BRINDISI – Traffico illegale di cetrioli di mare, maxi sequestro della Capitaneria di porto. I militari della sezione di Polizia Marittima Ambiente e Difesa Costiera della Capitaneria di Porto di Brindisi, coordinati dal VI Centro di Controllo Area Pesca di Bari, hanno effettuato un’operazione nel Fasanese, in seguito a varie segnalazioni relative alla pesca e commercializzazione indiscriminata di Oloturie (Holothuroidea), meglio conosciute come “cetrioli di mare”.
Una attenta e mirata attività investigativa ha portato al sequestro di circa tre tonnellate di Oluturie (Holothuroidea), specie ittica la cui pesca è vietate.
Il mezzo, con targa greca trasportava ben tre tonnellate di oloturie proveniente da pesca di frodo, custodite in 144 secchi di plastica che si trovavano all’interno del rimorchio. Il mezzo, era fermo in un parcheggio antistante un centro commerciale del comune di Fasano, con destinazione verso il porto di Brindisi, da dove si sarebbe imbarcato per la Grecia. L’autoarticolato, in apparenza, era destinato a trasportare alimenti vari, tanto che aperto il portellone posteriore, i militari trovavano delle pedane contenenti prodotti ortofrutticoli. Successivamente, rinvenivano, tre 3 Pallet ben occultate, contenente secchi bianchi, per un totale di circa kg. 3.000 di OLUTURIE (HOLOTHUROIDEA) allo stato vivo e vitale.
Il mezzo, quindi, imbarcandosi a Brindisi per la Grecia, avrebbe alimentato il fiorente mercato orientale dei cosiddetti “cetrioli di mare”, la cui raccolta è vietata. Le ricerche scientifiche, condotte proprio nelle acque territoriali, hanno dimostrato il ruolo fondamentale nell’ecosistema marino di questa specie appartenente alla classe degli Echinodermi, al pari del riccio di mare.
“La tutela di questa specie, si è resa necessaria per evitare che la sua sistematica distruzione potesse arrecare un danno ambientale inestimabile ai nostri ecosistemi marini, poiché le oloturie svolgono un ruolo fondamentale nell’ossigenazione delle acque e il riciclo di sostanze organiche nell’ambiente in cui vivono. La loro pesca indiscriminata, particolarmente redditizia, trae origine dall’ingente richiesta sui mercati orientali, sia per finalità cosmetiche che alimentari, costituendo un piatto ricercato della gastronomia cinese”.
Alla fine delle operazioni, le oloturie, poiché ancora allo stato vitale, sono state rigettate in mare e, pertanto, restituite al loro habitat naturale.
Sono in corso ulteriori indagini al fine di individuare la catena di distribuzione e le ditte coinvolte nella commercializzazione delle oloturie illegalmente pescate.
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