaccinata sia diventata improvvisamente un pericolo.
Passata l’ondata di novembre è statisticamente sicuro che non esiste più nessuno che abbia vissuto sul fronte che non sia immune o per predisposizione o per acquisizione.
Condivido ogni parola
Certamente il dilemma etico della scelta vaccinale coinvolge decisioni dettate dalla scienza,coscienza professionale e coscienza personale.Ma per fortuna c’è la scelta responsabile della maggioranza favorevole a un concreto operare in una situazione di emergenza.Se si assenta il personale sanitario chi si cura dei malati?.Come sarebbe avere posti letto e mancanza di personale?.O anche per la sospensione di ricoveri urgenti e non urgenti,sarebbe giustificato,per chi ha scelto di lavorare nella sanità,far convivere chi ha bisogno con le proprie patologie che poi diventano meno curabili e meno guaribili?.
Come si fa a dire che chi non partecipa alla sperimentazione di una terapia genicaè irresponsabile?
Nel migliore dei casi questo pseudo vaccino riduce del 50% i sintomi, in caso di malattia…quindi non immunizza chi lo riceve e che può comunque contagiare gli altri, e ne abbiamo visti a iosa di focolai tra vaccinati nella cronaca…
Perché dovrei rischiare la vita senza nessun beneficio reale né per me né per gli altri?
Eppoi la scienza è chiara (si studia al 1°anno di medicina), NON SI VACCINA DURANTE UNA EPIDEMIA, PERCHÉ IL VIRUS REAGISCE CON LE VARIANTI, ed è quello che stiamo vedendo!
Il tempo per produrre il vaccino è stato breve? Chi si è sottoposto al vaccino è una cavia? Questi dubbi li capirei da un non professionista del settore, se fatti da una del settore mi fare tante domande, la prima: sicura di fare il giusto mestiere?
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ce ne andremo a curare i soldati di Bashar al Assad